24 marzo 1995 (dichiarazione)
SOMMARIO: Deplora che la prossima campagna elettorale per le regionali debba essere condotta con norme capestro sull'informazione, i cui tempi "sono ridotti a zero per la maggior parte degli italiani". E' la conseguenza di una ideologia illiberale, "che soffoca la civiltà stessa dello scontro" e del dialogo. Annuncia dure iniziative di protesta.
APPELLO ALLE TELEVISIONI PRIVATE, ALLA FININVEST, ALLA RAI-TV. APPELLO AI NONVIOLENTI, AI LAICI, AI LIBERTARI, AI MILITANTI.
»Anche negli anni più bui del monopolio RAI-TV v'era più spazio per il dibattito, per la lotta elettorale e civile. Magari di notte, quasi clandestini, si passava ovunque; in condizioni assolutamente impari, ma si passava.
Oggi la campagna elettorale è sostanzialmente vietata, sia attivamente che passivamente. I tempi di informazione politica e dei dibattiti sono ridotti a zero per la maggior parte degli italiani.
Si è giunti perfino a impedire per legge ogni attività di "poteri dello Stato" quali sono i Comitati per i referendum. Qui non si fa politica e non si fanno informazioni e dibattiti: qui si obbedisce e si fallisce.
Nessun calcolo politico, se non di pochi: ma ideologia profondamente illiberale, antiliberale, antidemocratica, che soffoca la civiltà stessa dello scontro e della convivenza. Questo è il potere progressista, perbenista, conformista, che uccide ogni alternativa di libertà e di democrazia.
Con una sola, illustre eccezione, la stampa italiana - "quella grande", da Torino a Roma, da Ivrea a Catania - rende l'omaggio ipocrita alla verità con i suoi editoriali (sempre meno) e la uccide nel resto delle sue pagine, dei suoi titoli, delle sue cronache.
Tutto questo produce la "sottomissione" di chi è "liberale" o contraddizione di complemento a tutto e tutti (comunisti, fascisti, clericali, militari e partitocrati) o, con recente atto di contrizione, al potere progressista, statalista e dintorni. Il Presidente Scalfaro rischia - e lo scongiuriamo di rendersene conto - di essere il Presidente di fatto di questa storia e di questa costituzione di fatto, di questo regime ultradecennale, più di quanto alcun suo predecessore lo sia stato.
Cosi' si va indietro, a passi di gigante, verso il peggio della nostra storia. Pronubo e gran sacerdote Michele Santoro, Fini e D'Alema convengono per elezioni a ottobre: riforma francese o tedesca, ma non "americana"; FININVEST e grande editore di regime, il consociativo post-comunista Veltroni, registrano l'atto di sottomissione della prima al secondo...
Mi preparo, allora, alla più dura delle risposte.