SOTTOSCRITTA DA CENTO SENATORI. PRIMI FIRMATARI CAPIGRUPPO DELLA MAGGIORANZA E DELL'OPPOSIZIONE.
DICHIARAZIONE DI SERGIO D'ELIA, SEGRETARIO DI NESSUNO TOCCHI CAINO: "INIZIATIVA SENZA PRECEDENTI".
Roma, 23 giugno 1994.
Su iniziativa dell'associazione internazionale Nessuno tocchi Caino, che conduce una Campagna di cittadini e di parlamentari per l'abolizione della pena di morte nel mondo entro il 2000, è stata presentata oggi al Senato una mozione per la moratoria delle esecuzioni capitali. La mozione, presentata contemporaneamente in altri parlamenti, è stata firmata da cento senatori, tra cui i capigruppo Cesare Salvi (Progressisti), Nicola Mancino (Popolari), Enrico La Loggia (Forza Italia), Francesco Tabladini (Lega), Ersilia Salvato (Rifondazione), Edo Ronchi (Verdi-La Rete), Michele Sellitti (Psi). Tra i primi firmatari Francesca Scopelliti (Riformatori), Luigi Manconi (Verdi) e Antonio Guarra presidente della Commissione Giustizia di Alleanza Nazionale.
La mozione impegna il Governo Berlusconi su tre punti: ad operare affinchè il Consiglio di Sicurezza imponga la moratoria delle condanne a morte in occasione di colpi di Stato e di guerre civili; a porre all'ordine del giorno della prossima Assemblea Generale delle Nazioni Unite una Risoluzione sulla moratoria universale delle esecuzioni capitali; a sostenere e promuovere l'istituzione del Tribunale penale internazionale sui crimini contro l'umanità ad opera dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
L'azione parlamentare ha tempi strettissimi. Entro il 20 agosto, il Governo deve aver depositato all'Onu la proposta di Risoluzione sulla moratoria delle esecuzioni, perchè essa sia all'ordine del giorno della Assemblea Generale che si riunisce a New York da settembre a dicembre 1994.
Su questo, Sergio D'Elia, segretario di Nessuno tocchi Caino, ha dichiarato: "E' un'iniziativa senza precedenti. Per la prima volta destra e sinistra, infrangendo stereotipi forcaioli e pregiudizi ideologici, concordano in maniera consistente su una campagna politica. La moratoria delle esecuzioni è lo strumento più appropriato e decisivo per consentire che il diritto dell'individuo a non essere ucciso a seguito di una sentenza o misura giudiziaria - diritto già affermato in una Risoluzione del Parlamento Europeo e sancito anche nello Statuto del tribunale dell'Onu per la ex-Jugoslavia - si affermi, in tempi politici, in ogni ordinamento giuridico, internazionale e degli Stati".
Per il testo integrale della mozione: 06/689791