Proporremo un referendum in difesa della 194 e uno in favore delle tesi di WojtylaSOMMARIO [Intervista a Marco Pannella] Secondo pannella, il Papa ha pieno diritto a rivolgere ai fedeli il più fermo richiamo su questioni di fede e morale, "a condizione che non si condannino le leggi democratiche adottate dagli Stati".
(Corriere della Sera, 30 marzo 1995)
"Dobbiamo dire fermamente che ogni richiamo del Papa ai fedeli, ogni anatema e ogni ordine che loro sia rivolto è non solamente legittimo, ma naturale e doveroso. A condizione che non si condannino le leggi democratiche adottate dagli Stati, incriminandole e infamandole." l'Enciclica Evangelium Vitae redatta da Giovanni Paolo II e anticipata al mondo dal quotidiano spagnolo Abc non poteva lasciare indifferente Marco Pannella che sui temi dell'aborto e del divorzio è considerato dai suoi avversari, sia pure a torto, una sorta di mangiapreti accanito. Così il leader dei Riformatori non se la prende tanto con il pontefice che fa appello ai valori dei cattolici, ma con il ritorno sulla scena di una sorta di Papa-re che vuole intervenire pesantemente sulle leggi democratiche degli Stati. E questo per un radicale come lui è inaccettabile.
- Pannella, ha letto l'Enciclica del Papa contro la cultura della morte?
" Per adesso ho letto quanto anticipato da Abc, che ha rotto l'embargo. E mi basta e mi avanza per esprimere un giudizio molto critico e severo di chi vorrebbe tornare a fare dello Stato il braccio armato della Chiesa, dei fondamentalismi di ogni confessione. Insomma, un ritorno ai dogmi di Pio IX che nel 1869-70 voleva condannare tutto il mondo contemporaneo."
- Ma il teologo Sergio Quinzio si domanda già che efficacia potranno avere questi richiami del Papa, "continui e insistenti ", sempre sugli stessi temi della vita. A sentire Quinzio, forse nessuna. Lei invece sembra essere più preoccupato.
" No, sul piano generale e sulla base delle prime notizie concordo con Sergio Quinzio che, riferendosi ai toni usati dal Pontefice nei confronti delle leggi dello Stato, vi coglie a ragione "una forma di scomunica". Il che rappresenta sicuramente un fatto nuovo. E' sorprendente anche che da quell'uomo mite e dolce che e' il Papa possa scaturire una sorta di anatema contro ogni moderna conquista civile, culturale, anche religiosa, sulla funzione delle istituzioni, sulle regole di una civile convivenza, sulla neutralità dello Stato, direi di Cesare, nei confronti delle diverse forme di coscienza sia individuale che comunitaria".
- Come reagiranno Marco Pannella e i suoi di fronte all'annunciata "scomunica " del Papa?
"Noi abbiamo il dovere di rispondere a questo anatema papale. E, forse, abbiamo avuto una sola colpa: avere atteso troppo per farlo. O, forse, non lo abbiamo fatto con la determinazione sufficente ad aiutare lo stesso Papa a comprendere le ragioni della moralità laica, della religione della responsabilità e della libertà del rifiuto di ogni fondamentalismo".
- Ma il Papa sembra toccare qui temi della vita che stanno a cuore ai cattolici. Lei è forse schierato con i "cultori della morte"?
"Un momento, un momento...Ogni richiamo del Papa ai fedeli e' legittimo e naturale. Aggiungerei che è doveroso. Ma a una condizione: che non si condannino e si diffamino le leggi dello Stato. Quanto ai temi della vita vorrei ricordare ancora una volta che in nome della vita si sono massacrate le vite di grandi, immense parti dell'umanità. Se, a lungo unite, Chiesa e Impero comunista-sovietico non avessero bloccato ogni tentativo dell'Onu e della cultura umanistica contemporanea d'informare donne e uomini di tutto il mondo sulla loro sessualita', su una concezione sempre più responsabile e libera di nuove vite, al mondo intero sarebbero stati risparmiati i maggiori flagelli del nostro tempo. Ben sei miliardi di persone, gran parte delle quali condannate a vivere e spesso a morire di stenti e di fame, sono anche il prodotto dei fondamentalismi confessionali e ideologici. E noi tutti possiamo sostenere tutto ciò".