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Pannella Marco - 17 marzo 1995
RODOMONTI E CALABRAGHE

di Marco Pannella (4 dichiarazioni)

SOMMARIO. Si riportano qui di seguito quattro dichiarazioni-stampa di Marco Pannella - in data 17/19/20/21 - che hanno in comune l'oggetto della polemica: i cedimenti delle forze del Polo di fronte alla richiesta dei progressisti di abbandonare i referendum televisivi dei Riformatori in cambio di accordi sui referendum sindacali e sulla data delle elezioni.

1 - OCCORRE FINIRLA CON UN POLO DI RODOMONTI E CALABRAGHE

17 marzo 1995

" Progressisti e manipolatori dell'informazione in Italia, in tutti i suoi settori, hanno cominciato a comprendere che i loro famosi referendum non saranno altro che dei favolosi boomerang contro di loro, delegittimandoli, come è giusto. Se il Polo, Berlusconi, Confalonieri - oltre, naturalmente, il CCD, il PPI e compagnia - vogliono fare solo battaglie perse, come quella di ieri e tante altre, continuino pure così, e svendano per un piatto di lenticchie i referendum sul sindacato e sulla Mammì. Su questa strada, in pochi mesi, saranno completamente assorbiti dai loro e nostri avversari, per il Terzo Tempo della Prima Repubblica. Ancora una volta, solamente Berlusconi può salvarli dalla inesistenza o dalla dannosità. Speriamo che voglia e possa farlo".

2) CONTRO I TAVOLI BARI, LADRI, CALABRAGHE, PER ELEZIONI E I REFERENDUM, LISTE RIFORMATRICI, LIBERALI, LAICHE E SOCIALISTE. E CHE BERLUSCONI LI MANDI AL DIAVOLO!

19 marzo 1995

"Mi auguro che Silvio Berlusconi, lui per primo, mandi a quel paese quei nostri calabraghe dinanzi ai diktat tracotanti di coloro che non vogliono consentire agli italiani di votare per elezioni e per i referendum, che oggi stravinceremmo.

La Fininvest - quando commette errori e per il paese, e per la democrazia e per il sistema televisivo italiani - è subito ben accetta come interlocutrice da coloro che sempre piu' vi abitano e la insultano. Confalonieri puo' anche proporre Santoro come moderatore, e Biagi come cardinale benedicente del suo tavolo, e le riedizioni di unita' nazionale che si preparano sotto. Risponderemo da domani con il deposito delle nostre liste riformatrici, liberali, laiche, socialiste, contro le democristanerie di sinistra, centro e destra".

3) REFERENDUM ED ELEZIONI

20 marzo 1995

"E' evidente a tutti, tranne che alla nuova consociazione dei bari e dei calabraghe, che una strada maestra per avere le elezioni a giugno e' quella di evitare la rapina dei referendum residui dalla rapina della Suprema Corte della mafiosita' di regime. E' infatti chiaro che sul sindacato e sul sistema televisivo se si vota si stravince perche', come fu dimostrato dal referendum sulla contingenza, il popolo italiano e' molto meno coglione di coloro che pretendono di rappresentarne gli interessi progressisti. Se si spiega che i referendum televisivi della Corte Costituzionale non propongono una scelta fra film con spot e senza spot, ma fra film nel sistema televisivo privato (settecento concessionari) e non film, se si spiega che si vuole il ritorno al monopolio partitocratico dell'Usigrai e compagni, avremo un risultato anche maggiore di quello sulla contingenza e di quello sul finanziamento pubblico dei partiti di due anni fa. Allora c'è da chiedersi il perche' di questo ennesimo festival di vecchi tentativ

i di furto che si tenta, da parte di ladri anche nuovi. C'è un precedente: nel 1972 i progressisti e i laici preferirono perdere le elezioni piuttosto che vincere i referndum. Ne nacque il governo Andreotti-Malagodi, per piu' ragioni oggi improponibile. A questo punto il terzo Polo politico ed elettorale non puo' piu' essere evitato, e dalle prossime ore cominceremo a depositare ovunque le nostre liste di alternativa alla furbizia ed alla codardia, vizi ultratrentennali di sistema che oggi sembrano voler tornare a trionfare, facendo al Paese i migliori auguri per rovesciare i vecchi tavoli tirati fuori dalle soffitte con nomi che cambiano - Confalonieri, D'Alema - ma con gli stessi metodi e con gli stessi obiettivi".

4) DICHIARAZIONE

21 marzo 1995

"Ieri al Consiglio dei Ministri è stato affermato e poi confermato che 'anche il Polo ha dichiarato di accettare il decreto per sottolineare la sua disponibilità e la sua volontà di dialogo'.

Ecco cosa intendo quando denuncio: 'di calabraghe', e mi rammarico della quasi ininterrotta serie di autogol alla quale ci siamo dedicati.

Questo Decreto è innanzitutto un attacco letale al sistema televisivo privato italiano e costituisce un passo avanti nella bulgarizzazione della campagna elettorale".

 
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