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Corleone Franco - 29 agosto 1995
DEPENALIZZARE E' MEGLIO CHE REPRIMERE
di Franco Corleone

29 agosto 1995

IL MANIFESTO

SOMMARIO. L'iniziativa di Pannella non serve a niente. La questione in campo, oggi, è la depenalizzazione: se la si vuole realmente, l'unica via e la migliore è quella legislativa. Ve ne sono le condizioni, in questo Parlamento, considerando le attuali adesioni al testo di cui Corleone è primo firmatario, e le nuove espressioni di consenso - di particolare valore quello di Antonio Martino - per l'approvazione del disegno di legge già presentato con numerosissime firme.

C'era bisogno che Pannella inventasse una nuova performance, per accendere i riflettori sulle droghe leggere? Viste le reazioni pare proprio di sì. In realtà, i risultati di numerosi sondaggi e la pratica dei giovani dei centri sociali testimoniano che l'opinione pubblica è in maggioranza d'accordo nel rifiuto della penalizzazione dei consumatori di droghe e nel distinguere le diverse sostanze. Anche tra la classe politica e tra i progressisti è ormai vasto il consenso per una politica non punizionista. Pannella insomma ha ottenuto la conferma che la parte muccioliana del sedicente "Polo delle libertà" - con in prima fila Gasparri, Casini e Meluzzi - è per le manette. Niente di uovo, dunque. Non è neppure una novità che l'inesauribile esternatrice Rosy Bindi manifesti con candore la sua propensione per il divieto verso "tutto ciò che fa male": un fervore salutista che investe addirittura la politica di riduzione del danno, con buona pace di Don Ciotti e delle comunità del Gruppo Abele...

Tutto scontato allora? No. Emerge con chiarezza, quando non ci si limita al "colore", che l'esito di depenalizzazione del consumo ottenuto con il referendum del '93 non è sufficiente ad impedire repressioni (vedi Leoncavallo), operazioni di ordine pubblico eccessive (vedi Riccione) e persecuzioni, verso possessori anche di pochi grammi di canapa, ad opera dei prefetti, attraverso misure sanzionatorie oggi solo amministrative, ma non per questo meno gravi. L'azione di Pannella mette in luce come il Parlamento, finora, anche grazie all'ostruzionismo dei suoi alleati di Alleanza Nazionale, non sia riuscito a dare coerenza alla volontà popolare, rendendo legale l'acquisto e la cessione delle sostanze stupefacenti. Come ha limpidamente scritto Violante ieri su L'Unità, e come hanno dichiarato Berlinguer e Veltroni, è indilazionabile una riforma della legge del '90 per eliminare incongruenze e applicazioni distorte. Un nuovo referendum non serve a questo scopo. E' paradossale, ma se anche venissero raccolte le fir

me e fosse approvato il referendum voluto da Pannella, la sua azione di disobbedienza civile continuerebbe ad essere sanzionata: perché l'articolo 73, che prevede la condotta incriminata, non risulterebbe abrogato.

Gli obiettivi della legalizzazione sono chiari e concreti: a) togliere dall'illegalità centinaia di migliaia di giovani; b) rompere la continuità con il mercato nero e mafioso; c) battere il moralismo e il perbenismo ipocrita; d) aprire un canale di comunicazione con la cultura alternativa.. La legalizzazione, attraverso il rifiuto dello Stato etico, offre una risposta in chiave libertaria e comportamenti che non possono essere criminalizzati. Non c'è dubbio che la legalizzazione delle droghe leggere non esaurisce il problema della tossicodipendenza: che ha radici nel disagio, nella condizione delle periferie urbane e che ugualmente richiede più Stato sociale e meno codice penale. La questione in campo, oggi, è la depenalizzazione: se la si vuole realmente, l'unica via e la migliore è quella legislativa. Ve ne sono le condizioni, in questo Parlamento, considerando le attuali adesioni al testo di cui sono primo firmatario, e le nuove espressioni di consenso - di particolare valore quello di Antonio Martino

- per un'approvazione, dopo un dibattito serio e approfondito, che non assuma toni da guerra di religione.

Alla ripresa dei lavori parlamentari, la settimana prossima, occorrerà rilanciare lo schieramento a favore della proposta di legge per la legalizzazione dei derivati della cannabis, con l'obiettivo di arrivare a trecentosedici firmatari. In quel momento non saranno più consentite tergiversazioni e lungaggini. Bisognerà essere pronti anche ad azioni non violente affinché la proposta di legge venga messa all'ordine del giorno dell'aula. Dopo tanto parlare di regole è forse possibile l'approvazione di una riforma di civiltà. E per entrare in un "coffee shop" non ci sarà bisogno di volare ad Amsterdam.

 
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