11 giugno 1995di Marco Pannella (dichiarazione)
SOMMARIO. Polemizza contro la cattiva informazione resa dal "Messaggero" su uno dei referendum, quello relativo alle trattenute sindacali, e attribuisce il fatto a "cellule" presenti in redazione, ovviamente tendenziose e antireferendarie oltreché antiradicali.
"PERSISTENDO IN UNA INVETERATA, VERGOGNOSA ABITUDINE, AIUTATA ANCHE DAL SONNO PARTITOCRATICO E DI REGIME DELLE MAGISTRATURE ROMANE, "IL MESSAGGERO" FALSIFICA IN MODO TALE LE SUE INFORMAZIONI ELETTORALI, INGANNA I SUOI LETTORI, SEMPRE A FAVORE DELLA PALUDE PROGRESSISTA, DEI POTERI E SOTTOPOTERI DI QUESTA CAPITALE TUTTORA CORROTTA DI UNA NAZIONE SEMPRE PIU' INFETTA.
"IL MESSAGGERO" COSI AFFERMA: "SE VINCE IL SI IL LAVORATORE DOVRA' VERSARE DIRETTAMENTE AL SINDACATO LA QUOTA MENSILE DI ADESIONE".
NATURALMENTE DINANZI A QUESTO NUOVO OBBLIGO, QUELLO DI DOVER VERSARE DIRETTAMENTE LA QUOTA MENSILE AL SINDACATO, NON C'E' CHE DA VOTAR "NO", SONORAMENTE.
NOI DIFFIDIAMO PUBBLICAMENTE E SECONDO LA LEGGE, "IL MESSAGGERO", L'EDITORE, IL DIRETTORE, I RESPONSABILI DELLE CELLULE INTERESSATE, A IMMEDIATAMENTE INTERVENIRE CON TUTTI I MEZZI IMMAGINABILI, PER RETTIFICARE LA SUA FALSA INFORMAZIONE, E CIRCOSCRIVERE IL NUMERO DEI SUOI LETTORI INGANNATI, E A INDICARE QUALI PROVVEDIMENTI SIANO O SIANO STATI PRESI NEI CONFRONTI DEI MILITANTI E DELLE CELLULE INTERNE CHE, IN VIA DEL TRITONE, SOSTITUISCONO GIORNALISTI E DEONTOLOGIA GIORNALISTICA IN OGNI OCCASIONE ELETTORALE, E SEMPRE A FAVORE DI UNA SOLA PARTE."