(Risoluzione comune sui docc. B3-1112, 1113, 1115, 1116, 1117 e 1118/91)
Il Parlamento europeo,
- viste le sue proposte e prese di posizione sull'Unione politica e sull'Unione economica e monetaria, e segnatamente le sue risoluzioni del 18 aprile e del 14 giugno 1991 ,
- viste le conclusioni del Consiglio europeo svoltosi a Lussemburgo il 28 e 29 giugno 1991,
A. considerando il ruolo di impulso politico e orientamento che avrebbe dovuto svolgere questo Consiglio europeo,
B. deplorando profondamente che le contingenze nazionali di alcuni Stati abbiano impedito il miglioramento dei progetti preparati dalla Presidenza lussemburghese, i cui sforzi sono lodevoli,
C. deplorando che questo Consiglio europeo non abbia impresso l'impulso politico necessario ai lavori delle Conferenze intergovernative; che al contrario si è limitato a rinviare tutte le decisioni cruciali al Consiglio europeo di Maastricht del dicembre 1991; temendo che ciò possa mettere in discussione sia il calendario che gli obiettivi delle conferenze intergovernative, pur rallegrandosi per la conferma delle scadenze delle due Conferenze intergovernative, del loro parallellismo e dei mandati conferiti dai due Consigli europei di Roma del 1990,
D. ritenendo che la base dei futuri lavori delle Conferenze intergovernative possa essere solo l' "acquis" comunitario e il suo sviluppo verso un'Unione europea di tipo federale,
I. Per quanto riguarda la Conferenza sull'Unione Politica
1. ritiene che l'Unione Politica debba fondarsi su un quadro istituzionale unico, sul mantenimento integrale dell' "acquis" comunitario, sui principi di sussidiarietà e di coesione econmmica e sociale e sulla cittadinanza europea;
2. rammenta che il deficit democratico vanifica la costruzione europea fin dalla sua creazione, non dipendendo quindi dallo sviluppo successivo delle politiche comunitarie, e insiste affinché il suo riassorbimento sia l'elemento politico essenziale dell'accordo definitivo, conformemente alla dichiarazione finale della Conferenza dei Parlamenti della Comunità;
3. deplora che non siano state date risposte adeguate alla questione dell'unicità dei Trattati e ritiene in tale contesto che il progetto di trattato della Presidenza lussemburghese costituisca una base inadatta per i lavori delle Conferenze; ritiene altresì che sarebbe stato possibile fare dei progressi sulla base delle proposte avanzate dalla Commissione a Dresda;
4. ribadisce il suo rifiuto dell'approccio prevalente tra i governi degli Stati membri, che privilegia un'integrazione basata sulla cooperazione intergovernativa;
5. conferma la posizione centrale assunta dalla procedura di codecisione, che deve concludersi con un voto esplicito dei due rami dell'autorità legislativa che approvano un testo identico; constata che soltanto l'applicazione di questa procedura a qualsiasi decisione di carattere legislativo potrà garantire l'unicità e la trasparenza del sistema istituzionale;
6. riguardo alla procedura di codecisione, reputa che il diritto della Commissione di approvare o respingere a sua discrezione gli emendamenti approvati dal Parlamento eletto, a prescindere dalla maggioranza con cui sono stati approvati, sia incompatibile con il principio della parità tra i due rami dell'autorità legislativa;
7. rammenta l'esigenza che qualsiasi decisione di carattere costituzionale e soprattutto quelle previste dall'articolo 236 del Trattato CEE sia oggetto del parere conforme del Parlamento e insiste sulla necessità di una coincidenza dei mandati tra il Parlamento e la Commissione, onde evitare gravi instabilità istituzionali;
8. ricorda le sue proposte sulla gerarchia delle norme e ritiene insoddisfacente l'introduzione della nozione di "legge comunitaria" per taluni atti legislativi pur conservando, per altri, le nozioni di "direttiva" e di "regolamento";
9. rileva la mancanza di un accordo per quanto concerne gli elementi fondamentali di una politica estera e di sicurezza comune; deplora che le questioni relative alle procedure decisionali e al ruolo dell'UEO restino da precisare e che la questione della difesa europea sia stata rinviata alla fase finale dei lavori; ricorda che la realizzazione della politica estera e di sicurezza comune (PESC) deve avvenire in base a un calendario convenuto che definisca procedure comunitarie efficaci e democraticamente controllate;
10. prende atto degli obiettivi definiti per stabilire un'azione comune nel settore degli affari interni e giudiziari e chiede che questa azione venga inquadrata nell'ambito della creazione di uno spazio giuridico europeo e sia conforme ai principi e agli elementi fondamentali di una cittadinanza europea; chiede tuttavia precisazioni sul ruolo che sarà conferito alla Commissione, alla Corte di giustizia e al Parlamento europeo;
11. deplora che in materia di politica sociale, il Consiglio si sia limitato a vaghe dichiarazioni d'intento e abbia mostrato la sua incapacità di imprimere gli impulsi necessari per progredire in questo settore;
12. deplora l'assenza di una decisione esplicita sugli aspetti essenziali da inserire nel Trattato in materia di politica dell'ambiente, segnatamente il principio di sviluppo ecologicamente sostenibile e la competenza di una "politica comune" in materia d'ambiente;
13. prende atto della volontà manifestata dal Consiglio europeo di rafforzare la coesione economica e sociale, elemento fondamentale della credibilità dell'UEM, che troverà enunciazione nei Trattati;
14. ricorda le sue proposte di revisione dei Trattati CEEA e CECA e ritiene che questi ultimi dovranno essere conformi alle procedure decisionali del nuovo Trattato;
15. ribadisce che lo sviluppo della legittimità democratica della Comunità comporta l'adeguamento delle procedure di bilancio e del ruolo del Parlamento in queste stesse procedure, nonché l'adozione dei necessari strumenti finanziari;
16. condivide l'affermazione della Commissione secondo la quale "il processo di realizzazione del Mercato unico non può essere dissociato dalla realizzazione degli altri cinque obiettivi dell'Atto unico, e cioé la coesione economica e sociale, la politica sociale, l'ambiente, la politica della ricerca e il rafforzamento della cooperazione economica e monetaria";
17. ribadisce che, nel contesto dell'instaurazione dell'Unione economica e monetaria, la convergenza tra paesi e regioni deve riguardare l'insieme degli aspetti economici e sociali e ritiene tuttora insufficienti gli strumenti impiegati per realizzare detta convergenza in tutte le sue dimensioni;
II. Per quanto riguarda la Conferenza sull'UEM
18. ritiene che il Trattato sull'UEM dovrà rispettare le prerogative delle Istituzioni comunitarie e soprattutto quelle del Parlamento europeo e della Commissione nell'elaborazione del quadro legislativo e nella definizione delle grandi linee delle politiche economiche e monetarie;
ricorda in proposito le sue risoluzioni del 14 giugno 1991 e del 10 ottobre 1990 sul ruolo del Parlamento nella designazione dei membri del direttorio e sul necessario parallelismo tra il coordinamento della politica economica, la coesione economica, sociale e regionale e l'integrazione monetaria;
19. ritiene che il Trattato sull'UEM debba essere definito conformemente alle conclusioni del Consiglio europeo del 27 e 28 ottobre 1990, in base ai punti seguenti:
- un calendario preciso e vincolante quanto all'inizio della seconda fase e alle procedure per l'inizio della terza fase;
- la creazione, all'inizio della seconda fase, di un sistema europeo di banche centrali, dotato dei poteri necessari per realizzare gli obiettivi stabiliti dal trattato;
- la creazione, all'inizio della terza fase, di una moneta unica, cioè di un ecu forte e stabile;
- la realizzazione, fin d'ora e nell'ambito della prima fase, di progressi soddisfacenti e durevoli nella convergenza economica e monetaria, in particolare con riferimento alla stabilità dei prezzi e al risanamento delle finanze pubbliche;
III. Per quanto riguarda l'approvazione del nuovo Trattato
20. rammenta che la sua approvazione del nuovo Trattato dipenderà dal conseguimento dei seguenti obiettivi di minima:
- introduzione della codecisione da parte del Parlamento e del Consiglio per l'adozione della legislazione comunitaria;
- iscrizione nel Trattato della partecipazione del Parlamento alla nomina della Commissione (voto di fiducia) e del suo Presidente;
- introduzione del parere conforme del Parlamento nella procedura dell'articolo 236;
- estensione della votazione a maggioranza nel Consiglio, specialmente in tutte le questioni sociali e ambientali;
plaude infine al fatto che la Camera belga dei rappresentanti si sia unita al Parlamento italiano nel dichiarare che non approveranno la ratifica del nuovo Trattato se esso non sarà approvato dal Parlamento europeo;
IV. Per quanto riguarda il federalismo
21. rammenta che l'obiettivo federale è stato presente fin dalla creazione della Comunità allorquando, nella Dichiarazione Schuman, il governo francese propose la creazione di una Comunità del carbone e dell'acciaio come primo passo verso una Federazione europea e che esso è tuttora sostenuto dalla schiacciante maggioranza dei più importanti partiti politici europei i quali, in sede di Parlamento europeo, hanno invitato le Conferenze intergovernative a instaurare un'"unione di tipo federale";
22. fa notare che la Comunità europea possiede già un certo numero di caratteristiche federali, ma non dispone ancora della piena gamma di competenze che, secondo il principio di sussidiarietà, le dovrebbero essere attribuite e che essa esercita le proprie responsabilità in un modo che non è né abbastanza efficiente né abbastanza democratico;
23. conferma il suo attaccamento alla vocazione federale dell'Europa; sottolinea che il "federalismo" non implica la creazione di un superstato unitario ma l'instaurazione di una Federazione di Stati e di popoli, ciascuno dei quali conserva la propria identità, i cui poteri sono conferiti conformemente al principio della sussidiarietà; ricorda il suo impegno a elaborare un progetto di Costituzione;
V. Per quanto riguarda le relazioni esterne
24. si rallegra per le dichiarazioni sui diritti umani, sul miglioramento dell'assistenza d'urgenza nell'ambito delle Nazioni Unite e sulla non proliferazione e l'esportazione di armamenti;
25. prende atto dello sviluppo delle dichiarazioni, per quanto riguarda le relazioni esterne, sull'Unione Sovietica, lo spazio economico europeo, l'Europa centrale e orientale, i Paesi baltici, il Medio Oriente, il Sahara occidentale, l'Algeria, gli Stati Uniti, il Canadà, il Giappone e l'Africa australe, le quali dimostrano la crescente realtà della presenza della Comunità europea, ma deplora l'assenza di proposte riguardo all'Etiopia e a Cipro;
VI. Per quanto riguarda la Presidenza olandese
26. sollecita la presidenza olandese del Consiglio a compiere ogni sforzo affinché l'impulso dato a Roma nel dicembre 1990 risulti amplificato a Maastricht alla fine di quest'anno tenendo maggiormente conto delle legittime rivendicazioni del Parlamento europeo, che rappresenta gli interessi dei cittadini della Comunità, e a trovare un corretto equilibrio nell'attività legislativa della Comunità tra le misure di liberalizzazione necessarie al completamento del Mercato unico e le misure sociali necessarie per far sì che il Mercato unico funzioni a vantaggio di tutti i cittadini europei; senza queste misure sociali il Mercato unico sarebbe compromesso;
27. appoggia la richiesta del Presidente della Commissione di escludere l'Agenzia europea per l'ambiente dal pacchetto negoziale sulle sedi delle Istituzioni europee, data la necessità urgente di rendere operativo tale programma;
28. chiede alla Presidenza di impegnarsi affinché nel Vertice dei paesi industrializzati che si svolgerà a Londra vengano poste le premesse per giungere a un accordo in sede GATT;
29. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione e al Consiglio nonché ai Capi di Stato o di governo degli Stati membri.