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Pannella Marco - 27 aprile 1995
SILVIO O ROMANO PER ME PARI SONO
di Goffredo Buccini

SOMMARIO: Importante intervista, a carattere strategico. Pannella illustra i suoi progetti dopo le regionali 1995. Nessun cambiamento, ma anzi riaffermazione di un obiettivo riformatore di grande portata, che è a disposizione di chi voglia farsene promotore, "Silvio, o Romano" (cioè Berlusconi o Prodi) non fa differenza. Poiché si occupa di questi temi, non cura le polemiche di Ferrara o di Taradash. Dà acuti giudizi sul rischio di degrado della situazione politica italiana. Documento, quindi, importante, pubblicato con rilievo, non senza motivo, dal Corriere della Sera...

(Corriere della Sera, 27 aprile 1995)

Il leader riformatore: "Io tratto con Fini e Berlusconi. Ferrara e Taradash non mi turbano. I referendum? Non mollo".

Pannella: "Ho un programma e chi ci sta diventa mio alleato, ho sempre agito cosi'".

Adesso ne ha le tasche piene. Matto, diva, isterico? Marco Pannella sbuffa nella cornetta del telefono e spiega da Bruxelles che lui vola molto, ma molto piu' alto: "Lo scriva pure, ho da poco finito di intervenire al Parlamento Europeo".

Come dire: cosa volete che mi importi di certe risse da pollaio e del broncio di Taradash, delle regionali perdute e degli sberleffi di Giuliano Ferrara? Eppure, si capisce, un combattente come lui puo' resistere a tutto tranne che alla tentazione della bagarre. Quindi manda messaggi d'amor ferito a Berlusconi, "lo incalzero', gli riproporro' un'alleanza". Spiega che pure nel Polo tira brutta aria: "Politiche restauratrici e consociative si stanno affermando dappertutto". E alla fine si lancia in un veloce contropiede: " Il mio è un programma di governo liberale, libertario e liberista. Un programma che se vuole, Romano si puo' prendere". Romano? "Romano Prodi". Se qualcuno per caso dovesse stupirsi, Pannella e' pronto a stupirsi del suo stupore: "Mbeh? Ho sempre agito cosi', io faccio un programma e chi ci sta diventa mio alleato".

Ma per il Polo lei è già un caso clinico. Berlusconi "affettuosamente" la descrive sperduto nella follia. Ferrara la accusa di isteria...come finira' questa storia?

"Non mi preoccupa questo. Mi preoccupa rafforzare l'alternativa al rapidissimo degrado della politica italiana".

Cioè?

"Cioè, bisogna contrapporre con durezza l'Unione dei Riformatori (e lo scriva con la maiuscola per cortesia) alla restaurazione che si va affermando. Io dicevo: riforma o restaurazione. I fatti mi danno ragione"

Dunque ne è convinto? Anche nel Polo avanza la restaurazione?

"Certo. E' da dicembre che vado dicendolo".

Ferrara in un'intervista alla "Stampa", parla con fastidio di lei e del Ccd, "piccole identità" riaffiorate dalle elezioni come forze cuscinetto...

" Ferrara ha perso il pelo ma non il vizio. Era un comunista Khomeinista...ma non è lui il problema"

Diciamola tutta. Berlusconi per compiacerla aveva candidato Giovanni Negri a Padova, andando incontro a sconfitta sicura. E lei tanto per ricambiare gli ha fatto perdere Lazio e Abruzzo correndo da solo alle regionali...E' innegabile che ha fatto al Polo un bello scherzetto, no?

"Io faccio politica e mi auguro la faccia anche Berlusconi. Questo non è il mercatino degli scambi in natura"

Ma se perfino il mite Dotti le dice: "Ti sei preso una grossa responsabilità".

"Guardi, ormai anche gli editorialisti ci danno ragione. Se ha da esserci in questo Paese un'alternativa liberale e riformatrice, questa deve pur essere sostenuta da qualcuno, no?"

Lei sapeva di perdere le regionali, no?

" Certo. Inoltre nelle amministrative abbiamo sempre fatto la meta' del risultato delle europee. Pero', politicamente, non mi sento affatto sconfitto. Come non lo ero nel '76. Noi tentiamo di unire chi vuole una riforma americana delle istituzioni. Cerchiamo di unire i riformatori a destra, sinistra, centro".

I maligni dicono che i suoi candidati o sono sbagliati come Negri a Padova, o troppo deboli come Pezzuto in Liguria, un giovane inesperto, alle prime armi. A lei piace perdere?

"Queste cose mi fanno sorridere, io non sono uno sconfitto. Senza potere o sottopotere, credo di avere diverse vittorie dalla mia. E penso di avere all'attivo anche la funzione di un nuovo ceto dirigente che va da Rutelli a Negri...Le componenti sadomasochiste fanno poco parte di me. C'è chi ricorre alla psicologia per spiegare cio' che non comprende politicamente. Pezzuto ha ventinove anni, ne dimostra meno, d'accordo, ma per cinque anni e' stato consigliere a Genova e da dodici e' un nostro militante. Detto cio', resto determinato a non farmi distrarre dal coro delle rane".

Ha altro da fare?

"Glie l'ho spiegato. Berlusconi lo incalzero'. E non gli propongo un "collegamento", ma un'alleanza. In termini liberali, liberisti e libertari."

Invece se quei termini li accettasse Prodi...

" Diavolo! L'ho detto anche in televisione! Il mio metodo non e' mai cambiato. Posto l'obiettivo, il mio compagno di strada e' chi ci sta".

Intanto Ferrara va giu' con la frusta...Dice che lei ha fatto la scelta della solitudine alle regionali per vedere se Taradash la amava o no...

" La interrompo. Io mi occupo di iniziativa politica. Di Berlusconi e di Fini che sono responsabili politici. Non di altri"

"Pero' lei e Taradash siete ai ferri corti. A Radio Radicale lei gli ha rinfacciato di preferire Formigoni a Milano:"Cosi' scrivi un epitaffio sulla nostra storia"..

"La interrompo di nuovo. I miei interlocutori sono Berlusconi e Fini, Prodi e D'Alema. La mia iniziativa politica e' volta li'. Non mi piacciono le tempeste nei bicchieri d'acqua, non mi turbano".

Non le importa proprio nulla di Taradash?

"Non mi cambi le parole. Ho detto che non mi turba. A uno che lotta a livello di Scalfaro e Berlusconi, non gli si viene a parlare di Taradash e di Ferrara. Vede, noi esistiamo da trent'anni e, prima di noi, chi aveva la nostra posizione veniva assassinato, politicamente o fisicamente".

Che mi dice dei referendum? Pensa che si faranno davvero a giugno?

" I referendum sono l'oggetto della nostra lotta politica, io lottero' ferocemente perche' si facciano. Certo, sono d'accordo con chi scrive una semplice verita': gia' da tempo tutti stanno cercando di evitarli".

In un'intervista Gianni Letta dice...

"Guardi, mi stavo occupando del Parlamento europeo. Letta non l'ho...letto".

Comunque, Letta dice: "O i referendum si fanno tutti o non se ne fa nessuno. e apre cosi' lo spazio alla trattativa...

"E questa è l'impostazione che denuncio. Stanno cercando di trattare. E il referendum più importante è quello del sindacato, che terrorizza i conservatori di destra, sinistra e centro".

Non la rattrista che i referendum si riducano ad un plebiscito pro o contro Berlusconi ?

"Mi si diceva questo anche quando facevo le battaglie su aborto e divorzio, e poi se ne impossessavano gli altri! Non importa. la ruota del pavone la mettano gli altri. Un riformatore la sua battaglia la fa comunque".

 
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