22 agosto 1995di Marco Pannella
IL GIORNALE
SOMMARIO. Tangentopoli è stato finore un festival antiberlusconiano, dove hanno pagato sopratutto i socialisti di Craxi e la fazione andreottiana della DC, cioè le "mafie perdenti" della partitocrazia. Ma Tangentopoli non può finire così. Niente amnistie e niente indulti, dunque, fin quando non si punirà, anche penalmente, chi ha usato ed abusato della cosidetta "obbligatorieà dell'azione penale.
In questo terzo tempo della I Repubblica, sempre più infestata da partiti e sempre più partitocratica, si vuole chiudere Tangentopoli mentre nell'ottanta per cento delle Procure della I Repubblica, e ovunque, a cominciare da Milano, per gli interessi piu' forti e corruttori del paese e della sua storia, non si è fatto null'altro che soffocare la verità storica e negarla nella realtà giudiziaria e politica.
E' stato un festival demagogico e menzognero, se si eccettua, probabilmente, l'opera di Di Pietro nei primi anni, quando ancora veniva lasciato libero perché ritenuto marginale e perché nel contesto milanese nel quale si muoveva non poteva che colpire la parte perdente dalla mafia partitocratica, quella democristiana e socialista.
E' stato un festival politico soprattutto antiberlusconiano, e di fazione progressista, a cominciare dalla stessa Sicilia, dove il fuoco si é concentrato contro le mafie perdenti e contro una parte del sistema politico- economico-giudiziario dominante, e dominante tuttora.
Hanno pagato il conto - per tutti - il solo Craxi (e il PSI) la sola componente andreottiana della DC (oltre quella dorotea e, in genere, non demitiana). Gli altri tornano trionfanti sulla scena, in primo luogo televisiva, del TG1, a cominciare dai corifei e sicofanti delle menzogne, delle truffe, dei latrocini, del regime fondato sulla DC e sul PCI, della Repubblica fondata sul peculato e sull'ostracismo contro l'alternativa liberale e radicale, antipartitocratica innanzitutto. Basta leggere le "ultime notizie" sulla nuova stagione autunnale della RAI-TV, una. vera provocazione.
Niente amnistie e niente indulti, dunque. Di nessun tipo. Fin quando non si colpirà anche penalmente il modo con cui anche Milano ha usato e abusato della cosiddetta "obbligatorietà dell'azione penale", per coprire come da cinquanta anni i veri poteri "occulti", finanziari, industriali, italiani, da Mediobanca al sistema "cooperativo".
Le "demi-vierges", le mezze-vergini che tornano a pontificare, che sono issate come bandiere dei due Poli (con feroce senso del potere ad ogni costo, a sinistra; con le ingenuità e le insipienze, a destra), sono null'altro che la mafia vincente, i corleonesi della politica, della giustizia, dell'amministrazione pubblica, delle finanze. Amnistia, indulti, "ragionevolezze"? Un corno. E - come ai tempi del divorzio e dell'aborto - referendum radicali!"