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Giannini Claudia - 12 aprile 1995
BERLUSCONI A PANNELLA: "E' COLPA TUA!"
Ma Prodi: "Lo vedete? Candidato giusto, alleanza solida, e si vince facilmente"

di Claudia Giannini

SOMMARIO. Si riferiscono le varie reazioni alla sconfitta subìta dal Polo nelle elezioni suppletive di Padova.

(IL GAZZETTINO, 12 aprile 1995)

Roma - NOSTRA REDAZIONE

Il Polo incassa la sconfitta con fair-play verso l'esterno (ma Berlusconi e Pannella arrivano agli insulti). Il fronte progressista incassa la vittoria senza cedere alla tentazione del trionfalismo. Entrambi sono consapevoli di avere avuto a che fare, a Padova, con un test elettorale parziale, il cui esito non sarà automaticamente riproducibile, di qui a una manciata di giorni, su scala nazionale. "Questa è una lezione che sapremo mettere a frutto", dice Berlusconi.

E aggiunge: "Questo collegio apparteneva ai riformatori, e Pannella si è impuntato, nonostante gli avessimo fatto presente che secondo noi la scelta avrebbe dovuto essere diversa>>. E spiega che Giovanni Negri è una persona di tutto rispetto, ma del tutto inadatta a calamitare l'elettorato padovano. In futuro, dunque, sarà vitale scegliere il candidato giusto per il collegio giusto.

Tra Pannella e Berlusconi, in ogni caso, l'idillio pare definitivamente infranto. "Pannella ormai è perso nella sua follia, e chissà dove sarà a quest'ora", dice il leader di Fi. E Pannella replica acido: "Sto dove si costruisce diritto e democrazia, senza che mai successi e insuccessi mi facciano impazzire come altri". Intanto - mentre da accusato tenta di trasformarsi in accusatore, imputando alla Fininvest una "scarsa informazione sulla campagna elettorale" - Pannella rintuzza gli attacchi che continuano a venirgli da Diego Masi, candidato del centro sinistra in Lombardia: "E' un vecchio riflesso. Masi spara cavolate tutti i giorni".

Ma, nel Polo, il grande imputato è ancora il moderato assenteista. Berlusconi attribuisce la sconfitta di Negri non soltanto al suo essere né cattolico né veneto, ma anche alla tendenza all'astensione degli elettorati moderati.

Per Gasparri (An), "la lezione di Padova è che nel Polo servono maggiore compattezza e omogeneità, e che decisivi sono la chiarezza e l'equilibrio, rifuggendo da ogni estremismo". La "piccola sconfitta" di Padova non turba neppure Maceratini: "La sbornia passa in fretta. Stavolta - pronostica - durerà al massimo 10 giorni. Sinistra e compagnia bella, da Bossi alla Bindi, si risveglieranno il 24 aprile con qualcosa di più di un pesante cerchio alla testa".

Prodi, intanto, se la gode: "Domenica è stata una bella giornata. Il significato di Padova non può essere portato al di là della sua dimensione, ma prova che, avendo un candidato serio e uno schieramento credibile, le elezioni si vincono molto facilmente". Anche a suo parere, difficilmente questo risultato potrà riprodursi su scala nazionale, "ma si tratta di un buon auspicio". Si compiace anche Bossi: "Il popolo italiano continua a pensare con la sua testa, e valuta negativamente la truffa sostenuta dai tentativi ipnotici dei vari cortigiani della corte dei mirracoli di Arcore". Per il segretario dell'altro-Ppi, Bianco, Padova dimostra che "non c'è vento di destra", e anche che "la stragrande maggiornaza degli elettori, l'ossatura del partito, resta con la maggioranza". Ma Buttiglione, segretario del Ppi, afferma: "Negri non era il nostro candidato". Intanto, il segretario di Rifondazione comunista se la prende con Rosy Bindi, per la quale da Padova dovrebbe nascere un modello buono per tutto il Paese, fa

cendole notare che "Padova non è l'Italia". Se si vuole sconfiggere la destra, dice, occorre abbattere ogni preclusione nei confronti di Prc. Replica la Bindi: "Farò di tutto perchè il modello di Padova diventi nazionale".

Intanto il riformatore Calderisi, con un'interrogazione, chiede di sapere se la lista presentata al comune di Borgoricco (Pd), il cui contrassegno comprende il simbolo del Ppi, progressisti e Liga veneta, aveva l'autorizzazione degli organi competenti del Ppi.

 
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