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Bernardini Rita - 17 giugno 1994
RELAZIONE DI RITA BERNARDINI ALLA CONSULTA DEL MOVIMENTO DEI CLUB PANNELLA - ROMA - HOTEL ERGIFE - 17-18-19 GIUGNO 1994

SOMMARIO: Nella sua relazione, Rita Bernardini traccia un quadro della consistenza e della capacità operativa del Movimento dei Club Pannella. La struttura del movimento, basata esclusivamente sul volontariato, se da una parte è riuscita a compiere imprese difficili come quella della raccolta delle firme sui 13 referendu, dall'altra ha in parte fallito nella presentazione delle liste alle ultime elezioni politiche. Dopo aver analizzato la situazione dei "punti di riferimento" lamenta lo scarso numero d'iscrizioni raccolte nel 1994.

Anche se è improprio parlare dell'organizzazione del Movimento dei Club Pannella, non essendo questi ultimi formalmente costituiti, provo a tracciare un quadro della consistenza e della capacità operativa del Movimento.

Niente a che vedere, ovviamente, con le rigide strutture di altri partiti o movimenti. Un corpo vivo basato esclusivamente sul volontariato, un corpo che crea politica, soffre, è capace di grandi slanci ed entusiasmi, che qualche volta si deprime anche se ha dimostrato di avere sempre rapide capacità di recupero.

I vantaggi e gli svantaggi di una siffatta organizzazione sono sotto gli occhi di tutti. Non esistendo "burocrazie" e persistendo negli anni una certa sintonia di fondo sulle battaglie per il diritto e per i diritti, questa strana "macchina" che non trova eguali in Italia è stata in grado di mettersi in moto anche per imprese complesse e difficili come è stata l'iniziativa della raccolta delle firme per i 13 referendum.

Ma è pur vero che alcune scommesse, come quella della raccolta delle firme per la presentazione delle liste alle politiche, le abbiamo in parte perse perché abbiamo troppo contato sul carattere a volte "miracolistico" del Movimento che in alcune zone del nostro paese, invece, non è cresciuto al punto di avere la necessaria agilità di mobilitazione. Errore di valutazione, soprattutto, di chi doveva coordinare l'operazione, di chi doveva conoscere e trasmettere i tempi e di conseguenza scandire i ritmi previsti dalla nuova legge elettorale sottovalutata in particolar modo nella parte in cui prevede l'accesso alle trasmissioni radiotelevisive (in base alla presentazione delle liste in almeno metà dei collegi uninominali).

Ad oggi possiamo dire che il Movimento può contare su 85 punti di riferimento al 90% coincidenti con le province italiane. 64 di questi sono dotati di fax; 23 con sede così ripartiti: 10 con appoggio presso sedi istituzionali, 6 con appoggio presso altre sedi; 7 con sedi vere e proprie. L'uso di Agora è pressoché sconosciuto, mentre potrebbe consentire più facili, rapide e chiare possibilità di comunicazione e di informazione.

E' bene ricordare che i punti di riferimento si fanno carico, assumendo su di loro l'onere del finanziamento, di raccolte firme con relative spese di occupazione di suolo pubblico e di autenticazione, organizzazione di tavoli, iniziative locali, organizzazione di manifestazioni, comizi o conferenze stampa anche di carattere nazionale, telefonate e corrispondenza con gli iscritti, raccolta di iscrizioni, rapporti con le forze politiche e movimenti locali. Non sono in grado, ed è una carenza, di quantificare l'apporto in termini finanziari di ciascun gruppo locale. A puro titolo di esempio, cito il caso della sede di Milano che per le ultime elezione politiche ha sostenuto, autofinanziandola, una spesa di 22 milioni e per le europee circa 7 milioni. Altro caso da citare è quello di Napoli, con la nuova sede in Via San Giacomo. Antonio Cerrone ha presentato un dettagliato bilancio Ottobre 93 - Giugno 94: uscite per 54 milioni, entrate per 47 milioni. I punti di riferimento trasmettono a Roma interamente le quot

e associative; autofinanziano con i tavoli e autotassazioni individuali le spese sopra citate; in caso di attivo, come è successo durante la campagna referendaria e in quella elettorale in alcune città, questo viene trasmesso direttamente alla tesoreria (circa 170 sono i milioni inviati a Roma in occasione delle due iniziative).

A parte i riferimenti "consolidati" formati da coloro che hanno sviluppato iniziativa politica più o meno costante nel tempo, è giusto rammentare che esistono gruppi "volanti" che si attivano in particolari occasioni spinti dall'entusiasmo della battaglia che si trovano in quel momento a condividere.

E veniamo alla dolente nota delle iscrizioni che a mio avviso vengono considerate dai più un "optional". Cifre alla mano siamo passati dai 6.249 iscritti del 92, ai 7458 del 93, ai 2973 dopo sei mesi del 94. In Piemonte siamo quest'anno al 25% delle iscrizioni del 93, in Lombardia al 42%, in Liguria al 31%; in Veneto al 46%; in Emilia Romagna al 58%; in Toscana al 44%; nel Lazio e in Abruzzo al 39%; in Campania all' 81%. Non cito le altre regioni per il quasi irrilevante numero di iscrizioni.

L'idea di lanciare con le 1000 lire il Movimento di decine di migliaia di iscritti non ha mai preso il via. Non siamo riusciti a trasmettere, io per prima pur avendoci provato come ho potuto e come sono stata capace, la nozione dell'importanza di una grande sottoscrizione popolare. Secondo me c'è da parte di chi si fa carico del tesseramento il convincimento che chi prende la tessera associando il suo nome a quello di Marco Pannella non lo fa mai a cuor leggero anche se versa solo 1000 lire. Vero è che non è stata mai fatta, e lo rammento soprattutto a me stessa, una vera e propria campagna di iscrizioni. A questo fine gli unici soldi investiti sono stati quelli per stampare e distribuire le tesserine... veramente troppo poco. Esperimenti, non una vera campagna di raccolta iscrizioni, sono stati fatti in primo luogo anno all'università di Roma (lo scorso anno) e hanno dato risultati ottimi.

Quanto ai nostri iscritti, secondo le elaborazioni fatte da Gianni Betto, l'8,6% hanno meno di 20 anni, il 36,5% da 21 a 30, il 20,4% da 31 a 40, il 13% da 41 a 50, il 7% da 51 a 60, il 5,3% oltre 60 anni. Se guardiamo alle professioni, il 26% sono studenti, il 6% docenti e insegnanti, quasi il 15% impiegati, il 10% professionisti, quasi il 7% fra artigiani e commercianti, il 4% operai. Casalinghe 3,6%, pensionati 3,6%, disoccupati quasi il 3%.

In questo quadro, seppure sommario, credo che sia importante in conclusione dire, per avere un ulteriore elemento di valutazione del nostro Movimento, che tranne chi vi parla, che ha la fortuna di potersi dedicare a tempo pieno a questa impresa, tutti gli altri, tutti voi che siete presenti in questa sala, hanno, avete altre attività prioritarie, dallo studio al lavoro, all'impegno istituzionale; eppure, insieme ad altri compagni che oggi non sono qui, qualcosa siamo riusciti a fare e qualcosa, forse di ancora più grande e importante, ci aspetta nei prossimi mesi e giorni insieme, speriamo, a tanti altri cittadini che decideranno di associarsi.

 
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