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Pannella Marco - 2 aprile 1995
GIORNALISMO DI CORTE O DI CORTILE
di Marco Pannella (comunicato stampa)

2 aprile 1995, ore 15.00

SOMMARIO. Importante documento, nel quale si fissano, sotto tre paragrafi, i punti essenziali della campagna politica della Lista Pannella-Riformatori nella campagna per le regionali del 1995. C'è una interpretazione degli sviluppi politici italiani interessante, in quanto si disegna una prospettiva di nuovo consociativismo, già modellato sulla sproporzionata presenza nelle due liste opposte di exdemocriatiani. Anche la Fininvest, ritirandosi dallo scontro, avalla questa scelta.

I) GIORNALISMO DI CORTE O DI CORTILE

Un episodio, uno sviluppo grave - in positivo o in negativo - si è indubbiamente determinato nel momento in cui il Movimento dei Club Pannella-Riformatori, respingendo il caloroso invito di Silvio Berlusconi, ha deciso di presentarsi assolutamente da solo, quindi anche come concorrente, in tutta Italia. Il che è puntualmente avvenuto, sicché 43 milioni di italiani (e non solamente una parte di essi) potrnno e dovranno scegliere, ovunque, fra Polo Berlusconi-Fini, Partito D'Alema-Prodi e Movimento Pannella-Riformatori.

Tale posizione è assolutamente unica, con l'eccezione, in alcune regioni, della Lega e di Rifondazione Comunista.

Così, in Lombardia, gli elettori dovranno scegliere fra Formigoni, Masi, Pannella, almeno quelli liberali, socialisti, laici, referendari, repubblicani, socialdemocratici, federalisti, riformatori. A Roma fra Michelini, Badaloni e Mastrantoni, del nostro Movimento. Così, a Bari, fra due ex-democristiani (Di Staso per il Polo, Ferrara Mirenzi per i progressisti) e Pannella, anche qui candidato alla presidenza della Regione... e cosi' via.

I mass-media, unanimi, hanno dato poco e nessun rilievo a questa effettiva notizia; la gente - vista la complessità della "nuova" legge elettorale - non lo sa, non ne apprezza il significato. "La Stampa", ancora oggi, proseguendo con ferocia nella sua linea politico-editoriale, afferma in prima e terza pagina che ci presentiamo con nostre liste "come il CCD"!

Occorre, insomma, che nessuno comprenda l'enorme differenza che passa fra l'autonomia, la singolarità, nostra e quella non solamente del CCD ma soprattutto di Verdi, "Democratici", Laburisti, Prodiani, e i tanti altri cespugli e venditori di ulive e di ghiande che vivono sotto e grazie alla Quercia.

Naturalmente, nel momento in cui una battuta scherzosa liquida l'invito a spiegare i motivi della nostra autonomia, gli stessi mass-media ci e mi dedicano per la prima volta da anni la prima pagina, ed altre ancora: per farci divenire soggetti da rissa, avendoci censurato come soggetti politici sempre più singolari, ancorati nella politica e nella storia italiana.

2) MOVIMENTO RIFORMATORE E POLO BERLUSCONI-FINI.

Noi abbiamo, dallo scorso anno, proposto a Berlusconi un vero e proprio patto di legislatura, di unità anche organizzata, di Riforme radicali delle Istituzioni e della politica.

Berlusconi non è stato in condizioni di corrispondere a questa nostra impostazione e proposta. Sempre più il Polo sta divenendo una realtà complessa, complicata, contraddittoria, dove la specificità liberale, liberista, libertaria, riformatrice, referendaria, alternativa radicalmente al blocco di conservazione di potere e sociale della sinistra sociologica (sempre più democristianizzata) si va offuscando. Per questo noi insistiamo nel proporre testardamente una "alleanza" di profondo e lungo respiro, riformatrice, fra Riformatori (che rappresentano sempre più le grandi tradizioni e aspirazioni liberali, repubblicane, socialiste riformiste, libertarie, liberali) e Berlusconi.

I contenuti che noi proponiamo a questa alleanza sono gli stessi - resi ancor più impellenti e credibili - che abbiano inutilmente proposto alla sinistra sociologica, al PCI e poi al PDS, per due decenni e con sempre maggiore insistenza nell'ultimo lustro. Ma i tempi incalzano: la Destra e il Centro-destra rischiano sempre più di avere zone ampie di simiglianza e di convergenza con l'involuzione consociativa, prodiana, democristiana, continuista, trasformista, della "Sinistra".

Un forte voto per noi il 23 aprile invertirebbe questo corso delle cose, e imporrebbe alle componenti liberali e moderne del blocco di potere "di sinistra" di raggiungerci per creare un forte partito della riforma, il secondo o il terzo della II repubblica, che altrimenti non vedrà mai la luce, per lasciare il campo al terzo del Regime partitocratico.

3) O DI QUA, O DI LA'; IL TOTEM VECCHIO DI MEZZO SECOLO?

Quando da parte del Polo si insiste sul "o di qua o di là" (e fra i Riformatori alcuni sembrano intenderlo nello stesso modo, per cui auspicherebbero un voto a Formigoni invece che a Pannella, ad esempio) occorre intendersi: per 50 anni il consociativismo, la partitocrazia, si sono affermati ed imposti proprio nell' "O di qua (con la DC) o di là (con il PCI)". Unica variante sarebbe quella tentata nel 1953 con la legge detta "truffa", legge severa, difficile ma di galantuomini, che dava un premio di maggioranza (che non scattò) a chi avesse ottenuto la maggioranza assoluta dei voti. I post-comunisti e post-democristiani-Limited ora vogliono invece che il premio avere, e in misura maggiore, maggioranze relative di voti.

Noi non intendiamo minimamente avallare una alternativa, o anche solamente una alternanza, fra la politica di governo resa possibile dalla Lega, e imposta al resto del Parlamento, nei suoi primi nove mesi, e una politica guidata dal boiardo DC e statalista Prodi.

Né fra la politica sgangherata fino ai limiti dell'inedito dei Gambino e di Treu, di gran parte del Governo dei tecnici, trasformista e opportunista oltre che tecnicamente indecorosa, e quella alla quale molti pensano di inchiodare Tonino Di Pietro, se Prodi non ce la facesse a vincere.

Se il Polo non accetta - e subito - una prospettiva precisa, un progetto di legislatura e di Riforme radicali, occuperà il posto di una metà della DC, così come la "sinistra" quello dell'altra metà. Il nostro compito è anche quello di scongiurare questa deriva. Il mondo dei mass media, il blocco sociale mostruosamente unanimistico che postula e presuppone - "progressista" con immensi margini di autonomia e di sostituzione di leadership - è di nuovo al centro del Regime, come per decenni.

Contiamo sulle contraddizioni e sulle eccezioni. Ma da subito.

Dalla "notizia" della nostra presenza come "concorrenti", e non come interni, alle altre due forze principali.

4) PADOVA. PREANNUNCIO SICURO PER IL 23 APRILE. A MENO CHE....

Con Giovanni Negri ci siamo insieme curvati ad analizzare la vicenda delle elezioni padovane. Le semplicistiche interpretazioni più o meno generalmente adottate ci sembrano del tutto inadeguate e fuorvianti. Siamo partiti dai seguenti presupposti: I) I sondaggi hanno costantemente, quale che ne fosse la fonte, [dato Negri vincente]. Eppure Negri sin da subito, da 40 giorni prima delle elezioni, era quello che era, "abortista" e liberale anziche' clericale e intollerante. 2) Negri era sicuramente molto meno marcato di Emma Bonino su questo fronte: egli era stato innanzitutto il radicale della lotta contro lo sterminio per fame nel mondo, con importanti collaborazioni con la Chiesa e i cattolici. Cos'è allora accaduto? 3) Molto probabilmente qualcosa che deve immediatamente mettere in allarme il POLO (e la Fininvest) contro un atteggiamento assolutamente suicida e non liberale. Molto probabilmente si sono astenuti almeno un quarto (e non solamente il 16%) degli elettori, prevalentemente del Polo e moderati. Me

ntre gli apparati di potere clericali e pdessini hanno convogliato un 10% di elettori lo scorso anno astenuti o che dispersero il voto.

Questo è quanto sta probabilmente per accadere il 23 Aprile.

Queste sono le elezioni le più spoliticizzate, le meno combattute dal 1946 ad oggi. In totale il cittadino è raggiunto da poco più del 20% dei messaggi e dei dibattiti di mass-media degli ultimi lustri. La par condicio ha ottenuto l'effetto voluto: si è oscurato per l'80% il dibattito politico ed elettorale. Par condicio "socialista": la menzogna, o il potere e il sottopotere burocratico e clientelare.

La tentazione del nonvoto, dell'astensione, della distrazione è in tal modo scientificamente, materialmente sollecitata. Se non si scatena un contesto di passione politica ed elettorale, il cittadino - per primo - tende a disinteressarsi anche del poco che gli viene proposto. Vincono le appartenze, le etnie, le cosche, poteri e sottopoteri di ogni genere.

Se la Fininvest per prima non cessa dalla sua serrata, se non dà l'esempio, nelle prossime ore, rivedendo il "realismo" che le fa lasciare alla RAI TV ogni funzione civile e politico-democratica, non solamente rinnega il proprio passato, ma contribuirà in modo determinante al successo di coloro cui, a testimonianza di debolezza e vocazione consociativa, è più o meno disposta a affittare reti, cedere testate, dare spazio privilegiato ecc...

Se invece dà l'esempio, se è ancora in tempo, esso sara' seguito da centinaia di altre televisioni. Oltretutto rispettando molto più la legge, ospitando non le "liste" o "i gruppi", ma i 4 Poli principali.

 
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