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Verderami Francesco - 16 marzo 1995
SIAMO CONTRO IL PREMIER PERCHE' FA GIOCHINI CON LA QUERCIA E COFFERATI
di Francesco Verderami

Corriere della Sera

SOMMARIO. Ricostruzione tra ipotetica e logica degli avvenimenti che stanno portando alla esclusione di elezioni nel giugno 1995. Secondo Pannella, il vero responsabile della manovra che sta allontanando la data delle elezioni non è Scalfaro, ma il Presidente del Consiglio Dini, per un gioco di accordi con il leader della CGIL, Cofferati, e il PDS di D'Alema. Ma in realtà oltre a D'Alema, anche Fini oggi non vuole la data anticipata delle elezioni.

(CORRIERE DELLA SERA, 16 marzo 1995)

"Secondo un nostro emendamento si sarebbe potuti arrivare alla riforma delle pensioni entro il 10 aprile, ma lui si è accordato con Cgil e Pds per ritardarla"

Roma - "Prima gli abbiamo dato la fiducia, poi gli abbiamo sostenuto la manovra al Senato, ora basta. Noi la manovra non la votiamo e se la manovra cade non è colpa nostra, è stato Dini a metterla a repentaglio". Diavolo di un Pannella, guai a dirgli: non era stato lei a sostenere che Berlusconi sbagliava non votando la manovra? Guai a dargli dell'ondivago. Il leader dei Riformatori monta su tutte le furie. "Come al solito non avete capito un beneamato", e passa a spiegarti che se c'è stato un "gambero", in questi ultimi tempi, è stato Dini, con quel suo "clamoroso passo indietro" sui tempi di approvazione della riforma delle pensioni.

"Ci siamo chiesti: perchè? E siccome non volevamo darci risposte pregiudiziali lo abbiamo messo alla prova, abbiamo sottoposto alla sua attenzione un emendamento, messo a punto da Vigevano, che aveva un obiettivo dichiarato: fare in modo che la riforma previdenziale fosse approvata entro il 10 aprile. E'stato detto a Dini, chiaramente, che se il governo avesse appoggiato l'emendamento, i Riformatori avrebbero votato a favore della manovra; se il governo l'avesse accettato, Forza Italia avrebbe cambiato posizione. E invece Dini ha detto che si sarebbe rimesso all'aula di Montecitorio. Eh, no, non si fa così".

Cosa vuol dire?

"Ho potuto personalmente accertare che l'arretramento di Dini sulla riforma delle pensioni è frutto di un accordo non con tutti i sindacati ma con Cofferati e il Pds. Scalfaro non c'entra nulla. Scalfaro avrà altre, gravissime responsabilità, ma in questo caso non ha colpe. E' Dini che ha fatto una scelta politica, è Dini che ha usato l'alibi di Scalfaro. Dietro, checchè si dica, c'è la poderosa macchina da guerra pidiessina e democristo-manciniana. Se Dini avesse accettato le nostre proposte, lui avrebbe governato fino a luglio, mettendo per quel che poteva a posto i conti dello Stato e ad agosto avrebbe lasciato spazio ad un governo di legislatura: perchè sono queste le garanzie che bisogna offrire ai mercati".

Nei colloqui riservati, Dini ripete a Berlusconi che lui non può dargli la data delle sue dimissioni, perchè Scalfaro non glielo consente.

"Perchè queste cose Dini non le dice in aula? Dini doveva farci sapere quando considerava chiuso il suo lavoro e allora si sarebbero messe in luce le responsabilità di Scalfaro. E invece è Dini che...

...Beh, non è detto che se cade Dini si vada dritti alle urne.

"Se non si vota a giugno che succederà a Dini: un altro governo Dini? Scogliamiglio? Cossiga? Questa sarebbe la negazione del voto del 27 marzo, sarebbe un governo anti-costituzionale. Eppoi, mi domando chi sarà quel pazzo che avrà voglia di tenere aperta una crisi che durerà almeno un mese".

Pannella, ormai a credere alle elezioni in giugno è rimasto solo lei con Berlusconi. anche Fini ripete che "al voto in giugno ormai non ci crede più nessuno".

"Fini sbaglia e probabilmente non vede le elezioni a giugno perchè non vuole che si facciano. E non è il solo".

C'è anche il capo dello Stato...

"Scalfaro sostiene che lui non vuole interferire, che per lui il Parlamento è sovrano. Bene, mettiamolo alla prova. E' il mondo della conservazione che non vuole le elezioni: la Quercia, L'Ulivo e L'Abete. Abete lo scriva con la maiuscola. Insomma, secondo me Scalfaro è l'effetto, la causa è un'altra e ben più poderosa. Il problema è che Berlusconi, con quella corte che lo circonda, si è messo in testa che c'è un demonio e che per arrivare alle elezioni in giugno bisogna sconfiggere quel demonio. Ma se continua a ragionare così, lo prenederà sempre nel didietro. il problema è Dini".

Ancora. Possibile che Dini, pur di rimanere qualche mese in più a Palazzo Chigi, abbia gettato alle ortiche le offerte che il Polo delle libertà gli aveva fatto per il dopo-elezioni?

"Può darsi che sia un problema di statura politica. Me lo chiedo, gliel'ho chiesto. Può darsi che Dini non abbia le palle, oppure che si sia messo a fare troppi giochini. E a proposito di giochini, con la scusa della par condicio si sta abolendo la campagna elettorale. Con la scusa di dare un colpo alla Fininvest, si sta mettendo a rischio l'esistenza delle piccole tv locali".

Pannella, adesso non vorrà far passare Berlusconi per un martire..

"Ma lo sapete che cosa scandalosa è successa? L'ultimo contributo per le spese elettorali ottenuto dal Pds è stato di 21 miliardi, mentre non ne poteva spendere più di 12. La verità è che D'Alema, con la scusa dei rimborsi elettorali, cerca di ripianare i debiti del partito".

 
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