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Naselli Elvira - 31 agosto 1995
REFERENDUM SUI MAESTRI
di Elvira Naselli

31 agosto 1995

LA REPUBBLICA

SOMMARIO. Daniela Colturani, del sindacato Sinascel CISL, difende la riforma del modulo dal referendum voluto dai Riformatori. Ammette difficoltà di applicazione del modulo, specie al sud, e ricorda che è già prevista una sua modifica, grazie a una legge che giace in parlamento, ma respinge la "strumentalizzazione" del referendum.

I Riformatori chiedono l'abolizione della riforma delle elementari con i tre insegnanti per due classi. Ed è subito polemica.

Un referendum per abrogare la riforma della scuola elementare, per intenderci quella delle tre maestre e dei moduli. Lo propongono i Riformatori, che hanno già cominciato a raccogliere le firme, lo criticano i sindacati che parlano di "strumentalizzazione politica". E anche per i genitori cattolici lo strumento referendario è "misura inefficace e affrettata". Per carità, non è che sia perfetta, la riforma, e su questo sono tutti d'accordo; ma da qui a decidere di abolirla - accusano i sindacati - anziché perfezionarla ne corre.

Ma i critici sono tanti e agguerriti. Per loro la riforma, come ha ricordato ad esempio Angelo Panebianco sul Corriere della Sera, i moduli danno alla scuola elementare la struttura del liceo e la cosa è radicalmente sbagliata; si violentano ritmi e modi di apprendimento impedendo all'insegnante di adattare il programma scolastico e le sue scansioni alle esigenze dei piccoli allievi; si è fatta la riforma solo per salvare l'occupazione, alla faccia dei bambini.

Ma veniamo ai fatti: dal 1990, con la legge 148, più di 2 milioni e mezzo di bambini stanno sperimentando un nuovo tipo di scuola. Al maestro unico con ventiquattro ore di lezione a settimana è subentrata un'organizzazione - i cosiddetti moduli - che prevede tre diversi insegnanti per coppia di classi con un orario di 27 ore a settimana, che possono aumentare fino a 30 dove si insegna anche la lingua straniera. Nell'83% delle scuole italiane (nell'anno scolastico 93-94) sono entrati i moduli. Oggi, a 5 anni dall'inizio dell'esperimento - che dovrà essere verificato dal Parlamento - c'è da chiedersi cosa ha funzionato e cosa no. Nel frattempo, però c'è chi vuole "riformare" la riforma. Scatenando le ire dei sindacati.

"E' un colpo al cuore per noi che ci siamo impegnati per questa riforma - attacca Daniela Colturani, generale della Sinascel Cisl, il sindacato nazionale della scuola elementare e materna,- e continuiamo a crederci. Dati alla mano, possiamo dimostrare che c'è stata una razionalizzazione del sistema con la chiusura di centinaia di plessi, l'eliminazione di migliaia di classi e il mantenimento dell'organico del '90. Non abbiamo chiesto un posto in più. Nel frattempo, però, i bimbi sono diminuiti. Il deputato Riformatore Lorenzo Strik Lievers, nemico storico della riforma e promotore del referendum, ribatte che "i sindacalisti e gli (ex)democristiani si oppongono alla sola idea che il referendum sia convocato e si battono con la proposta in campo per abolire i mostri giuridici della pedagogia di Stato e dell'insegnante privo per legge della libertà di insegnamento, che l'obbligo rigido dei moduli ha imposto".

"Vorrei ricordare - continua Daniela Colturani - che i bambini arrivano alle elementare dopo 3 anni di scuola materna con due insegnanti, quindi la presenza di più maestri non li sconvolge. E poi la qualità è migliorata, non c'è più un'insegnante tuttologo ma un gruppo unitario che lavora in modo collegiale. E' vero, non sempre è facile costruire un team, soprattutto se si è abituati a lavorare da soli, ed è altrettanto vero che il carico di lavoro è molto aumentato per i docenti, ma, nonostante questo, sono i primi a non tornare indietro. C'è anche da precisare che la riforma ha avuto un impatto completamente diverso al Nord e al Sud. Perché il fatto d'avere più ore implica una presenza prolungata a scuola e, mentre in alcune realtà del paese ci sono le mense efficienti, il servizio trasporto, al sud abbiamo spesso a che fare con tripli turni e con classi stipate nel garage.

Per questo suggeriamo di avere pazienza, di correggere le rigidità dovute qualche volta anche a letture un po' troppo burocratiche della riforma, ma non di abolirla e basta. Perché davvero sembra la strumentalizzazione contro una riforma che qualcuno ha voluto definire dei catto-comunisti".

I genitori dell'Age dal canto loro ricordano o che un'eventuale revisione dei programmi è già all'esame del Parlamento e, pur riconoscendo la mancata flessibilità, gradualità e adeguatezza alle esigenze delle singole scuole, credono che questi problemi "non possano essere strumentalizzati da un referendum. Ci sono possibilità normali e istituzionali per valutare e migliorare la legge di riforma".

 
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