Interviste a Meluzzi e Maiolo (Forza Italia), Corleone (Verdi) e don Mazzi (fondatore della Comunità Exodus) sull'azione di disobbedienza civile di Marco Pannella e i Riformatori riguardo le leggi sulle droghe leggere.
28 agosto 1955
LA REPUBBLICA
SOMMARIO. Meluzzi e Maiolo, dall'interno del Polo, espongono le ragioni, il primo, del suo dissenso, l'altra, del suo consenso alla iniziativa di Pannella. Il verde Corleone ricorda che in parlamento giace un progetto di legge che va nel senso indicato dall'iniziativa alla quale don Mazzi contrappone le tesi dell'antropologia e della cultura cattolica conservatrice.
1) IL POLO DEL NO: ALESSANDRO MELUZZI
"Con l'erba dal tabaccaio si finisce nell'eroina..."
Roma - "Pannella è simpatico, sono persino iscritto al Partito radicale. Ma la sua iniziativa è una buffonata: sono fermamente contrario". Alessandro Meluzzi, deputato forzista e psichiatra, non fa parte della componente di destra del Polo delle libertà. Eletto nel collegio torinese di Mirafiori Sud nella lista di Forza Italia, è stato anche iscritto al Partito comunista. E' un laico, ma il suo no agli antiproibizionisti è particolarmente duro: fondato su ragioni tecniche oltre che etiche.
D. Perché una buffonata?
"Per quattro ragioni. Intanto ci sono psicofarmaci molto meno pesanti delle droghe leggere sottoposti a una fortissima vigilanza sanitaria: se il farmacista li vende senza ricetta rischia la galera. Figuriamoci cosa accadrebbe se si vendessero psicofarmaci di questa potenza in tabaccheria. Poi c'è una ragione che è legata alla stessa mentalità dei giovani: sono portati a trasgredire e se si legalizza l'uso dell'hashish e della marijuana, questo bisogno di trasgressione si sposterà ad altro...".
D. Cioè?
"Temo che chi trova l'hashish dal tabaccaio, posa avere più forte la tentazione di cercare l'eroina".
D. Le altre due ragioni?
"La terza è che non è affatto vero che chi fuma uno spinello oggi finisce in galera. Questo non succede e chi lo afferma fa demagogia. Inoltre, ed è il quarto motivo, non trovo che quello lanciato da Pannella sia un buon messaggio verso i giovani. Penso anzi che si tratti di un comportamento da cattivi maestri".
D. Pier Ferdinando Casini ha proposto un vertice sul problema. Sembra che cominci a porsi un problema di compatibilità per gli antiproibizionisti...
"Mi verrebbe da rispondere, citando Berlusconi, "occupiamoci di cose serie". Ma effettivamente un vertice del Polo ci vorrebbe. Non su Pannella, però, ma sulle politiche verso il mondo giovanile. Mi pare che su questi temi all'interno del Polo ci voglia chiarezza per continuare a stare assieme laici, cattolici, riformatori: la questione delle droghe leggere non è che la punta di un iceberg che comprende una serie i problemi tra i quali c'è anche l'aborto. Per affrontarli non possiamo affidarci agli psicodrammi".
2) IL POLO DEL SI': TIZIANA MAIOLO
"Ora il mercato è libero e gli spacciatori sotto casa"
Roma - "Condivido interamente la provocazione di Pannella. Penso che sia piuttosto difficile che una legge antiproibizionista passi in Parlamento: quando si è in simili situazioni, i cittadini che credono nella necessità di una riforma hanno tutto il diritto di promuovere un referendum e di fare il possibile per raccogliere le firme".
Per Tiziana Maiolo (già giornalista del Manifesto, già iscritta a Rifondazione comunista, eletta nel 1994 nelle liste id Forza Italia, presidente della Commissione Giustizia alla Camera) l'iniziativa di Pannella è una sollecitazione a riflettere su un problema di fondo: può un politico con una formazione di sinistra stare nello stesso partito assieme a integralisti cattolici ed ex fascisti?
D. La posizione, e di Pannella, è all'interno del Polo minoritaria. Pier Ferdinando Casini ha chiesto un vertice per discutere il problema.
"Penso che un chiarimento si utile. Non solo nel Polo ma anche all'interno di Forza Italia. C'è molta disinformazione sul problema dell'antiproibizionismo. Quando è stata avviata la discussione in commissione, mi sono trovata in difficoltà. C'era l'ostruzionismo di An, ma c'era anche un atteggiamento incerto da parte della sinistra".
D. Cosa intende quando parla di disinformazione?
"Vedo che per esempio si fa molta tra la legalizzazione e la liberalizzazione. I due termini vengono usati come sinonimi. Noi antiproibizionisti sosteniamo che la liberalizzazione esiste oggi, col mercato nero e la droga disponibile nell'angolo sotto casa. Vogliamo che questo finisca, ma non tutti lo vogliono capire".
D. Non ha il sospetto che questo tema possa creare un problema di compatibilità politica tra antiproibizionisti e resto del Polo?
"Non credo che si possa parlare di incompatibilità. Certo: a me dispiace che le tesi antiproibizioniste incontrino tante difficoltà, so bene che in An quasi tutti sono contrari. Ma non penso che questo debba causare una rottura. Sono questioni presenti anche nell'altro Polo, che nascono dalla coesistenza nello stesso blocco politico di laici e cattolici. E' normale che su certi temi nascano schieramenti trasversali. Anche nel Pds non mi sembra che siano tutti antiproibizionisti".
3) "ORA L'EUROPA DA' BATTAGLIA AI TRAFFICANTI"
Il verde Franco Corleone spiega la nuova legge
Roma - Negli anni Settanta l'idea di fumarsi tranquillamente uno spinello a piazza Venezia era impensabile. Poi è arrivata la depenalizzazione dell'uso dei derivati della canapa. Adesso si discute la proposta di legalizzare pienamente la hashish e marijuana.
E d'improvviso sul fronte del sì sono apparsi personaggi insospettabili come l'ex ministro degli Interni paolo Emilio Taviani, il decano della neuropsichiatra infantile Giovanni Bollea, il filosofo Giulio Giorello, l'economista Michele Salvati. Come si spiega questa improvvisa crescita di consensi?
"Beh, non è così improvvisa", risponde franco Corleone, il deputato verde che ha preparato il testo della legge. "Sono anni che si discutono questi problemi e alla fine è maturato un cambiamento delle coscienze. Del resto il processo non ha riguardato solo l'Italia. Un'analoga proposta di liberalizzazione è in discussione al Parlamento europeo e paesi come l'Olanda e la Germania sono già entrati in fase di sperimentazione".
D. Cosa succederebbe se passasse la proposta di liberalizzazione?
"Si uscirebbe dalla fase attuale che è una fase di ambiguità. Da una parte il consumo dei derivati della canapa è lecito. Dall'altra la definizione di modica quantità, cioè di quantità legata all'uso personale, è lasciata nel vago, affidata all'interpretazione del magistrato di turno. Inoltre oggi è lecito il consumo ma non la vendita che dunque avviene sottobanco, utilizzando spesso canali attraverso i quali vengono smerciate le droghe pesanti. Con questa legge l'Italia correggerebbe anche i difetti della legislazione olandese che legittima i coffee shop in cui si vendono spinelli ma costringe i gestori di questi bar a rifornirsi sul mercato nero. Noi vogliamo creare un sistema di autorizzazione sia per la vendita che per la coltivazione della canapa".
D. In Italia la canapa potrebbe crescere facilmente?
"Non c'è alcun problema: sarebbe un settore della nostra agricoltura in attivo".
D. Che possibilità ha questa legge di venire approvata?
"Dopo quella sulla violenza sessuale questa è la legge che ha raggiunto il maggior numero di consensi: 160 firme alla Camera. Sono tutte adesioni personali, che interessano entrambi i poli. Sono sicuro che quando andremo a votare la legge passerà. L'unico problema è l'ostruzionismo di Alleanza nazionale, ma il testo è formato solo da cinque articoli e se il consenso sarà ampio sono convinto che il Parlamento non si farà sottrarre il diritto di decidere".
"UN CEROTTO INVECE DELLA CURA..."
Don Mazzi: "Provo schifo per lo spinello al mercato"
Roma - Don Mazzi non pensa che con oltre milioni di consumatori di cannabis in ogni grande paese europeo mantenere questo mercato nell'illegalità, costringerlo nello spazio già occupato dai trafficanti di droghe pesanti sia un grave rischio? Che rappresenti la via più facile per passare da uno spinello a un'endovena di eroina?
"Il problema non è distinguere tra droghe pesanti e droghe leggere", risponde Antonio Mazzi, fondatore della comunità Exodus. "Ma decidere se questa è una società che educa i figli accontentandone tutti i capricci. Purtroppo mi sembra che sia proprio questa la strada che stiamo prendendo. Abbiamo paura di chiedere il meglio e allora prendiamo il meno peggio. Abbiamo tolto ai giovani gli ideali, l'eroismo, l'utopia e loro costruiscono piccole cerimonie attorno al fumo, alla discoteca, al bar. E' la società del sei meno".
D. Cioe' lo spinello è il sei meno?
"Certo non è l'eroina, ma nemmeno la sufficienza. Ora, tra l'essere bocciati e l'avere dieci e lode, ci sarà qualcosa di un po' più decoroso da dare ai ragazzi di un sei meno".
D. Non crede che allontanarli dai trafficanti di droghe pesanti sia già un buon risultato? Non pensa che tra la curiostà per gli effetti della cannabis e la dipendenza dall'eroina ci sia una certa distanza?
"Noi dobbiamo cercare di dare ai giovani il meglio e questo è difficile perchè di fronte ad argomenti delicati come questo, nessuno sa esattamanete cos'è il meglio. Ma dobbiamo almeno provarci. I gesti come quello di distribuire droghe in un mercato mi fanno schifo. Sono l'emblema di questa società che mette cerotti invece di curare. I giovani hanno bisogno di robustezza, di vita difficile, di sogni, e noi cosa diciamo? Mettiti il preservativo, perchè non si sa mai. E compralo di buona qualità, perchè non si sa mai. E magari fermati un momento davanti all'immagine di S.Antonio, perchè non si sa mai. La nostra società continua a calarsi le brache e il risultato è che abbiamo mandato in galera centinaia di politici per prenderne altri che sono peggio".
D. Tornando allo spinello, lei pensa che la liberalizzazione produrrebbe un effetto negativo?
"Qui a forza di cedere siamo al tracollo. Arriveranno dall'india, dalla Cina a venderci la loro cultura: loro la stanno riscoprendo attraverso la meditazione, attraverso tecniche molto interessanti. Sarà la seconda caduta dell'impero romano".