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Parlamento Europeo - 13 giugno 1991
Atti di violenza che si sono verificati nelle periferie francesi
e belghe e che hanno causato la morte di Thomas Claudio, Djamel Chettouh, Aïssa Ihich, Marie-Christine Baillet e Youcef Kahif

Il Parlamento europeo,

A. considerando i tragici fatti avvenuti nel corso delle ultime settimane a Bruxelles, Sartrouville, Mantes-la-Jolie, Les Mureaux e in altri quartieri e città europei, che hanno causato la morte di molti giovani e di una agente di polizia,

B. considerando che gli atti di violenza e gli scontri tra giovani e forze dell'ordine si verificano e si ripetono in modo simile da alcuni anni nei quartieri socialmente svantaggiati delle grandi città europee e delle loro periferie,

C. considerando che la violenza non è una fatalità e non deve assurgere a mezzo per la soluzione dei problemi,

D. considerando che le autorità e i giovani dei quartieri devono sforzarsi di individuare i mezzi per un dialogo sereno e non devono lasciarsi coinvolgere da questa spirale di violenza,

E. considerando che le autorità interessate e i movimenti politici non devono sfruttare la situazione creatasi attizzando le tensioni, ma devono impegnarsi e mobilitarsi per individuare soluzioni al fenomeno dell'esclusione di cui sono vittime questi giovani e queste famiglie delle periferie,

F. viste le sue risoluzioni del 22 novembre 1990 (G.U. n. C 324 del 24.12.1990, pag. 210.), sui disordini scoppiati a Vaulx-en-Velin in seguito alla morte del ventunenne Thomas Claudio, avvenuta il 6 ottobre 1990 durante un controllo delle forze dell'ordine e del 14 giugno 1990 (G.U. n. C 175 del 16.7.1990, pag. 178.), sul problema dell'habitat nelle grandi città, nonché le conclusioni della commissione di inchiesta sul razzismo e la xenofobia,

1. condanna con fermezza l'impiego della violenza, da qualsiasi parte essa provenga, e deplora che gli attuali conflitti di periferia abbiano causato la morte di varie persone;

2. deplora che soltanto la violenza faccia emergere quelle problematiche dei quartieri sfavoriti e della loro gioventù di fronte alle quali si trovano le grandi città;

3. condanna i controlli discriminatori e l'impiego della violenza contro persone detenute e chiede che una persona trattenuta in un posto di polizia possa avere colloqui con interlocutori esterni e, in particolare, con un avvocato;

4. condanna qualsiasi politica impostata globalmente sulla repressione e non sulla ricerca di soluzione dei problemi di disuguaglianza e di discriminazione e sottolinea, in questa ipotesi, il rischio di una rottura irreversibile tra istituzioni e giovani;

5. ritiene che non potranno essere individuate soluzioni senza una riflessione su tali problemi nel contesto di un programma globale e senza l'indispensabile avvio di un dialogo permanente tra rappresentanti eletti a livello locale, pubblici poteri e gruppi e associazioni, che verta in particolare

a) su una lotta decisa contro la povertà, la disoccupazione e la precarietà del lavoro,

b) su un diritto all'alloggio uguale per tutti,

c) sul diritto all'istruzione e a una formazione di qualità con un impegno prioritario nelle zone svantaggiate,

d) sulla parità di accesso all'occupazione, in particolare nella funzione pubblica,

e) sull'integrazione politica, economica e culturale degli immigrati;

6. chiede alla Commissione di elaborare un programma di azione a favore dei quartieri sfavoriti delle grandi città europee e delle loro periferie;

7. chiede alla Commissione di effettuare uno studio sulle condizioni di habitat, sulla diffusione della povertà e sull'emarginazione nei grandi centri urbani della Comunità;

8. chiede alla Commissione e al Consiglio di prevedere un aiuto finanziario d'urgenza per sostenere le associazioni che lavorano nei quartieri di cui sopra e che si adoperano a fondo per creare, soprattutto, luoghi di accoglienza e convivialità e che si battono per l'uguaglianza di fronte alla giustizia;

9. chiede agli Stati membri di attuare un programma specifico per aiutare i giovani sulla strada della loro integrazione nella vita sociale, economica e culturale e di decidere un piano d'urgenza onde bloccare la spirale della violenza;

10. chiede agli Stati membri di migliorare le condizioni di assunzione e di formazione degli agenti delle istituzioni che operano in questi quartieri per una migliore comprensione della popolazione della cui istruzione, sicurezza e protezione sono incaricati;

11. incarica la sua commissione competente di riferirgli entro la fine del 1991 sull'intera problematica delle grandi città europee e delle loro periferie;

12. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio, nonché ai parlamenti e ai governi degli Stati membri.

 
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