PARLA MARCO PANNELLA " IL CAVALIERE FACCIA LA RIVOLUZIONE LIBERALE"13 giugno 1995
Intervista: "Il Tempo"
di Giorgio Zicari
SOMMARIO. Dopo la vittoria sui referendum, Pannella invita ancora una volta Berlusconi a voler prendere la leadership di una grande Unione di Riformatori, smettendola con la prassi degli incontri con questo o quello. In questi incontri si logorano le speranze del Paese, e specialmente quelle del sud. Dà giudizi molto dettagliati sulle tematiche referendarie, dai tentativi della Corte e dei partiti per impedirne lo svolgimento, alla cosidetta par condicio, al successo riportato con la liquidazione dell'assurda condizione imposta di non trasmettere gli spot sui referendum. Avverte che è importante impedire che la vittoria referendaria venga "dilapidata" come altri successi del Polo e di Berlusconi.
Marco Pannella il giorno dopo. Da vincitore. E' stanco perche' ha trascorso la notte saltando da una riunione all'altra, dalle Tv a Radio Radicale. E' il momento dell'analisi politica, dei programmi per il futuro, e non si sottrae alle domande. "Il paese - esordisce - è certamente piu' maturo, piu' democratico e piu' liberale della classe dirigente italiana, includendo in essa il ceto politico, giornalistico, industriale ecc. Ora il movimento dei Club Pannella-Riformatori chiede a Silvio Berlusconi di fare di Forza Italia e della sua leadership politica una grande Unione per andare alle elezioni con questo assetto e con questa prospettiva, cessando di esercitare il suo ruolo nel chiuso di incontri e di alleanza tra partiti. Incontri nei quali si logorano l'entusiasmo e la speranza di tanta parte di Italia, in particolare il Sud e le regioni a egemonia rossa da cinquant'anni. Il Paese sceglie positivamente se si trova davanti a confronti - scontri di carattere alternativo, senza possibilita' di derive consoci
ative e partitocratiche"
- L'esito dei referendum, conclusi con una vittoria innegabile per la Fininvest, fino a che punto rappresenta uno schiaffo anche alla Procura di Milano
" Sicuramente nella risposta referendaria c'e' anche un quoziente di questo, perche' il sospetto dell'accanimento e' assolutamente incompatibile con il sentimento della Giustizia, oltre che con la lettera della legge".
- C'e' gia' qualcuno che progetta di varare una legge per rendere piu' difficile il ricorso al referendum...
" Non e' una novita'. Una prima legge per limitare i referendum l'hanno presentata nel 1977. D'altra parte a ostacolare i referendum ci ha gia' pensato la Corte Costituzionale, con interpretazioni astruse come quella che porto' a votare nel 1974 e non nel 1973 il referendum sul divorzio. Quindi niente di nuovo. La Corte Costituzionale in questi vent'anni e' riuscita a impedire i grandi referendum per costringerci a fare surrettizi referendum propositivi. Dopo l'esito di oggi, non dispero che Forza Italia non segua Fini, Casini e gli altri che hanno preannunciato, in concorrenza con il Pds e con il Ppi, modifiche alla legge sui referendum".
- Come ne esce, dall'esito dei referendum, quella par condicio tanto voluta da Scalfaro?
" Direi che intanto abbiamo gia' riportato un successo indiscutibile con la decisione della Corte Costituzionale che ha annullato il divieto di spot per i referendum. Trattandosi di una par condicio tanto iniqua quanto analfabetica, nelle proposte che il ministro Gambino ha scritto sotto dettatura del Pds e in particolare di Bassanini che, quali che fossero le soggettive intenzioni di Scalfaro, in realta' era servita a dare forza a coloro che hanno praticato in Italia nel modo piu' feroce la disparita' assoluta, l'ostracismo e la negazione delle pari opportunita'".
- Per l'allevatore di rospi, per D'Alema e per i progressisti, che genere d'anfibio hanno partorito i referendum?
" Poiche' ho avversari e non ho nemici mi auguro per loro che non si tratti di quel genere di rospi velenosi che vivono in Amazzonia. Anche se una buona parte del popolo italiano forse ritiene che lo meriterebbero. Noi, comunque, lasciamo ad altri lo sport di far ingoiare rospi all'avversario, tanto piu' che in questo campo hanno provveduto gli elettori a imporre una par condicio".
- Dato che hanno la maggioranza in Parlamento e possono contare sull'ira di un Bossi sconfitto e umiliato dal voto referendario, non crede che i progressisti e i loro alleati cercheranno di trasformare quella di Berlusconi in una vittoria di Pirro? Ci sono le dichiarazioni di un certo Passigli che non promettono nulla di buono..."
" La rabbia è a volte un sentimento accettabile, ma costoro hanno l'abitudine proterva di annullare contro la Costituzione la volonta' popolare. Basta ricordare il referendum sulla responsabilita' civile dei magistrati. Un referendum che chiamammo della giustizia giusta e sul quale raccogliemmo l'80 per cento dei consensi e che la legge Vassalli riuscì ad annullare. Da allora infatti, non c'e' stato un solo procedimento di responsabilita' civile contro magistrati. Oggi pero' siamo piu' allenati di ieri e ci stiamo preparando a rispondere, proprio in sede di conflitto fra Comitati promotori - poteri dello Stato, il Parlamento e il Governo. Gia' capisco come si vogliono muovere. Ma se ci provano, questa volta troveranno pane per i loro denti".
- Perche' secondo i progressisti le astensioni non avevano valore politico durante l'ultima consultazione amministrativa, mentre oggi ne hanno tanta?
" Perche' non riescono mai a guardare in faccia la realta' quando non e' a loro favorevole. E questo impoverisce tutta la politica nazionale, non soltanto la loro".
- Il risultato referendario è in grado di fermare lo spaventoso rilancio partitocratico cui stiamo assistendo?
" Dipenderà se si riuscirà a farne tesoro invece di dilapidarlo come la vittoria elettorale del 27 marzo. E' senza dubbio un messaggio per Silvio Berlusconi. E non potrebbe essere piu' chiaro. La prossima immediata battaglia e' la presentazione da parte di Peppino Calderisi di una proposta di legge per abolire il quorum".