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Codarin Luca - 26 maggio 1995
L'OFF-SHORE DEI MIRACOLI. DELL'ALBA RACCONTA CHE...
26 maggio 1995

di Luca Codarin

Trieste Oggi

SOMMARIO. Resoconto della visita a Trieste, e degli incontri avuti, dall'eurodeputato Gf. Dell'Alba, sulla questione della costituzione a Trieste del punto "off-shore". Dell'Alba ha sottolineato le difficoltà ancora presenti, e che ostacolano il progetto, ma ha anche avvertito che, sopratutto stimolando i privati, ci sono tutte le condizioni perché la questione sia risolta e l'"off-shore" veda la luce per il I^ gennaio 1996. Dell'Alba ha poi espresso alcuni giudizi di perplessità circa il comportamento della Slovenia nelle trattative sul suo ingresso nell'Ue.

Gianfranco Dell'Alba, l'uomo dell'Off-shore. E' arrivato ieri a Trieste l'eurodeputato della Lista Pannella-Riformatori. Carta d'identità? L'aver presentato al Parlamento europeo quell'interrogazione che ha permesso di "ripescare" il dossier sul Centro servizi finanziari ed assicurativi. Paola Sain dei Riformatori ha immediatamente affermato che la "visita è forse ritardata rispetto all'approvazione dell'Offshore, ma arriva in un momento importante in quanto il centro finanziario sembra un po' caduto nel dimenticatoio". E Dell'Alba ha ricordato come la venuta in città "è un atto dovuto alle autorità ed alle istituzioni triestine dopo questa decisione importantissima". Quattro anni ci sono voluti, periodo nel quale molte volte il progetto è stato sventolato per scopi elettorali. Ma ora ci siamo. "Affinché l'iniziativa parta -ha però ricordato l'eurodeputato- occorre che il capitale privato si attivi". Allora, quali i nodi che permangono e che bloccano di fatto la partenza del Centro finanziario ed ass

icurativo? Innanzitutto, la deroga consentita a Trieste in materia di libera concorrenza non dovrebbe consentire ulteriori finanziamenti statali all'Offshore. Il capitale privato infatti, gode di sgravi fiscali prossimi al 50%. Ancora, la legge numero 19 del 1991 è, in alcune sue parti, in contrasto con la delibera approvata dalla Commissione europea e che ha dato il "via libera" al Centro. L'atto comunitario prevede infatti un estensione dell'Off-shore anche ai residenti italiani (nella legge del 1991 il Centro era limitato ad operazioni estero su estero). Ancora, c'è il problema del "plafond". L'esecutivo dell'Unione europea ha stabilito che il provvedimento preveda un volume globale di prestiti e di investimenti fino ad un massimo di 3.5 miliardi di Ecu (oltre settemila miliardi di lire, ndr) e per un periodo di cinque anni. Molti gli operatori che si sono dichiarati scontenti. Adalberto Donaggio, con cui l'europarlamentare avrà un incontro oggi, aveva affermato che "si corre il rischio che gli i

nvestimenti non siano in grado di produrre le ricadute auspicabili". Ma Dell'Alba ha ricordato come in fase di formazione del provvedimento si prevedesse un'improrogabilità all'Off-shore. Grazie all'intervento di Emma Bonino, commissario europeo, tale limite è invece venuto meno. li deputato Riformatore è perciò ottimista sul fatto che si potranno raddoppiare i tempi della concessione europea. Chiave di volta sarà il futuro dei paesi dell'Est. E questo perché l'Off-shore è stato concesso a Trieste quale riconoscimento del ruolo di ponte fra Occidente ed Oriente che la città ha da sempre avuto. Terzo problema, di natura però tecnica, la costruzione delle infrastrutture necessarie al Centro all'interno della zona franca della città. Questi intoppi dovranno essere risolti dal Governo tramite un regolamento attuativo.

La competenza? Del ministro del Tesoro. "Se fosse possibile -ha continuato Dell'Alba- bisognerebbe organizzare un convegno che riunisca su questo tema specifico le istituzioni e le forze economiche, assicurative e finanziarie della città, per procedere in modo coordinato alla realizzazione dell'Offshore". Gli auspici dell'eurodeputato volano alto. Gennaio 1996: questa la data plausibile per Dell'Alba affinché il Centro finanziario ed assicurativo venga alla luce. Ed è una data che ha una doppia importanza. In quel periodo infatti, l'Italia sarà presidente di turno dell'Unione Europea. Quale migliore inizio, perciò, del semestre di presidenza.

"La Slovenia nell'UE? Prima cambi la Costituzione"

Ma il deputato Riformatore è intervenuto anche sul problema Slovenia-Comunità europea, oggetto di diatribe internazionali nei giorni scorsi. "I negoziati prevedono due regole: che i ministri non appongano la loro firma sul trattato fino a quando la Repubblica slovena non presenti della modifiche alla Costituzione sull'acquisto di beni immobili e che tali modifiche diventino operative". Si ricorda che l'entrata della Slovenia nella Comunità europea dev'essere approvata all'unanimità. "In questi giorni -ha detto il deputato Riformatore-, le trattative sono continuate". La volontà della Repubblica d'oltre confine era quella di concludere l'accordo entro venerdì. Ma ormai sarebbero molti i paesi comunitari che si sono accorti delle eccessive richieste della Slovenia. Quattro i punti che hanno bloccato il negoziato: il problema trasporti, quello dei servizi sanitari, quello sul trattamento degli stranieri e il diritto di stabilimento. Quest'ultima regola comunitaria prevede che un cittadino europeo possa int

raprendere l'attività economica in qualsiasi paese dell'Unione. Dell'Alba ha detto che "forse gli Sloveni non hanno sufficientemente soddisfatto le esigenze che la Comunità poneva", riaffermando nel contempo come la unica via d'uscita da questa soluzione sia una trattativa tra più paesi in quanto "in 15 si negozia meglio che a livello bilaterale". Per il 31 maggio è previsto un nuovo incontro. Il deputato Riformatore ha incontrato ieri il sindaco Illy, il presidente del Porto La Calamita e il presidente nazionale degli spedizionieri, Prioglio. Oggi si recherà in visita al presidente della Camera di commercio di Trieste, Donaggio.

 
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