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Meli Paolo - 29 agosto 1995
LECITA LA PROTESTA DI PANNELLA. Baldassarre: Magistrati in politica.

29 agosto 1995

di Paolo Meli

IL GIORNO

SOMMARIO. Interessante intervista, a pochi giorni dall'uscita di baldassarre dalla Corte. Il Presidente manifesta apprezzamento per l'iniziativa di pannella sullo spinello. Dà quindi giudizi su temi di attualità, su alcune sentenze controverse della Corte, sul presidenzialismo, sulle sue stesse esternazioni, ecc.

ROMA- Oltre le finestre il sole si spintona con la pioggia e insieme perseguitano il povero turista giapponese che ormai punta la sua Nikon a casaccio rimbalzando tra Quirinale ed il PAlazzo della Consulta, dove sta entrando la macchina di Antonio Baldassarre. Due piani più su il commesso annuncia con piglio solenne l'arrivo del presidente. Ripasso delle domande, controllo scaramantico del registratore, sistematina fugace al nodo della cravatta, eppoi la prima sorpresa. Tra i velluti arabescati del salone irrompono un paio di mocassini neri e jeans leggermente scoloriti. Dentro, Antonio Baldassarre, camminata ancora più giovanile dei suoi 54, poche per uno che sta da nove anni alla Corte costituzionale e tra dieci giorni sarà il disoccupato più corteggiato d'Italia. Dopo un'ora di intervista, nella cassetta è rimasta una difesa a sorpresa di Marco Pannella ("La sua è stata una forma di protesta estrema"), una mazzata a Gerardo D'Ambrosio che aveva proposto il carcere dopo il primo grado di giudizio ed un "no

n so cosa potrà accadere" alla domanda su un suo eventuale impegno in politica ("Ma immediatamente no").

D. Presidente, cosa dice di Pannella Babbo Natale dello spinello?

"E' un modo legittimo di far valere le proprie opinioni. Legittimo nel senso che è una protesta estrema per porre all'attenzione dell'opinione pubblica su un problema. Certo, si tratta di un comportamento di per sè punito dalla legge, però bisogna tenere conto del contesto. Anche negli Stati Uniti ci sono stati casi simili, ricordo ad esempio quando durante la guerra del Vietnam un cittadino per protestare cucinò un uovo al tegamino sulla fiamma votiva e la corte suprema dissa che era costituzionale".

D. E nel merito.

"Non posso dire nulla. La Corte ha stabilito che la legislazione severa che è stata fatta non è contraria alla Costituzione, però c'è un margine di libertà del legislatore. Non c'è vincolo costituzionale, quindi io non posso esprimere la mia opinione come ho fatto ad esempio in merito all'art. 27..."

D. Quello secondo il quale un imputato è innocente fino al giudizio definitivo. Gerardo D'Ambrosio aveva ipotizzato il carcere per chi viene condannato in primo grado...

"Io ho solo detto che [manca qualcosa, n.d.r..] far saltare un passo verso l'inciviltà, perchè la Corte in tempi non sospetti ha definito quella presunzione "un principio di civiltà giuridica" prima che costituzionale. Tutti gli ordinamenti e in particolare quelli anglo-americani hanno posto questo principio come cardine del processo. Già la nostra dottrina illuminista, con Beccaria, ha sostenuto questo principio. Cancellarlo significa tornare al ventennio".

D. Ci sono processi che vanno avanti per anni. Anche questa è questione di civiltà giuridica.

"E' vero, ma son ben altre le vie da perseguire".

D. Per esempio cambiare il compito della Cassazione?

"Questa è una via praticabile. E non è vero che Taormina e Flik hanno dato ragione a D'Ambrosio. Le loro proposte partivano proprio dall'intangibilità dell'art. 27. Certo, c'è uno spazio a livello di legislazione ordinaria nel definire quando la sentenza diventa definitiva".

D. Che giudizio dà della nuova legge sulla custodia cautelare?

"Mi sembra si tratti di una legge che si muova nella direzione voluta dall'art. 27".

D. Forse questo non consolerà gli italiani quando vedono che un omicida reo confesso viene rimesso in libertà grazie a questa legge.

"Negli ordinamenti ispirati a principi di libertà, come negli Stati Uniti, si è escluso che la confessione o il patteggiamento possano escludere le garanzie della presunzione di innocenza".

D. Lei ha rilasciato polte interviste nelle quali ha sempre escluso di scendere in politica. Conferma?

"Bisogna distinguere tra magistrato ordinario che non è un magistrato in carriera. Per il giudice costituzionale è opportuno che per un certo periodo, finito il proprio mandato, stia lontano dalla politica, soprattuttu dall'impegno partitico. Questo vale ancor più per i giudici ordinari che per entrare in politica dovrebbero a mio avviso dimettersi dalla magistratura".

D. Resta il fatto che quasi tutti gli ex presidenti della Corte sono impegnati in politica e quasi tutti con i progressisti...

"E' una consuetudine che non apprezzo. Se poi a distanza di tempo, maturando i propri comportamenti, uno si vuole dare alla politica...ma deve nel frattempo far scomparire l'immagine di giudice".

D. Ma lei, presto o tardi, lo farà?

"Immediatamente sicuramente no, per il futuro lontano possono succedere e cambiare tante cose..."

D. Lei ha esternato su aborto, sistema maggioritario, magistrati, presidenzialismo, modifica dell'art. 138 della Costituzione. Tutte prese di posizione molto apprezzate dal Polo e molto poco dal centrosinistra. E' un caso?

"E sì, è un caso. Poi è vero fino ad un certo punto. Alcune cose che ho detto le ritrovo anche in rappresentanti dello schieramento progressista..."

D. Ad esempio?

"Ad esempio una legittimazione poolare del vertice dell'Esecutivo..".

D. Lei è stato risolutamente contrario ai sistemi presidenziali. Ora ha cambiato idea...

"Nel '79 ho scritto un saggio contro una proposta di Giuliano Amato di introdurre in Italia il presidenzialismo. Poi però, nell'85, feci una relazione ad un convegno nel quali sostenni che in momenti in cui il sistema ha bisogno di trasformazione puuò essre giusto passare dal proporzionale al maggioritario. Il nostro sistema ha bisogno di un cambiamento e quindi del maggioritario, e il maggioritario comporta una qualche legittimazione popolare del vertice dell'esecutivo".

D. Resta il fatto che tutte le tesi che lei ha sostenuto sono condivise dal centrodestra. Si sente un uomo di destra?

"Non sono nè di destra nè sinistra, sono un giudice costituzionale. Ho avuto sempre le mie opinioni, anche prima di intrare alla Corte, quando simpatizzavo per qualche shieramento, avevo le mie idee e non mi interessava se coincidessero o meno con quelle di qualche partito".

D. E' vero che lei è entrato alla Corte grazie alla spinta del Pci?

"Lo dovrebbe domandare a chi mi ha nominato (Cossiga, ndr), io non ho chiesto nulla a nessuno. mi sono sentito chiamare un giorno al telefono, cosa è successo dietro non lo so".

D. Ultima malignità. E' vero che lei è amico di Previti?

"Abbiamo giocato a calcetto insieme. Previti è un uomo di grande simpatia e [manca qualcosa, n.d.r] che è amico mio al pari di persone che stanno in campo opposto".

D. Ad esempio?

"Beh, la mia amicizia con Cesare Salvi è nota".

D. Che ruolo gioca a pallone?

"Ho iniziato come terzino, poi sono passato a mediano, ma ora si dice centrocampista".

D. Che idea si è fatta del Governo Dini?

"L'idea che credo abbiano quasi tutti gli italiani. Un Governo va giudicato dai risultati e mi sembra che questi siano positivi... questo glielo dico da cittadino, ovviamente".

D. E per quanto riguarda l'applicazione della sentenza sulla "tartassazione" delle famiglie monoreddito?

"Già in casi simili - ed è questa una novità introdotta sotto la mia presidenza - la Corte ha detto che è sufficiente da parte del Governo un serio avvio di risoluzione del problema. Mi auguro che si stia operando in questo senso".

D. La Corte è stata accusata di "fare" la politica economica di questo paese. In particolare ci fu una famosa sentenza sulle pensioni che creò una voragine nei conti dello Stato.

"Sin dal giorno della mia elezione a presidente ho detto che questo era un problema e su questo punto negli ultimi mesi la giurisprudenza della Corte ha avuto svolte significative che hanno sterilizzato l'impatto negativo sulla finanza pubblica da parte delle sentenza, anche di quella di cui lei fa riferimento".

D. Siamo alle prese con altri 18 referendum. Non trova che la Corte abbia permesso che in Italia si introducesse il referendum propositivo, non previsto dalla Costituzione?

"Lo dice a me che votai contro l'ammissibilità del referendum elettorale proprio per questo motivo? Ormai la Corte ha imboccato questa strada e non si può tornare indietro".

D. In Parlamento c'è un dibattito sulla necessità di modificare il quorum per la nomina dei giudici della Corte...

"Penso che non si riesce a nominare i due giudici che mancano neanche con questo quorum. Figuriamoci aumentandolo. Mi sembra che l'attuale sistema già garantisca le minoranze, anche in un sistema maggioritario".

D. Siamo in piena affittopoli, non è che lei abita nella casa di un ente?

"No, abito in una casa mia, ma sto contrattando con un ente pubblico per la sede del mio studio legale. Sia chiaro: a prezzi di mercato e dopo aver letto un annuncio su un giornale".

 
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