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Cusenza Virman, Pannella Marco - 23 gennaio 1995
INTERVISTA A MARCO PANNELLA
di Virman Cusenza

SOMMARIO. Spiega le ragioni e gli obiettivi della sua proposta, per la quale, se non si dovesse andare alle urne entro una data ragionevolmente vicina, duecento deputati del Polo potrebbero dimettersi, costringendo così il Paese a ben "duecento elezioni suppletive". Il Parlamento ne sarebbe delegittimato. Questa strategia "metterebbe assiene due cartucce, le elezioni politiche e i referendum". Occorre in ogni modo "cautelare il Polo e Dini da un chiarissimo disegno", quello di chi vuol fare del governo Dini "un governo ponte verso un Governo Cossiga o un Prodi che duri a lungo, fino all'anno prossimo", cioè il 1996.

(IL GIORNALE, 23 gennaio 1995)

IL POLO PRONTO A SVUOTARE LA CAMERA

Pannella: »Duecento deputati si dimetteranno se non si andrà presto alle urne . Il leader dei riformatori invita Berlusconi a concedere la fiducia a Dini, ma avverte il premier: »Attento a non farti strumentalizzare

Roma. »E allora duecento deputati si dimetteranno in massa . Marco Pannella preannuncia la risposta del Polo ai nemici del voto anticipato. »Cosi' facendo, spiega, dovranno rifare le elezioni in 200 collegi uninominali . Una strategia che mette insieme due cartucce: le elezioni politiche ed i referendum. »Sara' un festival di lotta politica popolare lungo 60 giorni , prevede il leader dei riformatori fregandosi già le mani. »Ma sia chiaro che e' anche un avvertimento a chi vuole strumentalizzare Dini", aggiunge. "Resto dell'idea che la fiducia il Polo la deve dare, ma Dini si faccia dare chiare garanzie dal Quirinale di non essere spremuto come un limone e poi gettato via. Un modo per costringere il presidente Scalfaro a sciogliere il Parlamento .

Pannella, le dimissioni dei parlamentari sono una minaccia o una proposta seria?

»E' un'ipotesi molto concreta. Sto ricevendo moltissime telefonate di deputati del Polo, soprattutto dal Nord. In pratica, costretti agli estremi rimedi, succederebbe questo: i deputati eletti alla Camera con l'uninominale si dimetterebbero in massa, rendendo cosi' necessarie le elezioni suppletive in ciascun collegio. Al Senato questa operazione, purtroppo, diventa troppo complicata. E per ora e' meglio lasciar perdere .

Qual e' l'obiettivo vero di questa operazione?

»Cautelare il Polo e Dini da un chiarissimo disegno. Vogliono fare dell'esecutivo Dini un governo ponte verso un Cossiga o un Prodi che duri a lungo, fino all'anno prossimo .

E allora conviene votare la fiducia a Dini?

»Certo che conviene. E' chiaro che gli elettori di Forza Italia, come dimostrano anche i sondaggi, non capirebbero un voto contro. E del resto gli elettori del Pds capiscono ancor meno una sinistra che, dopo averlo demonizzato, vota Dini. Dunque, il disegno e' tenere Lamberto fino ad aprile e poi scaricarlo. Tutti quanti

Anche se Dini dovesse realizzare il programma entro marzo?

»Certo. Mettiamo che il governo faccia tutto entro il 15 marzo, si aprirebbe la crisi o per andare a elezioni o, più probabilmente, per far nascere un nuovo governo fino al '96

E il compromesso proposto dal Pds con elezioni a ottobre?

»E' una trappola. Dire elezioni in autunno significa chiaramente non farle. Perché in ottobre c'è la finanziaria di mezzo e nessuno si azzarderebbe a far rischiare allo Stato l'esercizio provvisorio del bilancio. Perciò l'alternativa di chi non vuole elezioni in giugno, e il capo dello Stato pare che non le voglia, non e' ottobre ma aprile del '96. Fra 15 mesi

E allora ecco perché dimissioni di massa?

»Si possono fare diverse ipotesi cronologiche. Se i deputati si dimettessero ai primi di febbraio andremmo a votare il 15 marzo. Ma se questo avvenisse alla fine di febbraio potremmo andare a votare in aprile. E il bello sarebbe che alla campagna elettorale si aggiungerebbe quella per i referendum. Perché Scalfaro, questo e' certo, deve indire i referendum entro il 20 febbraio. A quel punto, a distanza di due settimane, avremmo due belle maratone politiche: un vero festival di lotta popolare. Come si vede ci aspetta un inverno ed una primavera caldissimi .

A questo punto che suggerimento da' a Dini e Berlusconi?

»A Silvio dico di muoversi con la fiducia, senza porre ultimatum che sono un errore. A Lamberto dico che deve farsi carico di ricevere garanzie del Quirinale affinche' non venga spremuto come un limone e poi gettato via. Magari per far posto ad un Prodi e ad un Cossiga di lunga durata. E' questo il salto nel buio istituzionale da evitare a tutti i costi

E le voci di rimpasto?

»Ipotesi fantasiosa. Servirebbe solo per allungare di quindici giorni il brodo di un governo apolitico e acostituzionale. Il rimpasto rafforzerebbe il carattere monarchico della maledetta costituzione materiale, cioè la negazione di quella scritta .

La sfida delle dimissioni viene condivisa anche da Marco Taradash. »Quella di Pannella e' una proposta politica seria, spiega, ma anche l'extrema ratio. Se avremo la certezza che Scalfaro non vuol sciogliere le Camere allora scatterebbero le dimissioni: la pratica delegittimazione del Parlamento. Si aprirebbe insomma una conflittualità' senza precedenti nelle istituzioni .

 
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