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Pannella Marco - 18 giugno 1995
DOPO LE ENNESIME DICHIARAZIONI DEL CAPO DELLO STATO SULLA PIENISSIMA LEGITTIMITA' E OPPORTUNITA' DELLA AZIONE DEI PROCURATORI DELLA REPUBBLICA, POSSIAMO ORA ATTENDERCI APPELLI AL PAESE CONTRO IL PARLAMENTO E LA SUA OPERA DA PARTE DI MIGLIAIA DI UFFICIALI SUPERIORI, DI DIPLOMATICI...SIAMO TORNATI AL PICCONAGGIO, ANCHE SE CON PICCONI D'ORO USATI COME ASPERSORI.
18 giugno 1995

di Marco Pannella (dichiarazione)

SOMMARIO. Pesante giudizio sulle più recenti esternazioni del Presidente Scalfaro, sulla loro irritualità e pericolosità sostanziale.

"Un tempo nelle vicende istituzionali i problemi di forma erano problemi di sostanza. Il Presidente della Repubblica avrebbe dichiarato oggi, a Palermo, e ormai ci è difficile avere troppi dubbi, che l'iniziativa dei duecento e oltre Procuratori della Repubblica che si sono rivolti all'opinione pubblica per sollevarla contro l'opera in corso nel Parlamento è "quanto meno" espressione e esercizio "di un diritto".

Bene. Sulla riforma militare è dunque lecito che duecento, o duemila ufficiali superiori si rivolgano all'opinione pubblica; che, nell'esercito o nella magistratura, vi siano magari due pubbliche iniziative in contraddizione fra di loro, l'una di maggioranza e l'altra di minoranza, quando vi siano (e ve ne sono sempre) provvedimenti che riguardano la politica criminale o quella militare. Duecento o duemila ambasciatori e diplomatici possono - magari attraverso la CNN - intervenire nel momento della formazione dei programmi dei governi, mentre il Parlamento ha in corso il dibattito sulla fiducia.

La tradizione dei "picconatori" del Quirinale ci sembra, pur con stili profondissimamente diversi (quello di Cossiga conteneva in sé l'anticorpo di espressioni assolutamente irrituali per un Capo dello Stato, ed egli stesso dichiarava di esser costretto a operare contro le consuetudini e un ordinato operare del Presidente della Repubblica, secondo i suoi furori emergenziali, ben noti; il Presidente Scalfaro usa un piccone d'oro, come se stesse usando un aspersorio), tornare a imperare sulla politica italiana.

 
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