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Pannella Marco - 21 aprile 1995
PANNELLA: <>

"Il consociativismo è sempre in agguato". "Scalfaro? E' il miglior presidente possibile".

SOMMARIO: Si tratta di uno dei vari articoli "standard" a firma Pannella accolti nei piccoli giornali locali o di provincia nel corso della campagna elettorale per le regionali del 1995

(Il Gazzettino, 21 aprile 1995

Voto utile? Vale anche per il centro-destra, spiega Giuliano Ferrara: come dire, alle regionali nel maggioritario votate per il Polo, lasciando perdere i Riformatori di Pannella. Il quale replica dandogli del fazioso e ricordando i "suoi trascorsi craxisti". E spiega, in questa intervista al "Gazzettino", perché invece è utile votare le sue liste.

Marco Pannella: è bastata la sconfitta elettorale nel mini-test di Padova Ovest per scatenare recriminazioni e distinguo dentro il Polo. Ma non eravate tutti allineati e coperti?

"Il problema è assai più serio e grave. A Padova hanno vinto gli apparati coalizzati per la loro propria autoconservazione, e il vecchio sistema democristiano che oggi rinasce, ancora una volta contro il cattolicesimo liberale. A Padova, i "progressisti" hanno svenduto ogni idealità alla vecchia Dc. E questo è accaduto in primo luogo grazie alla truffa della par condicio, che ha rese clandestine le elezioni".

E se domenica, nel ben più significativo test elettorale, ci fosse il bis?

"Certo il sistema democristiano potrà vincere anche il 23 aprile, se gli elettori non comprenderanno che vi è una possibilità di scelta diversa, davvero liberale e antipartitocratica. Non è più questione di collanti, di tenere insieme i vecchi partiti per farci tornare alla prima Repubblica,ma di farli fuori, spazzarli via grazie alle regole della democrazia all'americana, all'inglese, facendo scegliere ai cittadini il presidente, realizzando il federalismo (non come ciancia Bosssi) nel Paese, nelle regioni e nelle città".

Come Riformatori vi presentate da soli, fuori dal Polo: perchè?

"La scelta che devono compiere oggi gli elettori è tra continuare a subire le dinamiche della prima Repubblica, dei partiti che l'hanno sfasciata, e la politica referendaria e nobile, anticonsociativa, democratica perchè è capace di consentire alle persone di dividersi e di schierarsi, nel dialogo rigoroso e anche duro che è appunto la democrazia e il metodo che la qualifica".

Ma in questo modo non togliete voti soprattutto a Berlusconi?

"Silvio rischia di cadere nel vecchio e tragico gioco del consociativismo partitocratico, se non ci saremo noi ad aiutare il Berlusconi liberale e anticonsociativista. Lo stiamo già facendo, con il terzo polo delle Liste Pannella-Riformatori, che sono state le uniche in grado di candidarsi dappertutto, in tutte le regioni, autonomamente".

Andare alle politiche con l'attuale legge elettorale non finirà per riproporre gli stessi risultati?

"Certo il sistema migliore è quello uninominale secco a un turno, il sistema americano e inglese. Lo avevamo imposto con i referendum, ma il Parlamento lo ha ancora in buona parte impedito. Lo diciamo da vent'anni: senza il sistema uninominale secco, che consente scelte alternative tra due o tre partiti, resteremo nella prima Repubblica, anzi nel peggio di essa, in un consociativismo della bancarotta che sarebbe irreparabile".

Lei ha ammonito Berlusconi a stare attento a Fini: che aria tira?

"Ci siamo sempre battuti perchè il Msi venisse sdoganato, e i suoi elettori potessero partecipare a tutte le responsabilità della vita pubblica. Io stesso andai, oltre dieci anni fa, a un congresso del Msi (e la sinistra violenta mi diede del fascista). Ma noi vogliamo che, accanto a una destra, vi sia anche un Polo, una forza autenticamente liberale, einaudiana, europea, magari "amerikana". E Silvio vinse un anno fa su un programma di questo tipo. Oggi, purtroppo, quella spinta appare affievolita nel Polo. Dunque..."

Cosa manca oggi all'Italia per avere un vero centro-destra e un vero centro-sinistra?

"Oggi le parti sono chiare: chi sembra di nuovo trionfare sono i conservatori, di destra o di sinistra che siano, i conservatori del regime del debito pubblico e del consociativismo partitocratico: la vecchia Dc, o il peggio di essa. A Milano, come a Roma, in Calabria o in Puglia, i candidati sono intercambiabili. Mancano i riformatori della rivoluzione liberale. Manca, intanto, che si voti Riformatore il 23 aprile".

Lei e' stato l'artefice principale dell'elezione di Scalfaro a presidente della Repubblica. Oggi lo rifarebbe?

"Certamente. Scalfaro e' oggi il miglior presidente possibile. Avra' commesso, e ha commesso, grossi sbagli, ma sono gli sbagli di un grande presidente".

 
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