SOMMARIO: Appello di personalità politiche di diversa estrazione perché sia rispettata la volontà popolare per il superamento del regime proporzionale, in particolare nella riforma del sistema elettorale regionale.
(COMUNICATO STAMPA, 19 settembre 1994)
C'è una questione che unifica gli italiani, sia quelli che hanno votato per la maggioranza, sia quelli che hanno votato per l'opposizione: ed è la consapevolezza che non si può tornare indietro dalle indicazioni referendarie.
Oltre l'80% dei cittadini di questo Paese, infatti, ha chiaramente espresso l'intenzione di voler definitivamente superare il regime proporzionale, l'era del dominio degli apparati di partito, l'amara storia dell'identificazione tra partiti e Stato.
Gli italiani hanno affermato di voler scegliere il governo tra due grandi schieramenti che rendessero espliciti ai cittadini il loro programma, i loro leader, le loro idee sul futuro del Paese.
La responsabilità del fatto che tutte le forze politiche siano in difficoltà a comporre schieramenti o partiti omogenei e credibili per il governo non può essere scaricata sulle spalle dei cittadini e sulla inderogabile necessità di riformare le nostre istituzioni. Si avverte invece in cospicui settori del ceto politico una silenziosa ma pesante tentazione di tornare alla proporzionale o comunque di fermare il processo riformatore.
E' forte per esempio il rischio che si finisca per votare con la proporzionale nelle prossime regionali, dato che ancora non è stata prodotta dal Parlamento nessuna nuova legge. E forti sono le resistenze all'elezione diretta del presidente della regione che consentirebbe agli italiani, con lo stesso sistema usato per i sindaci, di scegliere in modo trasparente i propri amministratori. Del resto se si vuole andare davvero verso il federalismo, processo indispensabile anche per riordinare le finanze dello Stato, non si può non prevedere, nelle regioni, leadership dotate di un forte consenso popolare.
Facciamo appello ai cittadini perchè come è avvenuto in questi ultimi anni sappiamo far sentire la pressione delle loro idee difendendo l'ispirazione referendaria e lasciando aperta per l'Italia la speranza di diventare davvero un Paese politicamente moderno come le altre grandi democrazie.
Ferdinando Adornato
Augusto Barbera
Giuseppe Calderisi
Diego Masi
Angelo Panebianco
Marco Pannella
Marcello Pera
Giuseppe Pericu
Achille Occhetto
Michele Salvati
Mario Segni
Giulio Tremonti
Elio Vito