Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
sab 20 apr. 2024
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Archivio Lista Pannella Riformatori
Calderisi Giuseppe - 11 giugno 1995
CALDERISI: ELEZIONE DIRETTA DEL SINDACO CONTRO IL RITORNO ALLA PARTITOCRAZIA.
di Peppino Calderisi

SOMMARIO. Intervenendo sul giornale torinese, Peppino Calderisi polemizza con il sindaco di Roma, Rutelli, che intervenendo a sua volta il giorno prima aveva fatto inesatte osservazioni in merito alla validità della legge elettorale per i comuni maggiori, e aveva affermato che quella vigente, con il ballottaggio, è assai più adeguata di quella proposta, a turno unico. Peppino Calderisi contesta a Rutelli anche alcune delle cifre portate a rafforzare la sua tesi.

(LA STAMPA, 11 GIUGNO 1995)

Caro direttore, certamente il referendum che vuole estendere l'elezione diretta del sindaco e il sistema elettorale maggioritario, con turno unico, a tutti i Comuni è molto importante e i mezzi di informazione non vi hanno dedicato attenzione.

Alcuni esponenti del No, e in particolare Francesco Rutelli, hanno pero' deliberatamente argomentato il falso contro il referendum. Il Comitato del Si si riserva di agire in ogni sede per tutelare la propria identita' e il contenuto della proposta referendaria.

1. Il referendum tende a realizzare compiutamente la riforma antipartitocratica contro il ritorno dei partiti ad un potere senza limiti. Ogni candidato a sindaco non sarebbe piu' collegato a tante liste di partito, ma ad una sola lista: la propria. Dal sindaco dei partiti si passerebbe, per quanto riguarda il Consiglio comunale, al partito del sindaco. Il che, ovviamente, non è consentito volere ne' a Rutelli, ne' agli altri sindaci progressisti. Con il turno unico si ridurrebbe drasticamente la proliferazione di partiti e partitini. Con la lista unica i partiti dovrebbero rinunciare preventivamente a far valere la propria specifica identita' e addirittura ad utilizzare i propri simboli.

2. Il referendum rende piu' trasparenti i programmi e piu' omogenee le coalizioni. Certamente, con 10 o 15 candidati a sindaco, come accade oggi a causa della proporzionale al primo turno, i cittadini non possono farsi un'idea di tutti i diversi programmi dei candidati. Invece, con il sistema maggioritario a turno unico, avremmo pochissimi candidati a sindaco (come ci dice l'esperienza nei Comuni dove gia' si applica questo sistema) e i cittadini potrebbero subito conoscere e giudicare.

Programmi e accordi dovrebbero essere realizzati prima del voto e davanti agli elettori.

Quale trasparenza e omogeneita' è invece possibile con coalizioni composte da tante liste, tra le quali anche quelle che, al primo turno, avevano candidati a sindaco e programmi diversi e opposti fra loro?

3. Il referendum semplifica il sistema elettorale. Con un solo voto, in una sola domenica, il sistema elettorale diventa semplicissimo. Rutelli, così come i Passigli, i Sartori e i Manzella, dicono il falso quando affermano che con il ballottaggio il sindaco è eletto con i voti della maggioranza assoluta degli elettori. Viene eletto invece con la maggioranza assoluta dei voti validi del secondo turno, che - molto spesso - è inferiore del 15-20% rispetto al primo turno, in quanto tanti elettori non vanno a votare due volte. Pertanto il numero assoluto di voti è spesso maggiore con un 40-50% al primo turno che con un 55% al secondo turno! Con il turno unico, con pochi candidati in gara, il sindaco è eletto con percentuali molto alte.

Rutelli afferma che noi riconosciamo che lui e i suoi colleghi stanno governando bene. Il meccanismo istituzionale (in particolare quelle norme "anti-ribaltone" che pds, popolari e Lega non hanno voluto introdurre anche a livello regionale e nazionale) è certamente molto buono ( e non viene infatti toccato dal referendum). Ma non siamo affatto convinti che Rutelli, Sansa, Castellani, Bianco governino liberi da pesantissime ipoteche degli apparati di partito, in primo luogo del pds.

Del resto il comitato Segni, che con noi aveva promosso il precedente referendum sui Comuni, non rimase affatto soddisfatto della legge 81 del 1993. Segni e Barbera chiesero alla Corte di Cassazione che il 18 aprile 1993 si votasse anche sulla legge elettorale per i Comuni. E volevano un quesito identico a quello oggi in votazione, con l'abolizione del doppio turno e l'estensione del sistema maggioritario e del turno unico a tutti i Comuni.

 
Argomenti correlati:
referendum
maggioritario
sindaco
stampa questo documento invia questa pagina per mail