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Meli Maria Teresa - 28 agosto 1995
DROGA: DIBATTITO - PRO E CONTRO
Interviste a Casini (Ccd) e Manconi (Progressisti) sull'azione di disobbedienza civile di Marco Pannella e i Riformatori riguardo le leggi sulle droghe leggere.

28 agosto 1995

LA STAMPA

SOMMARIO. Pierferdinando Casini chiede chiarimenti, all'interno del Polo, sulla iniziativa antiproibizionista di Pannella. Manconi difende invece l'iniziativa, contestando le riserve e le critiche degli avversari e chiedendo più decisione per nuove sperimentazioni.

"MARCO E' FUORI DAL POLO"

Casini: Silvio scelga lui o noi

di Maria Teresa Meli

"Basta, io su questo pongo una questione politica all'interno del Polo". Non sta parlando delle elezioni anticipate Pierferdinando Casini. Il leader del Ccd ha aperto un altro fronte nel centro destra. E a suscitare le sue inquietudini questa volta non sono le urne, bensì la manifestazione "antiproibizionista" organizzata a Roma dal leader radicale Marco Pannella. "Nei prossimi giorni - spiega Casini, scandendo bene le parole - chiederò agli amici del Polo di assumere una posizione chiara e ferma su questa storia, perché l'iniziativa di Marco fa nascere un serio problema all'interno della coalizione, un problema che non sarà possibile superare nell'equivoco".

D. Insomma, Casini lei vorrebbe un pronunciamento ufficiale del centro destra?

"La questione è semplice: Silvio Berlusconi deve dire se è d'accordo con me o con Pannella. Le nostre posizioni sono diametralmente opposte, quindi questa volta non ce la si può cavare dando ragione ad entrambi".

D. E se Berlusconi dà ragione a Pannella lei che fa, rompe con il cavaliere? Non le sembra esagerato?

"La politica non si fa con i se. E tra l'altro io so che sia Berlusconi che Fini la pensano come me, conosco qual'è la loro sensibilità su questi argomenti. Eppoi la grandissima parte della gente che ha votato per Silvio è contraria all'antiproibizionismo e a manifestazioni di questo genere. E comunque io non intendo essere indulgente nei confronti di questa iniziativa di Pannella".

D. In soldoni lei chiede la scomunica del leader radicale da parte del Polo...

"Io non sono sanfedista e non chiedo scomuniche, però esigo chiarezza su questo punto: i nostri elettori vogliono sapere se Berlusconi la pensa come il Ccd o come Pannella".

D. Un altro radicale, Marco Taradash, la accusa di essere un illiberale, per queste sue prese di posizione.

"Io sono coerente. E Taradash non è forse quello che si scaglia sempre contro di noi dicendo che facciamo la vecchia politica dei compromessi? Ebbene io di compromessi su questa storia non sono disposto a farne. Rispetto Pannella ma sono assolutamente in disaccordo con lui su questo punto".

D. Va bene, lei è in disaccordo con il leader radicale, ma che cosa pensa della decisione del giudice che gli ha dato gli arresti domiciliari per una manifestazione politica?

" Certo Pannella ha fatto un gesto politico, volutamente provocatorio, ma chi deve applicare la legge non può fare sconti a nessuno. Eppoi diciamo la verità: Marco si farà tre giorni e dopo tornerà libero (e invece si è fatto tre ore, n.d.r.). In fondo era quello che voleva lui, essere arrestato: in questo modo si è fatto pubblicità".

D. A quanto pare nemmeno lei è disposto a fare sconti a Marco Pannella. E nemmeno a Silvio Berlusconi, visto che lo vuole per forza coinvolgere in questa storia, chiedendo che dica la sua su quanto è successo. Eppure in questi tempi avrà anche altri problemi, il cavaliere.

"Guardi che questa è una storia seria. Il centrodestra deve avere un programma comune che riguarda principi e cose concrete. E questo è proprio il nostro caso. Comunque c'è anche un secondo problema. E cioè che purtroppo ultimamente l'immagine del Polo la fanno soprattutto gli esponenti politici di provenienza radicale. E questa è un'altra questione politica che voglio porre".

"UN GESTO DEMOCRATICO"

Manconi: sì alla legalizzazione

di Maurizio Tropeano

"Quando si ritiene che una legge sia iniqua, violarla e affrontare le conseguenze e le sanzioni che quell'atto comporta è è una scelta squisitamente democratica". Luigi Manconi, senatore progressista e primo firmatario del disegno di legge presentato a Palazzo Madama per la legalizzazione delle droghe leggere esprime un "indubbio apprezzamento" per il gesto di Marco Pannella.

D. Senatore Manconi, esponenti del centro-destra alleati politici di Pannella hanno duramente criticato il suo gesto. Lei invece lo difende. Perché?

"E' vero, come dice Pannella, che l'antiproibizionismo non è né di destra né di sinistra. E' certo però che a sinistra l'antiproibizionismo e, più in generale, un atteggiamento di tolleranza e soprattutto il rifiuto della criminalizzazione dei consumatori - e, per quanto riguarda le droghe pesanti dei tossicodipendenti - hanno ben più larghi consensi. A destra, invece, domina il proibizionismo e l'ossessiva richiesta di più carcere per i tossicodipendenti e i consumatori".

D. Perché si dovrebbe legalizzare il consumo di droghe leggere?

"Noi riteniamo, come lo ritiene la letteratura scientifica internazionale, che i derivati della canapa, cioè hashish e marijuana, non producano più danni di quanti ne producono sostanze perfettamente legali come superalcolici e tabacco. La più autorevole istituzione sanitaria pubblica degli Stati Uniti ha sintetizzato questo giudizio con le parole: "l'uomo sperimenta tali sostanze da cinquemila anni e non è mai morto nessuno". Per questo riteniamo che hashish e marijuana debbano essere assoggettate alla stessa disciplina prevista per il tabacco o i superalcolici".

D. C'è che afferma che tali sostanze producano effetti cancerogeni sull'uomo. Che cosa risponde?

"A chi contesta i temuti effetti cancerogeni di quelle sostanze non rispondo io, ma risponde uno dei principali oncologi europei, Umberto Veronesi, che ha sottoscritto l'appello per la legalizzazione da me proposto e pubblicato dal "Manifesto" e dal "Sole-24 ore".

D. Chi non vuole la legalizzazione afferma che le droghe leggere producono dipendenza. E' vero?

"A chi contesta la temuta dipendenza di giovani da hashish o marijuana, non rispondo io, ma risponde Giovanni Bollea, fondatore della Neuropsichiatria Infantile in Italia: anche lui firmatario di quel documento".

D. Allora secondo lei quali sono le cose da fare?

"Le due cose più importanti da fare sono la legalizzazione dei derivati della canapa per sgombrare il terreno da un falso problema e per separare nettamente il mercato, il consumo, gli stili di vita di chi fa ricorso a sostanze - ripeto non più pericolose di un superalcolico - dal mercato, dal consumo e dagli stili di vita di chi fa ricorso a sostanze che danno la morte, eroina e cocaina".

D. E la seconda cosa da fare?

"Iniziare la sperimentazione in strutture sanitarie della somministrazione, sotto controllo medico, di sostanze stupefacenti e anche di eroina a quei tossicodipendenti che oggi non possono, perle ragioni più diverse, interrompere l'assunzione di sostanze. A chi non ha incontrato Don Ciotti o una psicoterapeuta, a chi non ha incontrato un progetto di vita gratificante o un servizio pubblico intelligente dobbiamo offrire un'alternativa diversa da quella impostagli oggi: o l'eroina di strada o l'astinenza".

D. E' convinto che questa sia la soluzione?

"La Stampa ha pubblicato un resoconto assai confortante dei risultati positivi che tale sperimentazione sta ottenendo in Svizzera".

 
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