IL GOVERNO DEI TECNICI SE NE VADA COMUNQUE, E SE NON ABBIAMO ALTERNATIVE DI GOVERNO E DI PROGRAMMA CHIARE CON LE ELEZIONI, LE SI CONQUISTINO ANCHE SENZA.UN IMPERATIVO ETICO-POLITICO: LA PRESIDENZA ITALIANA DEL CONSIGLIO EUROPEO.
1 agosto 1995
di Marco Pannella
L'Opinione
L'Italia avrà la guida e la responsabilità principale della politica dell'Unione Europea, di un'entità di quasi quattrocento milioni di persone, della maggiore potenza commerciale e produttiva del mondo, fra il I Gennaio 1995 ed il 30 Giugno 1995. Questa occasione e questa responsabilità si ripresenteranno fra una decina di anni, a nuovo millennio inoltrato.
La crisi dell'Unione Europea è grande, grave; squalificante per molti aspetti; ciononostante e fors'anche a maggior ragione l'Italia deve prepararsi a vedere questa scadenza come la prima priorità della politica della Repubblica.
Non è nemmeno immaginabile che l'Italia arrivi ad esercitare la Presidenza del Consiglio dell'Unione Europea in tutti i settori della vita comunitaria senza cercare di recuperare il tempo perduto, l'abisso di inesistenza e di inconcludenza nel quale la nostra politica estera è caduta. Vi sono Ministro degli esteri, ma non più una politica estera.
L'idea stessa - che purtroppo è sembrata sfiorare ad un certo punto perfino il Presidente della Repubblica italiana - di elezioni e di situazioni di crisi di Governo nel periodo della Presidenza italiano è dolorosamente in circolazione.
Noi dobbiamo alle popolazioni massacrate, al diritto ferito a morte, al pericolo di una conflagrazione senza più confini, alla vergogna in cui è caduto il mondo della politica e delle istituzioni, una Presidenza italiana dell'UE di grande ispirazione, di forti determinazioni, di grande prudenza e generosità, di grande professionalità.
Il nostro Movimento - a parte altre considerazioni- lotterà in ogni sede ed in ogni modo perché nelle prossime settimane si compia la scelta nell'ambito dell'unica alternativa sennata che è oggi nelle cose: o immediate, immediate elezioni, dopo l'approvazione lampo di una finanziaria-lampo (e non usata vilmente per sopravvivere) o o un nuovo, forte, Governo, politico e costituzionalmente, democraticamente ineccepibile, ambizioso, forte.
Da un anno, ormai, avevamo consigliato, poi esatto, da Berlusconi atti e scelte per elezioni immediate che, non compiute, non le hanno rese possibili. Siamo alle ultime ore: o anche Berlusconi, o egli per primo, ci indica programma ed assetto di Governo sui quali chiamare a raccolta gli elettori e vincere le elezioni, o della singolar tenzone con l'ottimo D'Alema non ci interessa più nulla, o quasi".