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Archivio Lista Pannella Riformatori
Pannella Marco - 14 aprile 1995
"PERCHE' I RIFORMATORI SI PRESENTANO DA SOLI ALLE ELEZIONI REGIONALI"
di Marco Pannella

SOMMARIO. Nel ricalco di un precedente comunicato-stampa, Pannella fornisce le motivazioni della scelta di presentare autonome Liste Pannella-Riformatori alle elezioni regionali del 1995.

(L'Informazione, 14 aprile 1995)

Il Movimento dei club Pannella-Riformatori ha deciso di presentarsi assolutamente da solo, quindi anche come concorrente in tutta Italia, a queste elezioni regionali, sicché quarantatré milioni di italiani, e non solamente una parte di essi, potranno e dovranno scegliere, ovunque, fra polo Berlusconi-Fini, partito D'Alema-Prodi e Movimento Pannella Riformatori.

Tale posizione è assolutamente unica con l'eccezione, in alcune regioni, della Lega e di Rifondazione Comunista. Così in Lombardia gli elettori dovranno scegliere tra Formigoni, Masi e Pannella (almeno quelli liberali socialisti, laici, referendari, repubblicani, socialdemocratici, federalisti e riformatori).

A Roma fra Michelini, Badaloni e Mastrantoni, del nostro movimento; e così, a Bari, fra due ex-democristiani (Di Staso, Ferrara Mirenzi per i progressisti) e Pannella, anche qui candidato alla presidenza della Regione... e cosi' via. I mass-media, unanimi, hanno dato poco o nessun rilievo a questa effettiva notizia: la gente - vista la complessita' della "nuova" legge elettorale - non lo sa, non ne apprezza il significato.

Occorre, insomma, che nessuno comprenda l'enorme differenza che passa tra l'autonomia, la singolarità nostra e quella non solamente, ad esempio, del CcD (che presenta liste autonome nel proporzionale ma collegato con il polo nel maggioritario) ma soprattutto di verdi, "democratici", laburisti, prodiani e i tanti altri cespugli e venditori di ulive e di ghiande che vivono sotto e grazie alla Quercia.

Noi abbiamo dallo scorso anno proposto a Berlusconi un vero e proprio patto di legislatura, di unità anche organizzata, di riforme anche radicali delle istituzioni, della politica.

Berlusconi non è stato in condizioni di corrispondere a questa nostra impostazione e proposta. Sempre piu' infatti, il Polo sta divenendo una realtà complessa, complicata, contaddittoria, dove la specificità liberale, liberista, libertaria, riformatrice, referendaria, alternativa radicalmente al blocco di conservazione di potere e sociale della sinistra sociologica (sempre piu' democristianizzata) si va offuscando.

I contenuti che noi proponiamo a questa alleanza sono gli stessi - resi ancor piu' impellenti e credibili - che abbiamo inutilmente proposto alla sinistra sociologica, al Pci e poi al Pds, per due decenni e con sempre maggiore insistenza nell'ultimo lustro. Ma i tempi incalzano: la destra e il centro-destra rischiano sempre piu' di avere zone ampie di simiglianza e di convergenza con l'involuzione consociativa, prodiana, democristiana, continuista, trasformista, della "sinistra".

Un forte voto per noi il 23 aprile invertirebbe il corso delle cose e imporrebbe alle componenti liberali e moderne del blocco di potere di "sinistra" di raggiungerci per creare un forte partito della riforma, il secondo o il terzo della II Repubblica che altrimenti non vedrà mai la luce, per lasciare il campo al terzo tempo del regime partitocratico.

Per questo noi insistiamo nel proporre testardamente una alleanza di profondo e lungo respiro, riformatrice, fra riformatori (che rappresentano sempre piu' le grandi tradizioni e aspirazioni liberali, repubblicane, socialiste e riformiste, libertarie, liberali) e Berlusconi. Quando da parte del Polo si insiste sul "o di qua' o di la'" occorre intendersi: per 50 anni il consociativismo, la partitocrazia si sono affermati ed imposti proprio nel "o di qua' (con la DC) o di la' (con il Pci)".

Noi non intendiamo minimamente avallare un'alternativa o anche solamente un'alternanza fra politica di governo resa possibile dalla Lega, ed una politica sgangherata fino ai limiti dell'inedito dei Gambino e di Treu, di gran parte del governo dei tecnici, trasformista e opportunista oltre che tecnicamente indecoroso.

Se il Polo non accetta, e subito, una prospettiva precisa, un progetto di legislatura e di riforme radicali, occupera' il posto di una metà della Dc così come la "sinistra" quella dell'altra meta'. Il nostro compito è anche quello di scongiurare questa deriva.

 
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