Il Parlamento europeo,
A. considerando che negli ultimi venti anni è andato aumentando lo sfruttamento petrolifero nella foresta vergine ecuadoriana da parte delle società Conoco, Arco, Unical, Occidental, City, British Gas, Parker Constructor e soprattutto della Texaco,
B. consapevole che l'utilizzazione oculata delle risorse naturali è nel contempo necessaria e auspicabile per contribuire allo sviluppo dell'Ecuador,
C. preoccupato tuttavia per il fatto che la prospezione e l'estrazione continue unitamente agli attuali metodi di sfruttamento da parte delle compagnie petrolifere non contribuiscono a uno sviluppo sostenibile e possono gravemente danneggiare questa zona,
D. considerando che il disboscamento e l'inquinamento del sistema idrologico a seguito dello sfruttamento petrolifero stanno diventando una minaccia per la sopravvivenza stessa delle culture indigene della regione nordorientale (il territorio dei Siona, Secoia, Cofan, Quechua e Huaorani) e colpiranno presto il sud (la provincia di Pastaza, dove vivono le nazioni Quechua, Shiwiar e Achuar), qualora le compagnie petrolifere ottengano l'autorizzazione del governo ecuadoriano a dare inizio allo sfruttamento e qualora la Banca mondiale proceda col prestito di 100 milioni di dollari per sviluppare l'infrastruttura petrolifera,
E. richiamandosi all'accordo di Sarayaco del 7 maggio 1990 fra il governo dell'Ecuador e le federazioni indigene, il quale legalizza la questione dei territori indigeni e prevede il risarcimento dei danni subiti dalle comunità indiane,
F. richiamandosi anche alla dichiarazione dell'Organizzazione del popolo Huaorani (ONHAE), i cui territori stanno già subendo le conseguenze dello sfruttamento petrolifero e che ha quindi denunciato l'inquinamento provocato dalle compagnie petrolifere, con conseguente distruzione dell'equilibrio ecologico,
G. preoccupato per il perdurare di situazioni conflittuali nei territori indigeni attorno a Sarayacu e per le difficoltà incontrate nella ricerca di una soluzione negoziata del conflitto,
H. preoccupato dalle notizie riguardanti le conseguenze del conflitto attorno a Sarayaco, tra le quali vanno registrate una maggiore incidenza di malattie, la difficoltà di reperire cibo e la migrazione forzata,
I. considerando la sua posizione, secondo cui nessun aiuto finanziario deve essere concesso a progetti di sviluppo che possono arrecare pregiudizio alle popolazioni indigene o all'ambiente,
1. chiede alle autorità ecuadoriane e alle federazioni indigene di riprendere i negoziati, attuare gli accordi di Sarayaco e risolvere i conflitti con mezzi pacifici;
2. chiede al governo ecuadoriano di riconoscere i diritti ereditari delle loro popolazioni indigene sul territorio in cui hanno vissuto per secoli e di indire una moratoria sulla prospezione e sullo sfruttamento petroliferi finché ciò non sia stato realizzato;
3. chiede inoltre alla Banca mondiale di consultare la popolazione locale nel corso delle sue procedure di programmazione e di eseguire uno studio nella zona di Pastaza circa le conseguenze dello sfruttamento petrolifero sulla popolazione locale e sull'ambiente, prima di concedere qualsiasi sostegno finanziario per sviluppare le necessarie infrastrutture;
4. incarica la sua delegazione interparlamentare per le relazioni con i paesi dell'America del Sud di approfondire l'esame della situazione nella zona di Pastaza durante la sua prossima visita nel Sudamerica;
5. chiede alla Commissione di indagare, anche in vista della scadenza del 1992, se sia possibile finanziare progetti speciali destinati alle popolazioni indigene dell'America latina, in particolare in Ecuador;
6. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al governo dell'Ecuador, alla CONFENAIE (l'organizzazione panamazzonica che è diventata il principale strumento di difesa dei diritti degli indigeni), all'OPIP (l'organizzazione delle popolazioni indigene della provincia di Pastaza) e alla Banca mondiale.