Il Parlamento europeo,
- viste le proprie risoluzioni
. del 6 aprile 1987 su un programma a medio termine per le infrastrutture di trasporto,
. del 18 gennaio 1988 su un regolamento "ad hoc" sulle infrastrutture di trasporto,
. del 16 novembre 1988 sull'attuazione di un programma d'azione nel campo delle infrastrutture in vista della realizzazione del mercato integrato dei trasporti 1992,
. del 15 giugno 1990 sull'attuazione di un programma d'azione nel campo dell'infrastruttura in vista della realizzazione del mercato integrato dei trasporti,
. del 23 maggio 1989 sull'imputazione dei costi dell'infrastruttura di trasporto agli automezzi pesanti,
- vista la relazione della commissione per i trasporti e il turismo (A3-161/91),
A. considerando che le previsioni di crescita economica collegate alla realizzazione del mercato interno e il relativo aumento del trasporto di passeggeri e di merci fino al 2000 indicano un incremento delle prestazioni nel trasporto terrestre del 34 %, rispetto al livello del 1988,
B. considerando l'incompatibilità dei sistemi di controllo di volo, che ricevono la loro impronta caratteristica dalle autorità nazionali, le quali non vogliono cedere alcuna competenza a un sistema europeo di controllo di volo, quale l'Eurocontrol, benché le divergenze dovute all'acquisizione di Software e Hardware, cari ma non compatibili, diventino sempre più vistose e benché la congestione incontrollabile dello spazio aereo porti sempre più di frequente a ritardi e a situazioni di rischio di incidenti,
C. consapevole che la liberalizzazione dei servizi di trasporto aereo nella Comunità europea (e passata l'attuale crisi congiunturale legata alla guerra del Golfo) provocherà un aumento consistente del volume del traffico aereo, il che, dal canto suo, contribuirà ad aggravare i problemi, che già oggi si avvertono, di congestione dello spazio aereo e di saturazione di taluni aereoporti europei; ricordando altresì che la Comunità europea, che nel mondo è il maggior blocco economico esportatore e importatore, vede circa il 90% dei suoi scambi commerciali con i paesi terzi e il 30% del commercio intracomunitario passare attraverso i porti comunitari, che assumono così un ruolo importante nell'ambito del sistema comunitario dei trasporti,
D. considerando che l'attuale assenza di reti europee di infrastrutture di trasporto all'altezza delle esigenze degli utenti si traduce in costi elevati a carico dell'economia europea, come si deduce dallo studio effettuato per conto del Parlamento europeo, che stima in 3,75 miliardi di Ecu annui i costi per la Comunità derivanti dalle carenze infrastrutturali nei trasporti, importo che potrebbe aumentare a 13,6 miliardi di Ecu annui nel 2010, soprattutto se non si concretizza la rete europea ad alta velocità; che il persistere di questa situazione potrebbe mettere gravemente in causa l'obiettivo di creare un vero mercato interno a causa della saturazione delle infrastrutture e del collasso dei diversi sistemi modali di trasporto e dell'insufficiente integrazione plurimodale realizzata fino a questo momento; che l'interazione dei diversi modi di trasporto e l'utilizzazione di nuove tecnologie potrebbero, al contrario, promuovere un'utilizzazione più efficace delle capacità disponibili riducendo i costi,
E. considerando che l'apertura dei nuovi mercati dei paesi dell'Europa orientale e le previsioni relative all'incremento delle relazioni commerciali con questi paesi, in vista del 2000, indicano un incremento delle esportazioni comunitarie nell'ordine del 4,7 % annuo e un aumento delle importazioni comunitarie dall'Est europeo nell'ordine del 3,8 % annuo, il che rappresenta un incremento del traffico, in ambo i sensi, superiore al 50% nel corso dell'attuale decennio,
F. considerando che i successivi ampliamenti della CEE comporteranno nuovi problemi specifici in materia di infrastrutture, collegati alla situazione geografica dei nuovi paesi membri e alle carenze che alcuni di essi presentavano già nelle rispettive reti di infrastruttura di trasporto,
G. riconoscendo che non sarà possibile ovviare all'inammissibile configurazione di una "Europa a due velocità" e alle distorsioni nell'ambito stesso del grande mercato se non con uno sforzo tenace e innovatore in materia di infrastrutture che riesca pienamente a includere la cosiddetta "periferia" della Comunità nelle reti transeuropee, a istituire in ogni Stato e/o regione periferici gli adeguati collegamenti in numero sufficiente ed equivalente a livello di prestazione dei servizi con gli assi stradali integrati nelle suddette reti o con accesso diretto a queste ultime; che per completare l'unità del mercato non sono validi unicamente i criteri di redditività e di vitalità economica, se si vuole creare una rete unica e omogenea a livello europeo,
H. considerando che l'insufficienza delle infrastrutture rappresenta un elemento di distorsione della coesione economica e sociale e della coesione territoriale in vista della realizzazione del mercato interno in un'Europa equilibrata e che, di conseguenza, le azioni in materia di trasporti debbono facilitare l'integrazione e dimostrare una maggiore concertazione ai fini di uno sfruttamento ottimale delle reti del futuro,
I. considerando che durante il decennio 1974-1984 gli investimenti globali dei paesi dell'Europa occidentale nel settore delle infrastrutture di trasporto terrestri sono diminuiti, a parità di valore della moneta, del 22% circa e che, in percentuale del PIL, gli investimenti sono passati dall'1,5% del 1975 allo O,9% nel 1984 e convinto che l'inversione di questa tendenza sia fondamentale affinché il mercato interno comunitario possa funzionare normalmente, sulla base di una rete d'infrastrutture capace di sostenere l'aumentato flusso del traffico comunitario di persone e di merci,
J. considerando che l'attuale concezione a livello nazionale delle infrastrutture di trasporto si traduce nella mancanza di vere reti europee e che è pertanto indispensabile che si risolvano a livello comunitario i problemi di continuità e di compatibilità di tali reti, nonché i gravi problemi che già esistono con i paesi di transito e che tendono ad aggravarsi ogni giorno di più,
K. consapevole che la mancanza di sicurezza del traffico è direttamente collegata con la rete di infrastruttura e che il suo cattivo stato (punti critici, imbottigliamenti, attraversamento di agglomerati urbani, segnaletica, ecc.) è la causa diretta, assieme alla velocità e all'alcol, di buona parte dei 50.000 morti che si verificano ogni anno solo sulle strade europee,
L. considerando il degrado e il costo ecologici conseguenti alla mancanza di un programma comunitario di sicurezza e di protezione ambientale in relazione alle infrastrutture che potenzi il controllo dell'inquinamento e promuova l'utilizzazione di energie alternative,
M. considerando che le limitazioni di bilancio alle quali sono soggette tutte le amministrazioni rendono consigliabile il ricorso ai mercati finanziari e che pertanto occorre creare le condizioni necessarie per attirare i capitali privati disponibili per il finanziamento dei progetti d'infrastruttura che, per le loro caratteristiche, possano interessare il settore privato,
N. considerando che per completare i progetti di infrastruttura in grado di realizzare una rete coordinata europea, gli interventi comunitari debbono avere un carattere complementare rispetto a quelli degli Stati membri per il finanziamento di progetti di interesse comunitario,
O. considerando che in quei casi in cui già esistono interventi comunitari (grazie all'applicazione di politiche strutturali) il finanziamento delle grandi reti deve avere un carattere aggiuntivo rispetto al finanziamento comunitario già esistente,
P. consapevole del fatto che spetta alla Comunità svolgere un ruolo centrale nella definizione dei programmi globali per le infrastrutture di interesse comunitario, nonché nello studio, nella definizione e nell'allestimento finanziario dei progetti concreti, la cui realizzazione appare più difficile,
Q. considerando che, oltretutto, spetta alla Comunità definire chiaramente le priorità in termini di infrastrutture e assicurare l'esecuzione coordinata dei progetti selezionati dai vari livelli politici coinvolti, tanto più che il mercato interno stabilisce nuovi criteri per le strutture di trasporto i quali tuttavia, come nel caso del potenziamento degli areoporti, devono essere resi noti per tempo,
R. considerando che la Comunità europea non si è ancora dotata di meccanismi giuridici e finanziari capaci di dare consistenza e continuità agli aiuti specifici che, a diverso titolo, concede per la realizzazione di infrastrutture di trasporto e che devono esistere trasparenza e coerenza sufficienti per quanto riguarda i vari mezzi comunitari di finanziamento (BEI, fondi regionali, priorità di infrastrutture, ecc.) per ogni singolo progetto,
S. considerando che ogni decisione su progetti di infrastruttura deve essere suffragata da una ricerca intermodale che specifichi i criteri economici, ecologici e sociali che giustificano la scelta di tale progetto,
Definizione di una politica comunitaria per le infrastrutture di trasporto
1. ritiene che la Comunità debba dotarsi rapidamente di una politica coerente nel campo delle infrastrutture di trasporto e che debba assumere un ruolo centrale nell'individuazione delle esigenze specificatamente europee in questo settore, in quanto entità capace di avere una visione globale diversa dagli approcci nazionali degli Stati membri; auspica che questa politica di infrastrutture risponda sia alle esigenze di mobilità dei cittadini europei che a quelle delle imprese;
2. si compiace che il Consiglio abbia adottato nel novembre 1990 un programma d'azione nel campo dell'infrastruttura di trasporto in vista della realizzazione del mercato interno (regolamento CEE n. 3359/90); pur essendo pienamente consapevole delle limitazioni temporali e di bilancio di questo nuovo strumento giuridico, lo considera un passo molto positivo, per cui chiede al Consiglio di continuare ad adottare decisioni di più vasta portata in materia di infrastrutture;
3. appoggia esplicitamente le proposte presentate dalla Commissione, nell'ambito della Conferenza intergovernativa, miranti a includere la definizione delle grandi reti europee di infrastruttura fra le nuove competenze comunitarie;
4. esorta in tal senso la Commissione a studiare ed elaborare, in cooperazione con i rappresentanti degli Stati membri, degli utenti e con altre istituzioni interessate, piani regolatori per le infrastrutture dei diversi modi di trasporto, compreso il trasporto aereo, marittimo e intermodale che dovranno essere sottoposti, per parere, al Parlamento e per l'adozione al Consiglio;
5. ritiene che i piani regolatori debbano essere periodicamente attualizzati, prevedere necessariamente un compromesso per quanto riguarda il calendario di attuazione dei progetti in questione e definire le competenze e i compiti assegnati a ciascuno dei livelli politici coinvolti; essi dovranno avere come obiettivo la definizione delle reti europee di interesse comunitario da completare o costruire per poter far fronte alle prevedibili esigenze del traffico e attuare la coesione economica e sociale, tenendo conto della situazione di alcune regioni periferiche, transfrontaliere o di transito che meritano uno speciale sostegno europeo per quanto riguarda i trasporti in comune o combinati;
6. chiede alla Commissione di stabilire, con carattere di urgenza, un programma quadro sulla sicurezza dei trasporti e la protezione dell'ambiente che includa, in relazione alla sicurezza, programmi per l'eliminazione di punti critici, strozzature, transiti attraverso gli agglomerati urbani, riduzione della velocità e del volume del traffico negli stessi, norme sulla segnaletica e il controllo del traffico e sul trasporto di merci pericolose; quanto all'ambiente, chiede l'elaborazione di norme relative ai criteri di costruzione e utilizzazione dell'infrastruttura, senza perdere di vista il controllo e la diminuzione dell'inquinamento, nonché di incentivazione e incremento delle energie alternative; chiede la scelta prioritaria, sulla base di un'analisi qualitativa e quantitativa del suo impatto ecologico, di mezzi di trasporto non inquinanti e la creazione di reti di trasporto più compatibili con l'ambiente;
7. invita la Commissione a istituire un Consiglio europeo per la sicurezza stradale che, in cooperazione con organizzazioni pubbliche e non pubbliche, organizzi nelle scuole, nelle università, nelle sedi di lavoro, programmi di educazione stradale destinati a giovani e anziani ai fini della creazione di una migliore consapevolezza del traffico quale misura pratica di tipo preventivo e che, oltre a ciò, metta in evidenza anche i punti deboli dell'attuale situazione del traffico per quanto riguarda la sicurezza stradale;
8. esorta la Commissione a procedere alle modifiche necessarie nella struttura dei suoi servizi per poter svolgere appieno le nuove funzioni che le saranno conferite nell'ambito della definizione dei grandi piani regolatori per i diversi modi di trasporto e per procedere al coordinamento degli interventi finanziari della Comunità a favore delle infrastrutture di trasporto;
Finanziamento dell'azione comunitaria
9. ritiene totalmente inadeguati i meccanismi di aiuto finanziario destinati a ridurre gli squilibri regionali e irrisorie nonché prive di una visione a lungo e medio termine le sovvenzioni concesse a copertura delle voci di bilancio fino a oggi attribuite ai trasporti; giudica, comunque, molto positiva la prospettiva di "programma" e il carattere pluriannuale come risultano dal regolamento (CEE) n. 3359/90 del 20 novembre 1990, pur considerando a malapena simbolica la prevista dotazione finanziaria;
10. chiede nuovamente la creazione di un Fondo europeo per le infrastrutture (FEI) specifico per i trasporti e si compiace che il "gruppo di saggi", incaricato dalla Commissione di analizzare il fenomeno "trasporti" alla soglia del 2000, abbia tratto analoghe conclusioni e proponga anche la stessa soluzione;
11. ritiene che questo fondo europeo, destinato alla costruzione di progetti di infrastruttura di interesse comunitario, secondo quanto specificato nei paragrafi 1-7, dovrebbe essere finanziato da un'imposta comunitaria sul consumo energetico; ritiene che tale imposta si tradurrebbe in una giusta imputazione dei carichi del fondo tra i cittadini, avrebbe effetti positivi dal punto di vista ecologico e il vantaggio di contribuire alla realizzazione di trasporti rispettosi dell'ambiente e che consumano poca energia;
12. ritiene che gli Stati membri debbano destinare i gettiti supplementari derivanti dall'armonizzazione delle accise sui carburanti e delle imposte di circolazione a fondi d'infrastruttura nazionali, miranti soprattutto a promuovere modi di trasporto più compatibili con l'ambiente e richiedenti un minor consumo di energia;
13. propone di fissare, per ciascun tipo di progetto, la percentuale massima di finanziamento comunitario attribuibile e chiede maggiore trasparenza nel finanziamento delle infrastrutture compilando per ciascun progetto e parte di progetto il bilancio preciso dell'insieme dei finanziamenti comunitari cui hanno diritto;
14. ritiene che nell'assegnazione delle risorse finanziarie del proposto Fondo europeo per le infrastrutture sia necessario tenere particolarmente conto dei bisogni delle regioni periferiche della Comunità e di quelle che non sono situate sugli assi di trasporto transeuropei, per le quali un accesso adeguato all'infrastruttura e ai servizi di trasporto costituisce un requisito essenziale per il conseguimento degli obiettivi comunitari relativi alla coesione economica e sociale;
Utilizzazione degli strumenti di ingegneria finanziaria per promuovere la partecipazione di capitali privati
15. ritiene che, per la loro natura, solo una parte molto limitata di progetti comunitari di infrastruttura saranno suscettibili di produrre un tasso di redditività finanziaria che risulti attraente per i capitali privati; valuta, comunque, importante che la Comunità proceda con gli studi tecnici e finanziari in grado di risolvere alcune delle incertezze in cui si dibattono taluni progetti specifici, sollecitando in tal modo una decisione positiva da parte del settore privato;
16. ritiene che il contenuto concreto della "dichiarazione di interesse europeo" di un determinato progetto debba essere il seguente: sbloccare gli stanziamenti del FEI per gli studi preparatori e affermare il criterio prioritario della realizzazione, la qual cosa consentirà di concentrare i capitali privati disponibili su tali progetti;
Creazione di un'Agenzia europea per l'infrastruttura
17. ritiene che i motivi che hanno indotto gli industriali a proporre la creazione di un'Agenzia europea siano gli stessi che hanno portato il Parlamento europeo a chiedere che la Comunità assuma chiaramente la responsabilità dello sviluppo di una politica di programmazione e attuazione coordinata di una rete europea d'infrastruttura in quanto, sia per gli utenti che per i politici più acuti, è di fatto evidente la necessità di dare una risposta globale e transnazionale ai problemi attuali;
18. ribadisce che, se la Comunità si dotasse degli strumenti giuridici e finanziari summenzionati e procedesse a una ristrutturazione dei servizi della Commissione che dovranno farne uso, non sarebbe necessario creare un nuovo organismo, di cui sarebbero da definire statuto e responsabilità politiche; riafferma inoltre la sua convinzione che è della massima importanza la stretta collaborazione fra gli organismi comunitari e le organizzazioni rappresentative degli utenti;
19. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e ai governi degli Stati membri.