Positivi i giudizi degli ex presidenti della CorteSOMMARIO: Livio Paladin, Leonetto Amadei, Paolo Barile esprimono i loro pareri, favorevoli alla sentenza con la quale la Corte costituzionale ha accolto solo alcuni dei referendum proposti dal Club Pannella e dalla Lega.
(Il Corriere della Sera, 12 gennaio 1995)
Roma - Secondo i costituzionalisti la decisione di non ammettere i due referendum elettorali è perfettamente coerente con la giurisprudenza fin qui seguita dalla Consulta. "Le motivazioni con le quali i quesiti referendari sono stati respinti sono in linea con tutte le precedenti decisioni", ha dichiarato Livio Paladin, ex presidente della Corte costituzionale, per il quale "un esito diverso sarebbe potuto arrivare solo se la Consulta avesse cambiato la costante normativa fin qui seguita. I giudici invece si sono mossi coerentemente - ha spiegato il giurista - avendo presente che la certezza del diritto consiglia di non cambiare la giurisprudenza se non per gravi motivi, anche perché altrimenti non si offre certezza né all'elettorato né ai promotori dei referendum".
"Responso ineccepibile" anche per un altro ex presidente della Corte, Leonetto Amadei, come per Paolo Barile, ex ministro per i rapporti con il Parlamento. "E' stata rispettata pienamente la giurisprudenza precedente e quindi la decisione non poteva che essere quella che è stata", ha affermato Barile, ricordando che quando si trattò di ammettere il quesito proposto da Mario Segni per la preferenza unica la Corte decise favorevolmente perché "la disciplina residua da un'eventuale abrogazione era sufficiente per far eleggere il Senato".