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Pannella Marco - 16 aprile 1995
RIFORMATORI, IL TERZO POLO CONTRO ULIVE E GHIANDE
di Marco Pannella

SOMMARIO. Nell'articolo si ripetono gli schemi (già enunciati in un importante comunicato stampa) che caratterizzano la campagna elettorale per le regionali 1995. In particolare, l'accentuazione del carattere laico delle Liste Pannella contro la democristianizzazione del Polo e dei Progressisti, e la richiesta di un vero patto liberale rivolto a Berlusconi.

(Il Tempo, 16 aprile 1995)

Il Movimento dei Club Pannella-Riformatori si presenta assolutamente da solo a queste elezioni regionali, in tutta Italia. Se lo vorranno, 45 milioni di italiani, e non solamente una parte di essi, potrà ora scegliere fra polo Berlusconi-Fini, partito D'Alema-Prodi e Movimento Pannella-Riformatori. Nessun'altra forza è in grado di proporlo. Lega e Rifondazione Comunista sono presenti solo in alcune regioni, il Ccd ha liste autonome nel proporzionale ma collegate con il Polo nel maggioritario. "Verdi", "democratici", laburisti e prodiani sono cespugli e venditori di olive e di ghiande, subalterni alla Quercia di D'Alema.

Siamo il Terzo Polo. Il polo della rivoluzione antipartitocratica e liberale, repubblicana e federalista, liberista e libertaria, ambientalista e antiproibizionista (si tratti di divorzio, di aborto, di droga) che rischia altrimenti di essere, ancora una volta, soffocata, non rappresentata. Se le Liste Pannella-Riformatori avranno molti voti, sarà possibile sconfiggere i vertici oligarchici, le burocrazie delle sinistre di potere, stataliste e frontiste per dare vita ad una grande alleanza per la rivoluzione liberale e laica.

A Roma, per la Regione, noi siamo ancora una volta presenti, con Mastrantoni come candidato alla Presidenza. L'elettore poteva scegliere tra Badaloni e Michelini, così come a Milano tra Masi e Formigoni, o a Bari, o in Calabria: tra ex democristiani. Ma Roma è stata la città che ha sempre dato il maggior apporto, il più forte sostegno alle grandi battaglie di libertà radicali, dal divorzio in poi, smentendo l'immagine di città pigra, incapace di scegliere, subalterna. Contro il possibile, nuovo consociativismo, in cui il Polo berlusconiano occuperebbe il ruolo di metà della Democrazia Cristiana e il PDS/PCI l'altra metà, il voto del 27 aprile sarà dunque un voto drammaticamente politico (e per nasconderlo, i "mass media" danno poco o nessun rilievo a questa che è la vera novità di queste elezioni).

Avevamo proposto al governo Berlusconi un patto di legislatura su un programma di contenuti liberali, limpidamente riformatori delle istituzioni e della politica. Silvio non è stato in grado di corrispondere alla nostra impostazione. Il Polo è sempre più qualcosa di informe e di contraddittorio, dove la specificità liberale e liberista, alternativa radicalmente al blocco di potere della sinistra sociologica (ancorché democristianizzata) va sparendo. Occorreva dire basta. Ecco perché le Liste Pannella-Riformatori, con i contenuti, il programma che testardamente proponiamo, per una nuova forte alleanza.

E se vinceremo il 27 aprile, potremo avviare anche la vera riforma delle istituzioni nazionali, per eleggere un Presidente all'americana, per realizzare un federalismo di pari tipo, per ridurre a due o a tre i partiti, per sbattere via la sindacatocrazia del parastato sindacale di oggi. Darci un voto forte, per fare i referendum, un nuovo parlamento a giugno, e riformare il paese è necessario. Da sempre sappiamo far tesoro della fiducia che ci è accordata.

 
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