SAREBBE UN RITORNO ALLA PREISTORIA DELLA PARTITOCRAZIA.ORGANIZZEREMMO LA RIVOLTA NEL PARLAMENTO E NEL PAESE.
24 giugno 1995
di Peppino Calderisi (dichiarazione)
SOMMARIO. Puntuali osservazioni, come sempre valide sul piano tecnico, sui tentativi in corso per tornare a un sistema elettorale proporzionalista.
"Mi auguro che coloro che pensano di poter modificare la legge per l'elezione della Camera con il sistema elettorale per le regioni si rendano conto dell'assoluta impraticabilità di questa ipotesi. Il sistema elettorale regionale è per l'80 % proporzionale e si basa sul voto di preferenza.
Significherebbe il ritorno alla preistoria del regime partitocratico. Significherebbe smentire totalmente il referendum del 18 aprile '93 che ha introdotto, con il consenso dell'83 % degli elettori, il collegio uninominale maggioritario almeno per 3/4 dei seggi.
Contro un tentativo del genere, organizzeremmo la rivolta nel Parlamento e nel Paese. I partiti che mettessero in atto un tentativo del genere dovrebbero risponderne dinanzi agli elettori. A poco servirebbe offrire lo zuccherino dell'indicazione politica del premier: per essa non c'è alcuna necessità di modificare la legge elettorale, basta un'intesa politico-istituzionale tra i due poli che preveda anche un accordo "anti-ribaltone" per assicurare la stabilità del nuovo esecutivo (altra cosa sarebbe l'elezione diretta del capo dell'esecutivo, per la quale occorre però una modifica della Costituzione impossibile in questa legislatura). I signori dei partiti devono smetterla dal ritenere che i partiti - questi partiti, il loro numero e il loro modo di essere - siano una variabile indipendente alla quale tutto deve adeguarsi, a partire dalla legge elettorale.
Il sistema dei partiti si deve riformare. Si devono aprire processi di aggregazione e federazione che sostituiscano i tavoli con 12 o 14 commensali. La legge uninominale maggioritaria, sia pure solo al 75 %, favorisce e impone questo processo".