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Arnao Giancarlo - 31 agosto 1995
L'erba malata - Come sono nate e sono dilagate le leggende sui presunti effetti cancerogeni della cannabis. L'allarme lanciato in Usa da una unica e discutibile ricerca
Articolo di Giancarlo Arnao pubblicato su "Il Manifesto" il 31 agosto 1995 (pag.15)

Nel corso del dibattito sulla legalizzazione della cannabis, qualcuno ha parlato dei suoi presunti effetti cancerogeni (fra i primi, il Corriere, 24 maggio'95, dall'inequivocabile titolo "Spinello cancerogeno"). Da quanto si è letto, si può capire che l'ipotesi di una azione cancerogena specifica della cannabis fa riferimento a una ricerca Usa del 1993.

Quei tredici casi

Questo studio ha analizzato 13 casi di carcinoma polmonare in soggetti di età inferiore ai 45 anni - un'età in cui l'incidenza di questa malattia è molto bassa: poiché erano tutti fumatori di marijuana, si è formulata l'ipotesi del Thc abbia un ruolo determinante nella sua patogenesi. In realtà, questi soggetti sono stati classificati come "consumatori di marijuana" per il fatto di aver fumato marijuana "qualche volta" nella vita. D'altra parte, 12 dei 13 casi non fumavano solo cannabis, ma erano anche fumatori abituali di sigarette (cfr.Sridhar et al, Journal of Psychoactive Drugs, 26, 3, Jul. Sep. 1994). E' evidente che le premesse metodologiche della ricerca sono assai discutibili. Praticamente, l'ipotesi è basata su quell'unico (su 13) fumatore di marijuana, di cui neppure si sa quanta ne abbia fumata.

L'ipotesi dello "spinello cancerogeno" sarebbe stata confermata da un'altra presunta rivelazione: "Fumare una dose di marijuana equivarrebbe al consumo di quattro sigarette". Questa valutazione, che viene oggi presentata come una novità assoluta, è apparsa su pubblicazioni scientifiche Usa del 1988, ed è stata riportata a pagina 33 del mio libro "Canna/bis" pubblicato nel 1993 per le edizioni Stampa alternativa.

L'equazione "uno spinello=quattro sigarette" parte dall'assunto che l'effetto carcinogeno è determinato da qualsiasi sostanza venga fumata (lo ha autorevolmente confermato, in questi giorni, Silvio Garattini). Non essendo stata dimostrata alcuna specifica azione carcinogena dei prodotti di combustione della cannabis, si assume che, a parità di sostanza fumata, la cannabis determini un rischio analogo a quello del tabacco. Considerando però gli spinelli non hanno filtro, e che vengono aspirati più profondamente e più a lungo, le autorità sanitarie Usa (in particolare il Nida) valutano che il potenziale di rischio della cannabis sia 4 volte superiore a quello del tabacco.

Erba o tabacco?

Ma va ricordato che 500 mg di marijuana bastano e avanzano per due-tre ore. Se poi viene fumato hashish puro senza tabacco, per raggiungere gli stessi effetti 100-200 mg. Possiamo concludere che i quantitativi di cannabis "fumati" (e di conseguenza gli effetti carcinogeni) per ottenete un effetto di qualche ora sono inferiori da 2/3 a 1/7 di quelli di una sigaretta di 750 mg.

Inoltre, i consumatori di cannabis a frequenza quotidiana sono una limitata minoranza rispetto alla generalità dei consumatori e comunque fumano mediamente non più di uno o due spinelli al giorno. Anche se l'equazione di 1/4 fosse valida, l'effetto sui polmoni equivarrebbe a 4-8 sigarette al giorno: un livello di consumo (e di rischio) molto inferiore a quelle venti sigarette che rappresentano il consumo medio dei fumatori abituali di tabacco.

 
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