12 settembre 1995di Marco Pannella (dichiarazione)
SOMMARIO. "Mi sono sempre sentito più vicino agli avversari che danno risposte opposte allle nostre a domande fondamentali del nostro tempo, che non agli idifferenti e ai politicanti".
"Sono andato diverse volte ad Amelia, accolto da don Gelmini e dai suoi ospiti, che mi avevano invitato, con affetto e con stima. Come non cesso di dire da trentanni almeno, mi sento infatti, comunque, più vicino a coloro che danno risposte opposte alle nostre a domande fondamentali del nostro tempo e della nostra società, e che con noi le pongono al centro della propria vita, che agli indifferenti ed ai politicanti che attorno a noi compiono le loro evoluzioni da avvoltoi.
Sentivo più vicina la Chiesa nel confronto sull'aborto e sul divorzio che clericali e "laicisti" profittatori e indifferenti, unicamente tesi a trarre profitti dalle nostre lotte.
Mi sento più vicino a Muccioli e don Gelmini che agli "antiproibizionisti" e "proibizionisti" delle ultime ore e dei calcoli partitocratici, per non parlare delle caricature dei Fanfani e dei Rumor che oggi starnazzano, friniscono o credono di ruggire, non essendo che delle rane gonfiate dalla generosità e dagli errori di Berlusconi, che vorrebbero ormai far fuori.
Se ad Amelia si riuscirà a tirar fuori qualcosa di utile dalle visite partitocratiche e clerico-fasciste, quindi atee, che con clamore sono annunciate, sarò il primo ad esserne felice: i mercanti del tempio sono tornati, purtroppo non più solamente alla testa dello schieramento avversario".