22 agosto 1995Radio radicale
SOMMARIO. Il prof. Flick è la persona scelta dal leader dello schieramento di centro-sinistra, Romano Prodi, come coordinatore sui temi della giustizia. Rilascia una dichiarazione parzialmente favorevole ai referendum promossi dal partito radicale.
Sui referendum sulla giustizia promossi dal Movimento dei Club Pannella-Riformatori (automaticita' delle carriere, incarichi extragiudiziari, responsabilita' civile, CSM), Radio Radicale ha ascoltato il parere di Giovanni Maria Flick, avvocato e professore di diritto esperto del settore dello staff di Romano Prodi.
"A me pare - afferma Flick - che sul problema giustizia ci sia da parte di tutte le forze politiche una presa di coscienza sufficiente a far sperare che questo o il nuovo Parlamento si decida ad affrontare la questione. Gli obiettivi di almeno tre quesiti - il quarto e' il meccanismo elettorale dei membri del CSM - sono assolutamente condivisibili. Ma allora, perche' scegliere la strada referendaria, che puo' favorire (anche se i riformatori sicuramente non hanno questo scopo) la delegittimazione dei magistrati?. Credo che i magistrati pur con tutti gli errori che hanno fatto e che spesso non hanno saputo riconoscere, hanno biosogno di essere difesi.
Non sono autorizzato ad anticipare il programma del centro sinistra, ma posso assicurare che i tre temi oggetto dei referendum sono nella agenda. Mi auguro che il passaggio alla seconda Repubblica ci consenta di affrontare questi problemi nella sede parlamentare. Se non ci si riuscisse, allora potra' esservi uno stimolo attraverso la forzatura referendaria".
Cosa pensa della separazione delle carriere tra magistratura requirente e magistratura giudicante? "Strategicamente sono convinto che prima o dopo si dovra' arrivare non ad una separazione delle carriere, che prelude ad un asservimento del PM al potere esecutivo, ma ad una differente impostazione delle due prospettive di lavoro del giudice e del pubblico Ministero e ad una maggiore difficolta' di passaggio dall'una all'altra. Si potrebbe anche pensare ad unificare le quattro magistrature attualmente esistenti - amministrativa, contabile, militare ed ordinaria - e poi differenziare la funzione requirente da quella giudicante".