Il Parlamento europeo,
- visto il Libro verde della Commissione sullo sviluppo della normazione europea (COM(90) 456) ,
- vista la comunicazione della Commissione su un approccio globale in materia di certificazione e di prove (COM(89) 209) ,
- vista la relazione della commissione per i problemi economici e monetari e la politica industriale (A3-172/91),
La normazione europea e il Libro verde
1. sottolinea che le norme comunitarie svolgono un ruolo essenziale nella creazione di un mercato interno europeo che funzioni a pieno ritmo; ritiene che lo sviluppo progressivo delle norme comunitarie consoliderà la competitività e l'efficienza dell'industria europea; si congratula per la recente evoluzione che tende ad anteporre le norme europee alle norme nazionali; insiste affinché queste norme siano di un livello elevato e diano la precedenza alle considerazioni riguardanti la sanità pubblica e la sicurezza;
2. ricorda tuttavia che i tentativi miranti all'introduzione di norme europee dirette a livello comunitario si sono rivelati, in genere, troppo lenti e controversi; riafferma quindi la sua adesione al "nuovo approccio" in materia di normazione europea, che consiste nel ridurre i lavori di armonizzazione dettagliata condotti dalla Comunità e nel ricorrere, ogniqualvolta possibile, al reciproco riconoscimento delle norme nazionali, nel limitare il ruolo della Comunità alla fissazione dei requisiti essenziali (tutela della sanità pubblica e sicurezza) e nello sviluppare in seguito, per mezzo degli organismi di normazione, quali il CEN, il CENELEC e l'ETSI, norme europee su base volontaria;
3. riconosce tuttavia che la moltiplicazione delle direttive-quadro approvate in virtù del nuovo approccio e l'impulso indotto dal processo di completamento del mercato interno del 1992 hanno provocato un importante incremento della domanda di elaborazione delle norme europee;
4. ritiene necessario fare in modo che i ritardi precedentemente accumulati nell'approvazione di testi legislativi europei armonizzati non vengano semplicemente trasferiti a valle, per poi ripercuotersi sul processo di elaborazione delle norme volontarie;
5. si dichiara perciò estremamente preoccupato per il fatto che il divario tra la domanda e l'offerta in materia di norme europee sembra aumentare rapidamente;
6. si congratula con la Commissione per la recente presentazione del Libro verde sulla normazione, documento nel quale espone chiaramente questi problemi e presenta alcune soluzioni possibili; fa suoi gli obiettivi e molte delle preoccupazioni della Commissione, ma formula le seguenti riserve sulle sue proposte specifiche:
- per quanto concerne l'efficacia
7. ritiene che convenga attribuire una grande importanza al miglioramento dell'efficacia e della gestione a lungo termine del processo di elaborazione di norme europee, e questo tramite
- la fissazione di priorità più precise in materia di normazione,
- un rispetto più rigoroso dei calendari fissati e la rapida individuazione degli eventuali problemi e ritardi,
- un consolidamento della pianificazione finanziaria e degli impegni finanziari a lungo termine,
- una pianificazione a più lungo termine del personale in seno agli organismi di normazione,
- l'elaborazione, da parte della Commissione, di mandati più precisi;
8. ritiene che sia importante impegnarsi per accelerare la produzione di norme europee ma sottolinea che, al di là dei soli aspetti quantitativi, è ancora più importante preoccuparsi della qualità delle norme e provvedere ad assicurarne la massima accettabilità possibile; ricorda inoltre che l'elaborazione di norme è un processo volontario e ritiene quindi che la regola del consenso (che non implica necessariamente l'unanimità), deve, per quanto possibile, rimanere in vigore; è tuttavia favorevole all'impiego del voto maggioritario per uscire dai vicoli ciechi creati da piccole minoranze di blocco; non ritiene valido, da un punto di vista pratico, allineare le procedure di votazione degli organismi europei di normazione su quelle previste dai trattati comunitari, in quanto l'elaborazione di norme volontarie è un processo che richiede un largo consenso;
9. è favorevole all'introduzione, nel processo di elaborazione di norme europee, di termini il più possibile brevi per le indagini pubbliche e le risposte ai commenti, purché questi termini siano compatibili con la necessità di offrire a tutto il ventaglio delle parti interessate la possibilità di formulare pubblicamente delle osservazioni;
10. è favorevole a un più ampio ricorso alle nuove tecnologie delle comunicazioni allo scopo di accelerare l'esame dei documenti di lavoro, ma ritiene che debbano essere prese delle misure perché ciò non favorisca troppo le grandi imprese a scapito delle piccole; ritiene inoltre che i programmi INSIS e TEDIS potrebbero contribuire a promuovere l'impiego di queste tecnologie nel campo della normazione;
11. ammette che l'applicazione immediata delle norme europee approvate, prima che vengano trasposte a livello nazionale, potrebbe contribuire notevolmente ad accelerare il processo, ma nota che una tale proposta solleva forti obiezioni di ordine pratico; invita quindi la Commissione a presentare, sulla base di uno studio più dettagliato, una relazione sul modo di superare questi problemi pratici e sull'opportunità di considerare altri approcci come la fissazione di un periodo massimo per la trasposizione delle norme europee a livello nazionale;
12. ritiene che l'introduzione di un marchio comune di conformità alle norme europee, che si sostituirebbe all'apposizione sui prodotti di marchi nazionali diversi, potrebbe costituire una misura concreta utile a condizione che tale processo sia graduale, in particolare per i marchi di rinomanza internazionale;
13. ritiene che sia necessario procedere a un'analisi approfondita dei sistemi attuali di elaborazione di norme europee per determinare se le risorse e la gestione attuale degli organismi di normazione europei e nazionali siano soddisfacenti, se le loro procedure siano sufficientemente trasparenti, se questi organismi siano adeguatamente aperti alla partecipazione di tutte le parti interessate;
- per quanto concerne il coordinamento e le strutture
14. ritiene che, in attesa della conclusione di questa analisi dettagliata, non ci sia motivo di procedere d'urgenza a una riforma radicale delle strutture attuali, ma è dell'opinione che potrebbero essere presi alcuni provvedimenti per consolidare il coordinamento nel processo di normazione europea;
15. insiste sul bisogno fondamentale di responsabilità e sulla necessità di assicurare la massima partecipazione possibile di tutte le parti interessate al processo di elaborazione di norme europee, vale a dire non solo gli organismi di normazione ma anche gli industriali, gli utenti industriali, i sindacati, i consumatori e gli ambienti ecologisti; riconosce che la partecipazione di questi gruppi continuerà a essere garantita essenzialmente a livello nazionale; insiste perché questa partecipazione venga pienamente assicurata in tutti gli Stati membri, ma ritiene che tutte le parti interessate dovrebbero essere associate anche ai lavori svolti dalle autorità che operano a livello europeo;
16. è quindi favorevole alla creazione di un Consiglio europeo di normazione, a carattere consultivo, e ritiene che questo contribuirebbe a introdurre un grado più elevato di responsabilità nel processo di elaborazione delle norme europee e che un tale organo potrebbe utilmente svolgere il ruolo di cassa di risonanza per la fissazione di priorità e la soluzione di problemi comuni;
17. nota che il CEN, il CENELEC e l'ETSI hanno messo a punto dei meccanismi congiunti di coordinamento (segnatamente il gruppo congiunto dei presidenti) e ritiene che questi meccanismi dovrebbero essere consolidati per fornire degli orientamenti strategici più precisi; ritiene inoltre che sia importante mettere a punto delle procedure appropriate per far fronte ai problemi legati alla sovrapposizione dei campi di competenza dei tre organismi e per fare in modo che le decisioni non vengano prese semplicemente sulla base del minimo denominatore comune;
18. ritiene che la creazione di nuovi organismi europei incaricati dell'elaborazione di norme settoriali, operanti allo stesso livello del CEN, del CENELEC e dell'ETSI, darebbe luogo a un'inutile frammentazione del processo, ma ritiene tuttavia che la creazione di nuovi organismi settoriali (od organismi associati a carattere normativo), che renderebbero conto delle loro attività agli organismi europei attualmente esistenti, potrebbe aiutare questi ultimi dispensandoli da alcuni lavori preparatori e alleggerendo l'onere finanziario;
19. riconosce che i vari organismi nazionali di normazione che operano in seno agli Stati membri della Comunità non si trovano a un livello di parità per quanto riguarda le loro risorse e la loro capacità di partecipare al processo di elaborazione di norme europee; ritiene che sia necessario coinvolgere, in questo processo, con maggiori responsabilità, non solo i "tre grandi" (DIN, AFNOR, BSI), ma anche i paesi piccoli; ritiene segnatamente che si potrebbe prendere in considerazione la concessione di un aiuto comunitario per agevolare la partecipazione di tutti i paesi al processo di elaborazione di norme europee;
20. ritiene che anche la Commissione debba svolgere un ruolo importante, ma che questo ruolo non dovrebbe consistere nell'imporre la sua volontà agli organismi di normazione che non fanno parte delle istituzioni della Comunità e che hanno anche altre priorità; ritiene che la Commissione dovrebbe al contrario
- indicare nel modo più chiaro possibile le esigenze della Comunità in materia di normazione,
- seguire i progressi realizzati nello sviluppo delle norme europee necessarie e delimitare i problemi che si pongono per la Comunità,
- contribuire alla diffusione di informazioni riguardanti le norme nell'insieme della Comunità;
- per quanto concerne la partecipazione dell'industria
21. ritiene che sia essenziale consolidare la partecipazione dell'industria alla normazione europea; ritiene in particolare che provvedimenti specifici debbano essere presi per garantire una maggiore partecipazione a questo processo delle piccole e medie imprese, le quali non possiedono le risorse necessarie per essere associate ai lavori condotti su scala europea;
22. ritiene che converrebbe consolidare gli incentivi finanziari offerti alle imprese perché partecipino alla normazione europea, ispirandosi al regime francese, che prevede la detrazione dei costi relativi ai lavori di normazione;
23. sottolinea che è necessario garantire il finanziamento dei lavori di normazione europea per un periodo sufficientemente lungo; riconosce che gli organismi nazionali di normazione dovranno ancora assicurare l'essenziale di questo finanziamento ma ritiene che sarebbe opportuno che gli organismi europei di normazione disponessero fin d'ora di un certo importo di "risorse proprie" provenienti, con l'accordo degli organismi nazionali di normazione, dal trasferimento a livello europeo di una parte delle entrate derivanti dalla vendita di norme europee; ritiene inoltre che la Comunità dovrebbe assumere impegni finanziari a lungo termine a favore della normazione europea, invece di essere costretta a rinegoziarli ogni due o tre anni;
- per quanto concerne l'informazione
24. sottolinea che è importante fare in modo che la normazione europea sia oggetto di uno sforzo sufficiente di informazione e di sensibilizzazione, con particolare riguardo ai seguenti aspetti:
- le strutture e procedure proprie alla normazione nazionale ed europea,
- le norme europee adottate e il modo in cui si integrano alle norme nazionali,
- i nuovi obiettivi prioritari fissati in materia di normazione europea, il calendario fissato per la loro realizzazione e lo stato attuale dei lavori di normazione necessari,
- le relazioni fra le norme europee e le norme internazionali;
25. ritiene che la direttiva 83/189/CEE debba continuare a svolgere un ruolo essenziale garantendo la trasparenza a livello dell'elaborazione delle norme nazionali, circoscrivendo i problemi e contribuendo a realizzare l'equilibrio necessario fra la normazione nazionale e quelle europea; deplora tuttavia che le procedure d'informazione previste da questa direttiva non vengano sempre completamente applicate e aspetta con interesse la presentazione della proposta promessa dalla Commissione, mirante a consolidare l'applicazione di questa direttiva;
26. ritiene che una base europea di dati riguardanti la normazione potrebbe svolgere un ruolo molto utile, segnatamente per fornire informazioni sullo stato attuale dei lavori in materia di normazione europea; ritiene tuttavia che si debba procedere a una valutazione più dettagliata dei vantaggi e degli inconvenienti delle basi di dati esistenti al fine di evitare inutili sovrapposizioni degli sforzi a livello europeo;
27. invita la Commissione a cooperare con gli organismi europei di normazione, contribuendo all'elaborazione di una relazione annuale sulla normazione europea, imperniata sull'esame dei progressi e dei problemi generali e sulle grandi questioni strategiche che interessano la normazione europea;
- per quanto concerne i paesi terzi
28. sottolinea che è essenziale non trascurare le norme internazionali, vista l'incidenza economica delle esportazioni della Comunità europea verso i paesi terzi; si congratula per la proposta di consolidare i legami fra gli organismi di normazione europei e internazionali (ISO e CEI) e raccomanda una più larga apertura in materia di normazione su scala mondiale, sulla base di accordi reciproci;
29. ritiene che le democrazie nascenti dell'Europa centrale e orientale debbano essere associate quanto possibile al processo di normazione europea; si rallegra del fatto che sia stato loro accordato lo statuto di osservatore al CEN, al CENELEC e all'ETSI e propone che usufruiscano di uno statuto corrispondente anche in seno a un futuro Consiglio consultivo europeo della normazione; chiede che venga loro concessa dalla Comunità un'assistenza tecnica e finanziaria per consentire loro di partecipare più attivamente al processo;
30. chiede inoltre che venga concessa una maggiore assistenza tecnica europea nel campo della normazione ai paesi in via di sviluppo;
31. ritiene che l'apposizione fraudolenta di marchi di conformità alle norme europee su alcuni prodotti di paesi terzi che in realtà non le rispettano costituisca un problema grave per la Comunità; chiede che la Comunità prenda seri provvedimenti per affrontare la questione;
Certificazione e prove
32. ritiene che sia di fondamentale importanza disporre di procedure di valutazione della conformità di livello elevato, per garantire che i prodotti messi in commercio nella Comunità siano effettivamente conformi alle norme europee adottate o ai requisiti essenziali fissati in materia di sanità e di sicurezza; ritiene che il consolidamento di queste procedure costituisca un obiettivo che completa lo sviluppo delle norme europee e che avrà un ruolo fondamentale nella realizzazione del mercato interno;
33. prende atto della decisione del Consiglio, adottata il 13 dicembre 1990, che definisce le procedure di valutazione della conformità destinate a essere utilizzate nelle direttive di armonizzazione tecnica e si dichiara soddisfatto del fatto che la maggior parte dei suoi emendamenti siano stati ripresi dalla Commissione e dal Consiglio; sottolinea tuttavia che è essenziale garantire un'applicazione soddisfacente di questa decisione; invita la Commissione a stare all'erta al riguardo, prestando particolare attenzione al problema di sapere se le varianti introdotte nei moduli non siano troppe e se la sicurezza e la sanità pubblica siano pienamente garantite facendo inoltre attenzione alla necessità di evitare ogni onere burocratico superfluo;
34. si compiace della recente creazione dell'Organizzazione europea per le prove e la certificazione (EOTC), che deve agire da centro di coordinamento in Europa per tutte le questioni attinenti alla valutazione della conformità;
35. nota che sussistono importanti disparità fra le procedure di certificazione, di ispezione e di prova applicate nella Comunità; invita la Commissione, in cooperazione con l'EOTC, a valutare in quale misura le disparità che permangono ostacolino la realizzazione del mercato interno;
36. ritiene che le risorse finanziarie della Comunità potrebbero essere messe a profitto per favorire lo sviluppo e il consolidamento delle procedure nazionali di certificazione, di ispezione e di prove nei paesi periferici della Comunità; chiede inoltre che gli accordi di riconoscimento reciproco vengano più ampiamente sviluppati sotto l'egida dell'EOTC e che venga fatta loro più pubblicità;
37. ritiene che un altro punto importante si riferisca al problema di sapere se organismi europei notificati possano subappaltare attività di prove e di ispezione a impianti situati al di fuori della Comunità; nota che attualmente il subappalto è permesso dal Consiglio per le prove di prodotti, ma desidera sapere se sarà ammesso anche per le ispezioni di garanzia di qualità;
38. raccomanda lo sviluppo degli accordi di riconoscimento reciproco su scala internazionale e ciò anche al fine di creare, su base di reciprocità, un contesto di scambi mondiali aperti;
39. chiede alla Commissione di esaminare in quale misura le norme del Trattato in materia di concorrenza sono rispettate dagli organismi di certificazione, ispezione e prove;
40. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, nonché agli Stati membri e agli organismi europei di normazione, vale a dire il CEN, il CENELEC e l'ETSI.