8 maggio 1995SOMMARIO. Bozza di documento elaborato a Grottaferrata, durante la riunione della segreteria del Movimento dei Club pannella-Riformatori (6-7-8 maggio 1995). Riprende la tematica sulla nonviolenza, per cercare di individuare le nuove forme che dovrà assumere, le iniziative, gli obiettivi o gli interlocutori (Rai, Finivest, ecc.)
L'attuale affermarsi sempre più rapido di una prospettiva di regime socialburocratico, che trova nel sindacato, nel proliferare delle strutture partitiche tradizionali, nel rafforzarsi dell'organizzazione corporativistica della società il suo motore, sta provocando la progressiva chiusura di tutti gli spazi di confronto politico e la neutralizzazione di ogni possibile occasione di conflitto e di scelta su prospettive di riforma.
Parallelamente, si rafforzano scelte legislative di ispirazione nettamente autoritaria, tese ad annullare gli spazi di libertà dei cittadini e la loro stessa possibilità di una partecipazione politica che non voglia esprimersi nella forma della delega a quelle burocrazie.
Nella prospettiva di rafforzamento del Movimento e della organizzazione - a partire da questo - di un luogo non di passiva re-azione, ma di resistenza attiva e di lotta, occorre urgentemente riprendere consapevolezza dell'indispensabilità della metodologia d'azione non violenta; si tratta di rielaborare una prassi capace di evidenziare i tratti autoritari della "soluzione" che va affermandosi, rendendone clamorosamente visibili le conseguenze sui diritti civili e sulle libertà della persona.
Occorre, nella pratica, non limitarsi all'arma del "digiuno di dialogo", ma mirare ad azioni di disobbedienza civile, di autodenuncia, a forme rigorose di non collaborazione con un potere che assume questo volto autoritario; si tratta di riattualizzare le forme di lotta che hanno permesso al movimento dei diritti civili di evidenziare, in passato, lo scandalo della violenza del regime consociativo attraverso autodenunce, arresti, processi.
Nella promozione di nuovi Club è quindi urgente la creazione di nuclei di militanti che si propongano come priorità di ricercare modi ed obiettivi dell'azione non violenta.
Nell'immediato, l'azione potrà essere tesa alla denuncia del soffocamento della campagna referendaria cui chiarissimamente tendono i poli informativi.
1- Tempi e modi della campagna verso la RAI
E' probabile che vengano fatti passi indietro rispetto alla campagna referendum '92, che fu regolamentata con l'equal-time fra comitato sì e comitato no. Occorre conoscere l'orientamento della Commissione Vigilanza, per intervenire nel caso con una azione diretta mirante a bloccare i lavori della Commissione stessa.
Per quanto poi riguarda la raccolta delle firme sui nuovi 18 referendum, occorre intervenire per assicurare che il servizio pubblico ne informi da subito i cittadini. La probabile omissione andrà contestata con azioni dirette (tipo: blocco cancelli Saxa Rubra).
2- Fininvest
Va contestata la decisione Fininvest di dar spazio a confronti solo sui referendum riguardanti la legge Mammì. Azioni progettabili: interruzione/disturbo del segnale; intromissione durante trasmissioni in diretta.
3- Garante
Occorre sottoporre al garante i quesiti sull'interferenza della normativa della "par condicio" sulla campagana referendaria; le risposte potranno dar luogo ad azioni di disobbedienza durante la campagna stessa.
4- Azioni sui singoli quesiti
Durante la campagna di raccolta firme è possibile individuare azioni non violente legate alle singole normative abrogande (es.:obiezione di coscienza, droga).
5- Raccolta firme
Si può già preventivamente annunciare la nostra non collaborazione con la normativa che la complica ai limiti del possibile (occupazione suolo pubblico, autorizzazioni ai cancellieri etc.), dando luogo alle possibili azioni di disobbedienza (tavolo senza autorizzazione, proteste in tribunale, etc.)