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Parlamento Europeo - 13 giugno 1991
Energia e Ambiente

Il Parlamento europeo,

- visto l'articolo 121 del suo regolamento,

- visti gli articoli 100 A e da 130 R a 130 T del Trattato CEE,

- visto il capitolo III del Trattato EURATOM,

- vista la risoluzione (86 C 241/0) del Consiglio concernente i nuovi obiettivi comunitari di politica energetica per il 1995, G.U. n. C 241 del 25.9.1986

- vista la raccomandazione (88/611/CEE) del Consiglio dell'8 novembre 1988, volta a favorire la cooperazione tra le imprese di servizio pubblico e i produttori autonomi di energia elettrica,

G.U.n. L 335 del 7.12.1988

- viste le conclusioni del Consiglio del 21 maggio e del 29 ottobre 1990 sull'energia e l'ambiente,

- vista la risoluzione del Parlamento europeo del 26 maggio 1989 sul mercato interno dell'energia, G.U. n. C 158 del 26.6.1989, pag. 514.

- vista la comunicazione della Commissione al Consiglio concernente l'energia e l'ambiente, COM(89) 369

- vista la relazione della commissione per l'energia, la ricerca e la tecnologia (A3-125/91),

A. considerando che l'energia è uno dei principali parametri della problematica relativa all'ambiente,

B. considerando che, secondo le stime, la popolazione mondiale raddoppierà entro il 2010 cosicché la richiesta di energia dovrà necessariamente crescere ovunque, in particolare nel Terzo Mondo e nei paesi in via di sviluppo,

C. considerando che l'energia è anche un fattore determinante in relazione al progresso sociale,

D. rammentando la raccomandazione della commissione per l'ambiente e lo sviluppo delle Nazioni Unite del 1987 (rapporto Brundtland) con la quale si chiedeva ai paesi industrializzati di darsi un obiettivo di sviluppo sostenibile,

E. insistendo sul fatto che tale raccomandazione è stata esplicitamente ribadita in occasione di molteplici riunioni dei capi di Stato europei nonché dal Consiglio europeo del 21 maggio 1990,

F. considerando le gravi conseguenze potenziali dell'aumento dell'effetto serra, dovuto in gran parte all'impiego delle energie fossili, e considerando l'urgenza delle soluzioni che occorre adottare,

G. considerando che, se si tiene conto del numero di abitanti e del diverso grado di industrializzazione, il livello delle emissioni gassose imputabili ai singoli Stati della Comunità non è uniforme e che non è pertanto possibile attribuire responsabilità identiche quanto alla limitazione delle emissioni di CO2 e all'applicazione di misure fiscali ai paesi meno sviluppati della CEE, poiché ciò limiterebbe la loro crescita e la loro competitività,

H. considerando che siamo confrontati, su scala mondiale, a un grave problema che viene affrontato in modo diverso, sul piano della tecnologia per la lotta all'inquinamento e della capacità economica, dalla maggior parte dei paesi industrializzati (inclusi quelli della CEE) da un lato, e dai paesi in via di sviluppo dall'altro,

I. considerando che l'impiego di combustibili fossili contribuisce all'inquinamento atmosferico, ai danni al patrimonio boschivo causati dalle piogge acide, alla distruzione delle foreste, che in molti paesi in fase di sviluppo rappresentano spesso l'unica fonte energetica, nonché all'inquinamento urbano derivante dall'impiego di petrolio nel settore dei trasporti,

J. considerando che per minimizzare ulteriormente i rischi nucleari occorre far ricorso a tecniche e soluzioni sempre più perfezionate per il deposito definitivo delle scorie nucleari,

K. considerando la limitata responsabilità civile di chi è preposto al funzionamento delle centrali nucleari,

L. considerando l'obiettivo a breve termine di stabilizzare al livello del 1990 le emissioni di CO2 e di altri gas all'origine dell'effetto serra, e quello a lungo termine di ridurre sensibilmente tali emissioni,

M. considerando che, sulla base di una lucida valutazione, l'abbandono immediato dell'energia nucleare non contribuirebbe a diminuire le emissioni di CO2, ma che d'altra parte una sostituzione massiccia di centrali elettriche alimentate da combustibili fossili con centrali nucleari non costituirebbe un'alternativa sensata dal punto di vista economico né tantomeno auspicabile,

N. considerando, d'altro canto, l'inadeguatezza di una politica di sostituzione dell'energia nucleare ai combustibili fossili per far fronte alla grande sfida del problema dell'effetto serra,

O. considerando che l'abbandono delle vecchie tecnologie di combustione a favore di metodi più moderni consentirebbe fin d'ora di ottenere una sensibile riduzione delle emissioni in tutto il mondo di CO2 e di altri gas legati all'effetto serra,

P. considerando le interrelazioni tra i vari tipi di squilibri ecologici attualmente constatati: effetto serra, morte dei laghi e delle foreste, distruzione della fascia d'ozono stratosferica,

Q. considerando che talune energie rinnovabili potrebbero avere migliori possibilità di sfruttamento se i relativi investimenti e i costi di manutenzione fossero ulteriormente ridotti,

R. considerando che qualsiasi misura di tassazione dell'energia a carico del consumatore penalizza maggiormente le persone con i redditi più modesti e che il ricorso a tali misure fiscali dovrà quindi essere eccezionale;

S. considerando che le misure di decentralizzazione della produzione energetica possono, in taluni casi, fornire un valido contributo al risparmio energetico,

T. considerando che l'impatto visivo e acustico di taluni tipi di energia rinnovabile può risultare accettabile solo qualora siano utilizzati su piccola scala, e che un impiego su vasta scala presenta problemi a livello di utilizzo del territorio,

U. considerando che la decentralizzazione della produzione di energia è un fattore essenziale per una strategia di controllo della stessa,

V. considerando che qualsiasi misura di contenimento della domanda energetica mediante l'uso razionale e il risparmio dell'energia è auspicabile in quanto limita gli effetti negativi sull'ambiente di tutte le attività umane,

W. considerando che alcuni paesi della Comunità che consumano ancora relativamente poca energia dovranno aumentare i propri consumi man mano che si svilupperanno, e che dovranno quindi essere elaborate strategie ed obiettivi che, senza ostacolare il processo di sviluppo, consentano loro di migliorare l'efficienza energetica delle proprie attività economiche,

X. considerando che oltre il 50% delle emissioni di SO2 deriva dall'utilizzo di combustibili solidi, in particolare nella produzione di elettricità,

Y. considerando che quasi l'80% delle emissioni di NOx è dovuto all'utilizzo di petrolio nel settore dei trasporti,

Z. considerando che quasi il 50% delle emissioni di CO2 va attribuito all'uso di petrolio e poco più del 30% all'impiego di combustibili solidi,

AA. considerando che, a livello mondiale, il 40% dell'energia elettrica viene prodotto utilizzando carbone e che le centrali termiche interessate potrebbero essere responsabili solo dell'8% circa delle emissioni,

AB. considerando l'importanza che riveste dal punto di vista strategico una riduzione della dipendenza comunitaria dalle importazioni petrolifere,

AC. considerando il fatto che la Comunità non è riuscita a migliorare ulteriormente la sua posizione a livello di efficienza energetica e che l'applicazione dei risultati dei progetti dimostrativi concernenti un utilizzo razionale dell'energia e il settore energetico in generale è risultata deludente,

1. afferma il ruolo fondamentale della politica energetica nello sviluppo della società e invita la Commissione a presentare proposte volte alla definizione di una politica energetica comunitaria in materia di approvvigionamenti futuri basata su considerazioni di sicurezza e di prezzo,

2. dichiara che lo sviluppo di una politica energetica comunitaria deve tener conto delle aspirazioni a livello energetico dei paesi sottosviluppati e di quelli in via di sviluppo;

3. reputa urgente incrementare la superficie boschiva su scala mondiale per contribuire al riassorbimento dei gas termoattivi. La CE deve pertanto predisporre programmi in materia di protezione dei boschi, di rimboschimento e di forestazione da attuare in Europa - con particolare riguardo alle zone aride del Mediterraneo - come in altre parti del mondo;

4. ribadisce che l'unico sistema per ovviare all'effetto serra può essere un accordo internazionale sulle misure da adottare e, di conseguenza, sottolinea la necessità di definire la politica comunitaria in cooperazione con tutti gli Stati che sono grandi consumatori di energia;

5. dichiara che la politica energetica deve, in tale prospettiva, basarsi prioritariamente sull'impiego razionale dell'energia, in particolare mediante una ferma politica di risparmio energetico e la limitazione al minimo assoluto delle perdite in sede di trasformazione e trasporto;

6. chiede che il ricorso alle tecnologie di valorizzazione delle energie rinnovabili sia favorito sia a livello della diffusione che a quello della dimostrazione e della ricerca-sviluppo;

7. invita la Commissione a valutare attentamente le possibilità di carattere tecnico e di natura finanziaria per favorire una maggiore penetrazione delle fonti di energia rinnovabile;

8. chiede l'adozione nei singoli Stati membri e in tutti i settori, di programmi efficaci e l'introduzione di cambiamenti strutturali intesi ad una migliore efficacia energetica;

9. ritiene al riguardo prioritarie da una parte una politica volontaristica di promozione dei trasporti pubblici, in particolare nell'area urbana, dall'altra una politica di promozione del trasporto ferroviario di merci in sostituzione del trasporto stradale;

10. chiede che si ricorra alle migliori tecnologie disponibili, con le opzioni sopracitate, per minimizzare l'impatto sull'ambiente del ricorso a energia di origine fossile, fissile e alle energie rinnovabili;

11. ritiene che il contributo delle centrali termiche della CEE al volume globale delle emissioni sia relativamente basso grazie alle severe norme comunitarie nazionali in materia di inquinamento nonché allo sviluppo e all'applicazione di tecniche di combustione pulita del carbone, e che si potrebbero quindi compiere progressi sempre più rapidi se la CEE facilitasse ai paesi dell'Est europeo e ai paesi in via di sviluppo l'accesso alle tecnologie più pulite mediante finanziamenti e cooperazione tecnologica;

12. chiede che l'adozione di tali opzioni si accompagni a

a)un'integrazione il più alta possibile nei costi di produzione, trasporto e distribuzione dei costi sociali e ambientali, con relativa ripercussione sui prezzi;

b)un'armonizzazione ad alto livello delle norme in materia d'ambiente e di sicurezza;

c)un aiuto a tutti gli investimenti seguendo, in via prioritaria, il criterio di risparmio energetico e rapportando l'aiuto all'efficacia e alla rapidità di attuazione;

d)un orientamento prioritario della R&S nel settore energetico verso le tecnologie rinnovabili e pulite, soprattutto per il carbone;

13. invita la Commissione a presentare una relazione in cui si confrontino i rischi legati alla produzione e all'utilizzo dei vari sistemi energetici;

14. invita la Commissione a presentare proposte al fine di tradurre in pratica i risultati dei progetti dimostrativi nel settore energetico onde garantire un migliore utilizzo dell'energia;

15. propone a tal fine l'armonizzazione delle imposte sull'energia al livello più alto esistente attualmente nella Comunità, nonché l'introduzione di un'eco-imposta comunitaria sulle energie fossili, il cui importo sarà proporzionale al tenore di carbonio e zolfo, prevedendone l'aumento progressivo nell'arco di 10 anni onde permettere l'integrazione massimale dei costi ambientali nei prezzi; il tasso di aumento seguirà l'evoluzione dei prezzi del mercato per non appesantire l'onere fiscale in periodi difficili;

16. ritiene che, per quanto concerne la possibilità di introdurre strumenti fiscali come uno dei metodi per ridurre le emissioni, si dovrebbero esaminare attentamente gli aspetti seguenti:

a) le ripercussioni negative sull'ambiente di tutte le fonti energetiche, incluse quelle rinnovabili e il nucleare, nonché dei gas responsabili dell'effetto serra (CFC compresi) tenendo conto altresì delle implicazioni a livello internazionale;

b) i possibili effetti di un rincaro dei costi energetici sulla competitività delle industrie europee, ad esempio quelle dell'acciaio e dei trasporti;

c) le conseguenze che un aumento dei costi energetici può avere in determinati paesi della Comunità, sia per il livello di maggiore o minore utilizzazione del carbone per la produzione di energia che per l'impatto sulla competività in genere delle sue industrie;

d) la necessità di procedere ad una valutazione approfondita e completa del rapporto costi/benefici come base per l'adozione di talune misure piuttosto che altre in relazione all'effetto serra e alle emissioni di CO2;

e) con riferimento all'applicazione degli strumenti in esame, si dovrà tener conto della loro relativa mancanza di flessibilità, della difficoltà di determinarli in funzione della localizzazione delle fonti inquinanti e del livello di inquinamento, senza dimenticare le ripercussioni di dette imposte sul prezzo dei prodotti;

17. propone di ridistribuire i proventi di tale imposta in parte fra gli Stati membri, secondo una chiave di ripartizione basata sul numero di abitanti per risarcire le fasce sociali più svantaggiate degli aumenti dei prezzi energetici e per finanziare una riduzione dell'aliquota dell'IVA sui prodotti e sulle attrezzature che consentano di risparmiare energie e di utilizzare energie nuove e rinnovabili; una seconda parte sarebbe versata ad un fondo di aiuti alla ristrutturazione del settore energetico nei paesi terzi in particolare Stati ACP e paesi dell'Europa dell'Est, ed una terza parte sarebbe destinata al potenziamento delle risorse destinate dalla Comunità ai programmi di gestione dell'energia e alla R & S nel settore delle energie nuove e rinnovabili;

18. osserva che, stante la regressività di queste imposte in termini di distribuzione del reddito, la loro introduzione rende necessaria, come compensazione, una maggiore progressività a livello di spese di bilancio; in particolare ritiene che il gettito potenziale di tali imposte dovrebbe confluire nei fondi di bilancio destinati alla riduzione delle disparità sociali e regionali, a programmi di ricerca e sviluppo e agli investimenti necessari per proteggere l'ambiente nella Comunità, nei paesi dell'Europa dell'Est e nei paesi in via di sviluppo;

19. insiste istantemente affinché la Commissione elabori una proposta nella quale venga ribadito e trasposto nel diritto europeo il principio definito dall'articolo 130 R della responsabilità civile integrale e illimitata dei produttori per qualsivoglia danno causato alle persone, ai beni e all'ambiente da chi gestisce il settore nucleare, sia per la gestione delle materie fissili e delle scorie radioattive che per i rischi di incidenti;

20. chiede alla Commissione di preparare una direttiva intesa a introdurre tariffe dissuasive per il consumo eccessivo di energia;

21. chiede alla Commissione che sia trasposta in direttiva la raccomandazione del Consiglio dell'8 novembre 1988 volta a favorire la cooperazione tra le imprese di servizio pubblico e i produttori autonomi di energia elettrica, specificandola maggiormente affinché, oltre a sopprimere gli ostacoli giuridici, siano fissate anche condizioni contrattuali eque per gli scambi di elettricità;

22. raccomanda alla Commissione di proporre un regolamento che stabilisca l'obbligo di etichettatura ed informazione chiara su tutti gli apparecchi e/o attrezzature che consumano energia, promuovendo l'introduzione graduale di metalli ad alta permeabilità magnetica nelle apparecchiature elettriche;

23. chiede alla Commissione di elaborare una direttiva quadro che preveda, per tutte le attrezzature che utilizzano o trasformano energia, il rispetto di rendimenti energetici minimi;

24. reclama l'adozione di un regolamento che vieti l'utilizzazione di combustibile pesante nelle unità di combustione non dotate di tecniche di desolforazione ai sensi della direttiva 88/609/CEE G.U. n. L 336 del 7.12.1988;

25. chiede che a breve termine siano armonizzate, al livello più alto, le norme relative ai vari tipi di centrali elettriche in funzione: norme di emissione, sicurezza degli impianti, norme di protezione dei lavoratori;

26. chiede che, conformemente all'articolo 31 del Trattato EURATOM, le norme di base relative alla protezione contro le radiazioni ionizzanti siano riviste alla luce dei dati scientifici più recenti e delle conclusioni e raccomandazioni degli organismi internazionali specializzati quali la Commissione internazionale per la protezione delle radiazioni (CIPR) e l'UNSCEAR;

27. reclama, sulla base del principio enunciato dal CIPR e cioè che, "per ogni attività che implica un'esposizione alla radiazioni, è opportuno dimostrare che i vantaggi da essa offerti sono di molto superiori ai rischi e ai costi implicati", la sospensione di ogni attività di ritrattamento del combustibile nucleare irradiato e della fabbricazione di combustibile misto uranio-plutonio nonché una verifica generalizzata da compiere entro il 31 dicembre 1992, estendendo tale principio a ogni attività che implichi un rischio per la salute dei lavoratori (esplosione di grisù, polvere di silicio, vapori di idrocarburi);

28. chiede alla Commissione di effettuare una valutazione dei costi ecologici e sanitari dell'inquinamento elettromagnetico provocato dai trasporti e dalla distribuzione di elettricità mediante linee ad alta tensione;

29. propone che, prima di effettuare un investimento per la produzione di energia, il richiedente sia tenuto a procedere oltre che alla verifica VIA, ad uno studio comparato delle varie alternative che permettono di rispondere alla domanda, affinché la decisione finale sia presa in base al criterio del minor costo globale, costi ecologici compresi (least cost planning);

30. chiede che il criterio di risparmio energetico sia tenuto presente in sede di scelta degli investimenti della BEI, dei fondi strutturali e nel quadro dei vari programmi specifici di aiuto alle regioni; considera che quest'ultime potrebbero svolgere un ruolo preminente nella gestione delle politiche di risparmio ed uso delle fonti alternative, anche attraverso la creazione di apposite agenzie energetiche regionali;

31. invita l'Agenzia internazionale per l'energia ad avviare uno studio di carattere tecnico ed economico sui diversi sistemi di produzione energetica operanti su scala commerciale nel mondo, al fine di fornire agli enti per l'elettricità relazioni obiettive sul rendimento degli stessi;

32. chiede che, conformemente alle posizioni adottate dal Parlamento europeo, la parte del bilancio di R&S destinata alle energie rinnovabili sia notevolmente aumentata;

33. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e ai governi e Parlamenti degli Stati membri.

 
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