30 agosto 1995di Giordano Bruno Guerri
IL GIORNALE
SOMMARIO. E' uno splendido esempio di ragionamento cretino, che convince esattamente della tesi contraria a quella che sostiene. Tutto da leggere, e da ridere.
Il problema della legalizzazione delle droghe leggere è di quelli, come l'aborto, che spaccano le coscienze e dividono gli schieramenti. E fra poco i giornali, a ragione, ci sommergeranno con l'elenco dei motivi pro e di quelli contro: ne ha offerto un buon esempio, ieri, Lucio Violante con un lungo fondo sull'Unità.
Di certo l'attuale legge, che permette di mandare in galera anche piccoli consumatori, va rivista, ma il vero problema è se consentire la libera vendita di hashish o marijuana. E' vero che con la legalizzazione si separerebbe il mercato delle droghe pesanti ( che resterebbero proibitissime) da quello delle droghe leggere, quindi si riuscirebbe a non sottoporre i fumatori di hashish - un milione circa! - al contatto continuo con gli spacciatori, che hanno molto più interesse a vendere loro cocaina ed eroina, piuttosto che hashish e marijuana; ma è d'altra parte vero che la perdita del mercato delle droghe leggere spingerebbe i trafficanti ad allargare quello delle droghe pesanti, abbassando provvisoriamente i prezzi e cercando nuovi clienti.
Personalmente non saprei proprio per quale soluzione decidermi ma proprio per questo, forse, posso fare qualche considerazione interessante. Ultraquarantenne, appartengo alla generazione e alla cultura dello spinello: si fumava la "canna", fin da ragazzini, per "allargare l'area della coscienza" e per trasgredire, ovvero per gli stessi motivi che credo spingano i ragazzi d'oggi. Ho fumato spinelli abbastanza regolarmente per anni e anni, proprio mentre studiavo all'università e mi laureavo (rapidamente e con il massimo dei voti). Poi mi sono reso conto che non allargava nessuna area e che le trasgressioni vere erano ben altre: contrastare idee ricevute e culture dominanti, ad esempio. Mi sono dunque semplicemente stufato di fumare spinelli, e senza passare a droghe più pesanti. (anche se non ho alcuna difficoltà, imbarazzo e vergogna ad ammettere che tutt'oggi, se un amico me l'offre, qualche tiro lo faccio volentieri).
Sarei, insomma, una prova vivente che l'hashish non da assuefazione e non necessariamente porta all'eroina. Simpatizzante di Pannella, dovrei allora pronunciarmi per la legalizzazione. Invece non me la sento di farlo con tanta facilità. Perché io, quando ho smesso, ero già fortemente strutturato, avevo interessi appassionanti e lavori di grande soddisfazione. Insomma, una situazione ideale, fortunata, non disponibile per tutti. Immagino un ragazzo (ormai si è ragazzi fino a trent'anni) poco felice, senza molte prospettive: disoccupato o maloccupato i cui maggiori interessi siano il calcio, i concerti, le auto o, al massimo, le donne. E' abbastanza facile immaginare cosa potrebbe accadere a questo ragazzo cui venga offerto il piacevole diversivo dell'hashish, con la possibilità di comprarlo a basso prezzo in appositi luoghi legali, senza nessuna condanna sociale. Ebbene temo che molti, una volta esaurito il piacere dell'hashish, difficilmente resisterebbero alla tentazione di provare qualcosa di simile ma più
forte, e qualcosa di simile non immensamente più forte e pericoloso è l'eroina.
E' questo il principale pensiero che mi impedisce di schierarmi decisamente con gli amici radicali, che di sicuro sono in buonissima fede ma forse sottovalutano la debolezza di molti. Né credo che, su un caso come questo, sia il Parlamento a dovere decidere: si vada al referendum, questa volta ne vale la pena. E che gli italiani se la mandino buona.