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Stighi Giacomo - 30 agosto 1995
IL 20 SETTEMBRE PROSSIMO SI CONFRONTANO DUE PROPOSTE: MAGGIORE LIBERTA' O LOTTA PIU' DURA.
L'EUROPA VOTERA' SULLA LEGALIZZAZIONE DELLE DROGHE LEGGERE.

CRESCE LA POLEMICA ALL'INTERNO DEGLI SCHIERAMENTI POLITICI ITALIANI. PRODI E SALVI IN CONTRASTO, E MASTELLA CONTRO MARTINO.

30 agosto 1995

LA NAZIONE

SOMMARIO. Gli interventi di don Giacomo Stighi e di Marco Pannella

PREVENIRE: LA VERITA'? TUTTE NOCIVE LE DROGHE

di don Giacomo Stighi

Intervengo controvoglia nel dibattito in corso sulla depenalizzazione di hashish e marijuana perché non ci sto a schierarmi per forza o tra i favorevoli o tra i contrari. E' un modo troppo superficiale di affrontare un problema che è complesso ed è fatto di più verità; un problema la cui soluzione è altrove.

La prima verità da sapere è che non esistano droghe innocue o neutre: sono tutte dannose, anche quelle che non sono mortali o non provocano danni irreparabili al fisico o alla mente. Il solo fatto che lo spinello abbia come effetto la diminuzione dei riflessi o crei stati di apatia non è cosa da poco né esente da rischi anche gravi, per chi lo usa e per chi gli sta accanto. Sono d'accordo coi professori Mannaioni e Pepeu dell'Università di Firenze che affermano che lo spinello fa male. E la mia esperienza, costruita sulle migliaia di casi passati dal Centro di Solidarietà di Firenze, va anche più in là: mi dice che se è vero che non tutti quelli che fumano spinelli finiscono nelle droghe pesanti, è altrettanto vero che quasi tutti i tossicomani incalliti hanno iniziato abusando di alcool, spinelli e pasticche.

Inoltre si fa un gran parlare di droghe leggere e droghe pesanti, senza pensare che la distinzione la si dovrebbe fare tra consumatori leggeri e consumatori pesanti. E ancora: è ben diverso se è un adulto che fuma uno spinello o se lo fanno adolescenti non ancora strutturati psicologicamente e che, attraverso l'uso di una sostanza, esasperano il conflitto con la società o si aggregano in gruppi dove la trasgressione si cristallizza.

D'altra parte è vero anche che mandare in galera un ragazzo perché ha in tasca qualche spinello è fatto altrettanto grave dalle gravissime conseguenze per il suo futuro.

C'è una terza verità di cui ho conferma nei miei frequenti incontri con gli studenti di scuola media superiore di Firenze; oltre due terzi dei nostri ragazzi fanno uso di queste sostanze senza farsene ormai un problema. Per alleggerire il giudizio le chiamano droghe ricreative, prese per divertirsi e non per andare fuori di testa.

Questo, secondo me, è il vero problema: che tanti giovani per stare bene abbiano bisogno di stampelle chimiche. Perché avviene questo proprio all'interno di una società ricca e benestante, ampiamente permissiva, dove è più facile che i giovani si annoiano piuttosto che sudare? Questa è la domanda.

La risposta c'è, ma è scomoda, perché obbliga a rivedere molte cose della società, dalla scuola, al lavoro, al posto dei giovani nel nostro mondo; così ci si contenta di piccole battaglie tra proibizionisti e permissivisti, della modifica di una piccola legge. Sono interventi di mira bassa, direbbe don Milani. La soluzione sta nel trovare una politica più efficace per i giovani e i giovanissimi, che sono ancora i più esposti al rischio di abuso di droghe, siano essi legali (alcool, tabacco, psicofarmaci) o illegali (spinello, ecstacy, anfetamine, cocaina, eroina). La soluzione è nella prevenzione.

Non ho simpatia per le proibizioni per legge. Il lavoro che da quindici anni mi onoro di fare non è quello di proibire qualcosa ai tossicodipendenti, ma di aiutarli a stare bene con sé e con gli altri attraverso positive scelte di vita. Quando ci riesco, sanno da soli cosa evitare e cosa scegliere anche tra le tante cose che questa società permette ma che non favoriscono certo la vita.

Quando anche lo spinello sarà legalizzato il problema vero resterà, e sarà ancora se i nostri ragazzi staranno bene in questa società o no. Ma questo è un problema davvero serio. Perciò i politici di oggi e di domani, come quelli di ieri, preferiranno rimandarlo alle calende greche.

 
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