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Longo Alessandra, Martino Antonio - 29 agosto 1995
L'EX-MINISTRO FORZISTA CON PANNELLA. "MA L'ITALIA NON PUO' FARE DA SOLA"
MARTINO: "LEGALIZZARE ANCHE COCA ED EROINA"

29 agosto 1995

Intervista ad Antonio Martino di Alessandra Longo

LA REPUBBLICA

SOMMARIO. Riprende i contenuti di una intervista concessa da Antonio Martino a Radio radicale. Il Ministro si dichiara totalmente favorevole alla depenalizzazione completa di tutte le droghe.

"Il punto è uno: il proibizionismo ha funzionato o no? Se avesse funzionato, se fosse riuscito a debellare la droga, allora una posizione come la mia sarebbe difficile da sostenere. Invece non ha prodotto che guasti, e io rimango della mia idea: legalizziamo le droghe e togliamo i profitti alla criminalità"

Radio Radicale sapeva di poter contare su Antonio Martino, vecchio antiproibizionista fin dai tempi della Lia, la lega internazionale voluta da Pannella. Per questo ieri lo ha intervistato. L'ex Ministro degli Esteri del Governo Berlusconi definisce "opportuna" la provocazione del leader riformatore. Di più. Annuncia: "appena possibile firmerò i referendum. Davvero troppo per uno come Gasparri di An, per il collega di Forza Italia Meluzzi, per Buttiglione il filosofo.

D - Onorevole Martino, forse non si aspettavano che lei si schierasse con Pannella.

R - Già, un tranquillo economista di mezza età come me...Eppure chi si sorprende dovrebbe sapere che io, sulla droga, leggera e pesante, l'ho sempre pensata così, come del resto il mio maestro Milton Friedman. In una società libera lo Stato dovrebbe avere un unico scopo: proteggere i cittadini dalla violenza altrui. Se nel chiuso della mia stanza decido di assumere sostanze anche nocive, il mio vicino non ha alcun diritto di chiamare i carabinieri.

D - Lei non parla di marijuana, ma di eroina e cocaina?

R - Sì, sono convinto che non ci si possa fermare solo alle droghe leggere. Pannella lo fa per strategia, per ottenere che almeno si apra una riflessione. Io ritengo che il problema riguardi anche le droghe pesanti. Guardi cosa succede oggi: i drogati sono costretti a procurarsi la dose ai prezzi stabiliti dalla criminalità, senza alcun controllo della qualità del prodotto assunto, spesso rischiando al vita, spesso spinti a rubare per sostenere la spesa. E noi, i non drogati, dobbiamo temere di mandare i nostri figli a scuola da soli, perché davanti al portone ci sono gli spacciatori che cercano nuovi clienti. Pensi alle forze dell'ordine: devono distogliere l'attenzione da altre attività per occuparsi della microcriminalità alimentata da questo sistema.

D - Descriva lo scenario ideale ?

R - Le droghe dovrebbero essere messe in commercio dalle compagnie farmaceutiche, vendute in farmacia, possibilmente senza ricetta, accompagnate da informazioni sul rischio per chi le assume, con un controllo sulla produzione, con il divieto di promuoverle e pubblicizzarle. Uno scenario ideale, appunto. L'Italia è un Paese piccolo e non può fare da solo, deve coordinarsi con gli altri. Quella che si sta combattendo è tuttavia un'importante battaglie di principi.

D - Non la pensa così Gasparri. Alleanza nazionale promette le barricate in Parlamento.

R - Io dico a Gasparri che in una società liberale la mia vita mi appartiene fin dove non procuro danni agli altri. Gli consiglio di riflettere su quanto è accaduto a Bill Buckley, giornalista famoso della National Review, rivista conservatrice americana. Lui, i drogati, li voleva metter in un lager. Ha riflettuto dieci anni, poi ha cambiato idea, è diventato sostenitore della legalizzazione delle droghe.

D - Meluzzi si dice allibito dalle sue parole. Invita i colleghi a fare una scelta: Polo dei moderati o Polo degli sballati?

R - La parola moderazione non mi ispira simpatia. Il moderato è uno che fa la media ponderata del pensiero altrui. Io preferisco pensare con la mia testa.

D - Non c'è rischio che si spacchi il Polo su questa vicenda ?

R - Se ci fosse una possibilità politica concreta di modifica della legislazione si creerebbero certo dei problemi. Non potrei militare in un partito favorevole alla prosecuzione del proibizionismo. Ma i tempi non sono maturi. Quello di Pannella ha il valore di un gigantesco esperimento pedagogico per cominciare a discutere del problema. Perciò niente spaccature, solo amici un po' molesti da sopportare.

D - Onorevole Martino, ha mai provato a fumare uno spinello ?

R - No, veramente no, e spero di non dire fesserie.

 
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