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Granelli Luigi - 13 gennaio 1995
DESTABILIZZAZIONE PANNELLIANA

on. Luigi Granelli (lettera al Direttore)

SOMMARIO: L'esponente DC si scandalizza per la pesante polemica aperta da Marco Pannella contro la Corte e la sua sentenza avversa ai referendum elettorali promossi dai Riformatori. Rivolge a sua volta pesanti critiche a Pannella per il suo "scomposto" agitarsi, nega che sia oggi vigente una "Costituzione materiale" sovrappostasi a quella formale e invoca l'impegno dei democratici.

(La Repubblica, 13 gennaio 1995)

"Caro Direttore, già mi aveva meravigliato la pretesa di Pannella di un intervento del Presidente della Repubblica su un altro organo dello Stato, in violazione del principio di autonomia, ma sono ora indignato per il suo tentativo di bollare d'infamia la Corte Costituzionale. Una "cupola di mafiosità partitocratica", un devastante "gruppo di fuoco", sono le espressioni inaccettabili da lui usate. Al di là delle cautele dell'indiretto riferimento alla mafia, per evitare furbescamente il reato di vilipendio, resta la gravità del comportamento. Il Presidente Casavola e gli altri membri della Corte meritano solidarietà, quale che sia stata la scelta di merito che hanno compiuto, perché non è costume dei democratici condannare o assolvere un organo collegiale a seconda dell'accoglimento o della contrarietà ai propri punti di vista.

Lo sdegno si accompagna all'amarezza. Dov'è finito il Pannella di tante e apprezzabili battaglie libertarie, il radicale progressista, il difensore dei diritti affermati dalla Costituzione? Si è via via trasformato in uno scudiero armato di retorica, più che di argomenti, al servizio di una maggioranza di destra, rissosa e negatrice del ruolo dell'opposizione, e di un politico ambizioso che tenta di delegittimare il Parlamento per difendere un potere personale ritenuto indiscutibile. E' assai triste questa pratica trasformista verso un inconcludente radicalismo di destra che si unisce, con Casini e Fini, al coro della destabilizzazione costituzionale.

Di fronte ad una offensiva inquietante contro la Costituzione sono altri i doveri dei democratici. I tentativi di delegittimare il Parlamento in base a considerazioni politiche, l'attacco inusitato alla Corte Costituzionale, la pretesa di vincolare a ragioni di parte la funzione del Presidente della Repubblica, non possono essere avallati con il richiamo ad una presunta costituzione materiale che sostituisce il potere di fatto al diritto. L'impegno è dunque sul versante opposto a quello di una destra autoritaria che si avvale anche delle scomposte iniziative di Pannella a tutela di un potere ottenuto con l'imbroglio di alleanze elettorali contrapposte per aprirsi, senza omogeneità programmatica, una via al Governo che si pretende irreversibile.

 
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