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Calderisi Giuseppe - 10 maggio 1995
TRATTENUTE SINDACALI. NO ALLA LEGGE TRUFFA PER TENTARE DI SCIPPARE IL REFERENDUM.
IL TESTO APPROVATO DAL SENATO ELUDE TOTALMENTE LA FINALITA' DEL REFERENDUM PRECISATA DALLA STESSA CORTE COSTITUZIONALE.

10 maggio 1995

di Peppino Calderisi (dichiarazione)

SOMMARIO. Importante presa di posizione dei Riformatori in merito all'iniziativa parlamentare intesa ad eludere il referendum sulle trattenute sindacali. Preannuncia una opposizione parlamentare fino ai limiti del "filibustering"

"Il testo del disegno di legge approvato dal Senato ed ora in Commissione Lavoro alla Camera elude totalmente la finalità del referendum così come precisata dalla stessa Corte Costituzionale nella sentenza di ammissibilità.

La Corte infatti, nel verificare se il quesito è chiaro, omogeneo ed univoco, enuclea e precisa essa stessa la "ratio", la finalità del referendum. In questo caso ha affermato che l'obiettivo è quello di "restituire la materia all'autonomia privata, facendo venir meno l'obbligo legale di cooperazione gravante sul datore di lavoro", cioè di fare il gabelliere per conto dei sindacati.

Il disegno di legge, invece di delegificare la materia, continua a imporre "trattenute e versamenti da effettuarsi a cura del datore di lavoro", confermando pertanto quell'obbligo di legge che costituisce l'obiettivo del referendum.

Per tali ragioni eserciteremo la più intransigente opposizione contro questo tentativo di frodare la volontà popolare. Ci opporremo a qualunque colpo di mano, ricorrendo se necessario al filibustering.

La garanzia dell'Ufficio centrale della Cassazione non è purtroppo sufficiente. Infatti l'attività legislativa del Parlamento, così intempestiva e fraudolenta, produce danni gravissimi anche qualora la Cassazione dovesse riconoscere che la nuova legge non è idonea ad evitare il voto popolare. In questo caso, infatti, anche se si è giunti a pochi giorni dalla consultazione, il quesito viene trasferito dalla Cassazione sulla nuova legge, mutando la propria portata giuridica e politica; subito dopo la Corte Costituzionale deve pronunciarsi una seconda volta sull'ammissibilità del nuovo quesito; le schede elettorale eventualmente già predisposte devono essere ristampate con il nuovo testo! La confusione sarebbe tale da sconvolgere la campagna elettorale e da rendere impossibile il processo formativo della volontà popolare.

 
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