(Risoluzione comune sui docc. B 3-1171, 1176, 1191, 1201, 1205 e 1206/91)
Il Parlamento europeo,
A. ricordando le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione nel Golfo, in particolare le risoluzioni 687 e 688 sul cessate il fuoco e sulla situazione in Irak dopo la guerra del Golfo,
B. preoccupato per le informazioni secondo cui l'Irak disporrebbe di un considerevole arsenale nucleare e considerando che è molto facile passare dal nucleare civile al nucleare militare,
C. considerando che le autorità irachene non hanno ancora applicato in concreto le risoluzioni dell'ONU e profondamente preoccupato per il fatto che le autorità irachene abbiano tentato, il 28 giugno, di impedire, con la forza, l'ispezione di impianti che potrebbero essere usati per la costruzione di armi nucleari, ispezione che funzionari dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA) stavano cercando di effettuare conformemente al mandato del Consiglio di sicurezza,
D. preoccupato per la situazione post-bellica in Irak, soprattutto per quanto concerne la democrazia interna e il rispetto dei diritti dell'uomo, nonché per la situazione economica e le condizioni sanitarie della popolazione, in particolare delle minoranze curde e sciite nella parte settentrionale e sud-orientale del paese,
E. considerando la dichiarazione dei Dodici del 29 giugno 1991 sulla situazione in Irak,
F. ricordando le sue precendenti risoluzioni sulla crisi del Golfo, in particolare la risoluzione del 14 marzo 1991 sulla situazione nel Golfo dopo il cessate il fuoco ,
1. teme per la sorte della popolazione civile in Irak, in particolare delle popolazioni curde e sciite vittime di una dura repressione e chiede che siano adottate tutte le misure atte a impedire l'assassinio selettivo, l'arresto e altri crimini contro singole persone da parte delle autorità irachene;
2. invita gli alleati a non ritirare le loro forze dalla zona protetta fino a quando non sarà garantita dalle Nazioni Unite la sicurezza dei profughi curdi rientrati in Irak;
3. raccomanda che l'intera gestione del periodo post-bellico, in particolare il controllo dell'applicazione delle risoluzioni dell'ONU da parte dell'Irak siano affidati al Segretario generale e al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite;
4. invita le autorità irachene a rispettare tutte le disposizioni delle risoluzioni 687 e 688 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, con particolare riferimento all'instaurazione della democrazia, indicendo quanto prima possibile elezioni libere, affinchè si possano riallacciare rapidamente con l'Irak relazioni che consentano di affrontare i numerosi problemi menzionati nella relazione Ahtisaari (doc. S/22366 del Consiglio di sicurezza del 20 marzo 1991) e scongiurare "la nuova catastrofe - epidemie e carestie incluse" temuta dalle Nazioni Unite;
5. chiede inoltre alle autorità irachene di rispettare le risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU, in particolare per quanto concerne il libero accesso degli esperti dell'ONU e dell'AIEA ai siti, alle centrali e agli impianti nucleari;
6. chiede al governo iracheno di adoperarsi al massimo per migliorare rapidamente le condizioni di vita della popolazione irachena;
7. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, alla Cooperazione politica europea, alle autorità irachene e al Segretario generale delle Nazioni Unite.