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Pannella Marco - 12 maggio 1995
UNA LETTERA DI MARCO PANNELLA

URGENTE - Ai Consiglieri Generali, ai punti di riferimento del Movimento, ai militanti impegnati nel perseguimento degli obiettivi che il Congresso, i Consigli Generali, lo Statuto ci assegnano. E, per conoscenza, ai Segretari Nazionali.

12 maggio 1995, Roma

SOMMARIO: Dura, e immediata, reazione alle iniziative, affioranti in singoli aderenti (o esponenti) al Movimento dei Club, di contrapporsi alla linea del Movimento e di Pannella, per essere utilizzati in funzione di elemento di rottura della campagna politica del Movimento stesso. Informa della non validità giuridica della loro pretesa di rappresentanza del Movimento e sui tentativi messi in atto per scongiurare la giravolta della Fininvest e di Forza Italia, che sembrano intenzionati a voler "scaricare" tutti i referendum che non siano quelli che interessano la Fininvest.

Care e cari compagni ed amici,

di ritorno da Bruxelles dove la sera e la notte scorsa abbiamo aperto la campagna di raccolta firme sui 18 referendum, nel corso di un Assemblea del Movimento cui hanno partecipato oltre duecento italiani, trovo sul mio tavolo l'ennesimo comunicato su carta intestata del Movimento dei Club Pannella-Riformatori ecc..., inviato alla stampa, dal titolo: "Pannella sbaglia", firmato dai "Consiglieri Generali Bernaudo, Onofri e Passariello", con segnalazione finale: "uff.stampa: 06-77800536, 081-8849815".

Raramente, in quarant'anni, nei nostri ambienti e nelle nostre organizzazioni, libertarie (fondate quindi al massimo sul rispetto delle regole e sulla responsabilità di ciascuno e di tutti) vi sono stati sintomi di così chiara patologia - di tale misura - politica e umana, di costumi e di serietà.

Vi chiedo scusa se devo occupare la vostra attenzione con fatti di tale livello. Ma occorre essere puntuali.

1) L'uso della rappresentanza di un Movimento o partito, di una qualsiasi associazione, dei suoi logos, è sempre e ovunque compito e responsabilità di coloro che ne sono i titolari e statutari, giuridici, politici.

Chiunque, quindi, riceva comunicati su carta intestata del Movimento non può che ritenere che coloro che la usano e li inviano esercitano un compito legittimo di rappresentanza e di iniziativa politica non meramente privata o personale. Ora il nostro Statuto, e la consuetudine di ogni tipo di associazione, non prevedono e non possono consentire che i singoli membri di un determinato organo collegiale si attribuiscono parti di, o totale, rappresentanza dell'organo stesso. I consiglieri generali, in quanto tali, dunque, non hanno nessun diritto di usare il nome del Movimento, in modo tale da trarre naturalmente in inganno i destinatari di questo uso o abuso e sottrarre ai responsabili giuridici e politici delle azioni del Movimento in quanto tale simboli, intestazioni, loro affidati e dei quali essi rispondono, in ogni sede, politica, istituzionale, giuridica.

2) Non entrerò a lungo nel merito del comunicato dei tre consiglieri generali (sia detto per inciso: Passariello ha da tempo, in particolare durante le elezioni, usato la carta del Movimento per sue prese di posizioni polemiche contro liste e candidati, decisioni dei Congressi e dei Consigli Generali, da Napoli e da Roma. Ora, Passariello non è Consigliere Generale del Movimento, ma lo diverrà quando il Consiglio Generale prenderà atto dei subentri conseguenti alle dimissioni dei Consiglieri Generali, e constaterà che egli è fra i subentranti. Ma - come diceva Totò - si è uomini o caporali!).

La posizione del Presidente del Movimento, pubblicamente espressa senza una sola critica (in tutte le sedi interne ed ufficiali del Movimento) da parte di chicchessia, è che la Fininvest ha assunto da vari mesi ed in particolare per le elezioni e per i referendum un atteggiamento opposto a quello della sua tradizione passata, "vergognosamente antidemocratico", responsabile in gran parte dell'esito negativo previsto e avutosi nelle elezioni, oscurando totalmente il confronto elettorale, trattando in modo consociativo con il Partito dell'usigrai, del pds, dei progressisti peggiori, e questo malgrado che tempestivamente, prima in modo riservato, poi in modo pubblico, con giudizi e inviti contenuti nelle delibere ufficiali del Movimento, sin dal mese di febbraio, noi abbiamo in ogni sede, politica e aziendale, sollecitato il ritorno a posizioni opposte ed al loro sviluppo. La Fininvest ha già fatto pagare al paese ed alla politica, a Berlusconi politico per primo, un altissimo costo. Dinnanzi alla indiscriminata

"campagna per il no", alla assoluta mancanza di fedeltà agli impegni ed ai patti con noi pubblicamente presi per difendere in ogni modo, perfino con ostruzionismi parlamentari, mettendoli al centro della lotta politica del Polo, i referendum sul sindacato, sul commercio, sulle leggi elettorali comunali, in occasione del comizio dell'Hilton ho ritenuto necessario lanciare "un estremo invito e appello" a Berlusconi ed alla Fininvest perché "entro sabato 13 maggio" insieme si raggiunga un accordo per il rispetto dei patti comuni, e delle lotte in corso, per non andare alla catastrofe civile, per il solo vantaggio, per il solo lucro del salvataggio di una Fininvest divenuta di regime ancor più della RAI-TV.

3) Ho ritenuto tatticamente necessario (a parte la effettiva consistenza del problema) quindi - di fronte alle tesi dei "tredici no" (sic!) ufficialmente circolate, alla campagna di fatto annullante nella pubblica opinione i nostri referendum, in convergenza con la strenua difesa dei nostri parlamentari dell'obiettivo della loro tenuta (che rischia di risolversi politicamente e per l'opinione pubblica in una tela di Penelope) - di affermare che, in tali condizioni, gli stessi nostri "no" ai tre referendum sulla Mammì potevano in ipotesi essere rimessi in discussione, per andare sulla linea dei dodici sì. Sono stato chiarissimo: ho avanzato una ipotesi, non preannunciato questa decisione.

Immediatamente le agenzie hanno trasmesso la dichiarazione di Marco Taradash: "Noi voteremo tre "no" e 9 "sì". "Noi", chi? Il riflesso generale della stampa, e dei politici, ovviamente, non è mancato, è stato quello in tal modo scontato: il Movimento dei Club Pannella - Riformatori non esiste più, esistono alcuni signori, in primis Pannella e Taradash, in conflitto fra di loro. Sistematicamente, ormai, da settimane e mesi, diviene così impossibile gestire una qualsiasi politica. Qui non si tratta più, solamente, di contestare radicalmente una leadership nella sua azione quotidiana di gestione politica, anche solamente tattica, (negando accaloratamente che di questo efferato crimine si potesse essere solamente sospettati: e ciò fino a marzo!); non si tratta nemmeno più di contrapporre alle decisioni, alle liste ai candidati del Movimento, scelte elettorali anche letteralmente opposte e contrapposte; ma di un presenzialismo quotidiano, accanito, per contestare e per opporre alla gestione del Movimento, delle s

ue scelte politiche, ai suoi responsabili, e - in primissimo luogo - non più al "leader", ma al Presidente, ai Segretari, al Consiglio generale, al Congresso, qualsiasi rispetto o considerazione politica.

Nella fattispecie, naturalmente, Fininvest e Berlusconi non hanno nemmeno accusato ricezione del mio messaggio: fra Pannella e Taradash, fra l'una persona o l'altra, si sceglie l'una o l'altra. Punto e basta...

Intanto i giorni passano. I compagni si fanno il mazzo, e non sanno di nuovo come farselo, per costituire e rafforzare i Clubs ed il Movimento nell'immediato, entro il 15 giugno; per cercare di non essere spacciati proprio dal Polo, dal Berlusconi, dalla Fininvest, sui referendum attuali; per tentare di raccogliere i nove milioni di firme necessari entro luglio... per sanare o salvarsi dalla situazione finanziaria e organizzativa, anche per il partito radicale....loro non fannno comunicati come Onofri, Bernaudo, Passariello, contro. Loro fanno. Occorre senza falsi pudori ricordarlo, ribadirlo.

Personalmente ritengo mio obbligo, statutario e politico, non tacere, non far finta di nulla, non "lasciar perdere". Ritengo necessario, opportuno - e profondamente, con commozione - ripetere "grazie e coraggio", alle compagne ed ai compagni agli amici e alle amiche. E, avendo così chiarito, mostrato e dimostrato loro, che anch'io sono ferito e so la gravità di certi comportamenti, posso ora meglio invitare tutti a fare noi quello che dobbiamo, a non distrarci dall'essenziale, a non cedere all'umanissima tentazione di "denunciare" quanto di ingiusto e di indebito ci viene fatto così subire, a non fare polemica che con gli avversari e con le forze politiche che hanno, appunto, la forza propria di ostacolarci o di aiutarci nei nostri disegni e nelle nostre opere. Sperando, così, che si superino i guai..."interni".

Quali rappresentanti statutari, legali, politici del Movimento, di tutti e di ciascuno dei suoi membri, ci limiteremo a fare lo stretto necessario sul piano formale contro gli abusi che continuassero ad essere perpetrati, per miseri che siano come quello della sottrazione della rappresentanza del Movimento con le "patacche" smerciate dai tre "Consiglieri Generali". Non altro.

Augurandoci che non sia d'ora in poi necessario.

Un abbraccio,

Marco Pannella

 
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