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Partito radicale - 17 luglio 1993
MOZIONE GENERALE APPROVATA DALL'ASSEMBLEA DEI PARLAMENTARI ISCRITTI AL PARTITO RADICALE - SOFIA 17 LUGLIO 1993

SOMMARIO: La mozione "auspica" che il Consiglio Generale recepisca le 'Linee di iniziativa politica' presentate dal Segretario e le indicazioni contenute nella relazione del Tesoriere". Elenca quindi in particolare sei "indirizzi" di iniziativa conseguenti alle indicazioni degli organi del partito e al dibattito svoltosi. Infine, l'Assemblea "impegna i parlamentari...per quanto riguarda la produzione e la distribuzione del notiziario parlamentare e la creazione delle relative strutture di servizio nei parlamenti", ed anche "impegna i propri membri ad assumere, in modo coordinato, tutte le iniziative che valgano a tradurre in atti parlamentari gli impegni politici stabiliti dal Consiglio generale".

Nella premessa alla mozione (risultante da un emendamento proposto da Tomac ed altri), si accentua duramente, anche sul piano linguistico, la condanna dei crimini commessi nella ex-Jugoslavia

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L'assemblea dei parlamentari iscritti al Partito Radicale,

riunita per la prima volta a Sofia, dal 15 al 17 luglio 1993, dopo una intensa discussione di tre giorni alla quale hanno partecipato oltre 150 membri;

approva le relazioni introduttive e programmatiche;

condanna concordemente ed energicamente l'inefficienza delle istituzioni mondiali, le quali non dimostrano alcuna volontà politica per fermare la guerre di aggressione in Bosnia ed Erzegovina e Croazia, e nelle altre parti del globo.

Noi Parlamentari di 40 paesi del mondo invitiamo unanimemente i nostri parlamenti ed i nostri governi a fermare il genocidio dei civili innocenti, ad affermare la pace con tutti i mezzi disponibili, ad assicurare il ritorno dei profughi e dei rifugiati, a contrapporsi alla pulizia etnica ed a quella politica che con la forza, l'aggressione ed il crimine scaccia centinaia di migliaia di persone dalle loro case e dai loro villaggi.

La vita umana rappresenta il massimo valore e nella difesa del diritto alla vita, come diritto fondamentale; noi parlamentari iscritti al Partito radicale non ci rassegnamo all'indifferenza di coloro che possono ma non agiscono.

La nostra civiltà si trova ad un punto cruciale. Se accetteremo la via che conduce alla rassegnazione e all'impotenza di fronte ai crimini, ai criminali di guerra, al genocidio, alle trattative con quegli stessi criminali accolti come autorevoli uomini di Stato, se accetteremo il cambiamento violento dei confini, l'assassinio di centinaia di migliaia di persone senza alcuna condanna, imboccheremo la via che conduce alla fine della nostra civilità e dei valori nei quali abbiamo creduto e per i quali abbiamo lottato.

Occorre che i democratici di tutto il mondo alzino la voce e tornino ad affermare quei principi morali e quei valori etici che sono alla base della nostra civiltà. Se questo non sarà fatto, se i criminali non saranno puniti, se la guerra non sarà fermata, gli orrori e il genocidio cresceranno non solo in Bosnia ed Erzegovina, ma ovunque nel mondo: nessuno ha il diritto al silenzio ed alla passivita'.

Occorre agire, organizzarsi, difendere i principi fondamentali della giustizia, dell'umanità, dell'uguaglianza nazionale in tutti gli Stati del mondo.

L'Assemblea, sulla base di quanto emerso dal dibattito, auspica che il Consiglio generale recepisca le "Linee d'iniziativa politica" presentate dal Segretario e le indicazioni contenute nella relazione del Tesoriere, individuando le priorità fra quegli obiettivi politici che consentano di rendere effettivo e vincolante il diritto internazionale, che rafforzino il ruolo e la legittimità democratica delle Nazioni Unite. Il messaggio inviato dal Segretario generale dell'ONU Boutros Ghali, che afferma la necessità della democratizzazione delle relazioni internazionale e riconosce la validità dell'impostazione radicale trasnazionale, rappresenta un fatto politico rilevante ed una indicazione di lavoro.

L'assemblea segnala in particolare gli indirizzi volti a:

1) ottenere il rispetto degli impegni e delle scadenze per la costituzione del Tribunale internazionale contro i crimini commessi nell'ex-Jugoslavia;

2) collegare l'eventuale riconoscimento o disconoscimento anche della Repubblica federale di Jugoslavia (Serbia e Montenegro) - come accaduto e accade con le altre Repubbliche ex-Jugoslave - al ripristino e alla effettiva garanzia dei diritti delle persone e dei popoli calpestati dall'aggressione serba ed in particolare in Bosnia e nel Kossovo

3) rilanciare nei vari parlamenti la battaglia per il riconoscimento della Macedonia;

4) ottenere l'approvazione di una risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite che affermi il diritto a non essere uccisi per forza di legge;

5) ottenere la modifica o la denuncia delle convenzioni internazionali che vincolano i paesi ad una politica proibizionista sulle droghe;

6) ottenere il rafforzamento o la creazione di istituzioni sovranazionali per la tutela dei diritti della persona, ivi compresi quelli all'identità etnica, culturale, linguistica e religiosa;

7) predisporre le condizioni e le risorse per sviluppare in una dimensione sovranazionale le seguenti battaglie:

- per l'ambiente e lo sviluppo sostenibile;

- contro la diffusione dell'AIDS, in particolare nel continente africano;

- per la lingua internazionale.

L'Assemblea, sulla base dell'esigenza di far crescere strutture e servizi trasnazionali autonomi del partito nei diversi paesi, impegna i parlamentari a dar seguito alle indicazioni del Tesoriere per quanto riguarda la produzione e la distribuzione del notiziario parlamentare e la creazione delle relative strutture di servizio nei parlamenti.

L'assemblea impegna i propri membri ad assumere, in modo coordinato, tutte le iniziative che valgano a tradurre in atti parlamentari gli impegni politici stabiliti dal Consiglio generale.

 
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