Il Parlamento europeo,
- visto l'articolo 121 del suo Regolamento,
- vista la proposta della Commissione concernente il Terzo Programma di azione comunitaria a medio termine (COM(90) 449),
- visti la relazione della commissione per i diritti della donna e i pareri della commissione per gli affari sociali, l'occupazione e le condizioni di lavoro e della commissione per i bilanci (A3-167/91),
A. considerando la necessità di trarre vantaggio dal successo dei due precedenti programmi d'azione per la parità di opportunità tra uomini e donne,
B. considerando che il Consiglio ha approvato il Terzo Programma d'azione soltanto il 22 maggio 1991 e consapevole dei problemi che solleva il ritardo dell'entrata in vigore del Terzo Programma,
C. considerando l'importante ma tuttora insufficiente ruolo dei fondi strutturali della CE per contrastare la disoccupazione femminile, migliorare le possibilità delle donne sul mercato del lavoro e attuare i programmi comunitari per la parità di opportunità,
D. constatando la necessità, dopo aver preso conoscenza della situazione e alla luce dell'esperienza dei due programmi precedenti, di passare all'azione,
E. considerando che le azioni positive a favore delle donne hanno conseguito buoni risultati nel rafforzare la partecipazione delle donne in settori della vita economica e sociale in cui erano notevolmente sottorappresentate,
F. considerando che, nonostante tutti gli sforzi effettuati, rimangono taluni aspetti da approfondire per superare la discriminazione sia diretta che indiretta,
G. considerando che, nonostante i progressi compiuti, è ancora necessario migliorare la situazione delle donne sul mercato del lavoro per quanto concerne la loro presenza numerica in molti settori, nonchè la loro retribuzione, formazione professionale, qualifiche, carriera, ecc. e che i previsti cambiamenti strutturali sul mercato del lavoro a seguito del completamento del mercato interno avranno un'incidenza meno favorevole sulle prospettive occupazionali delle donne se non verranno varate misure correttive e integrative,
H. considerando che a tal fine non sono semplicemente necessarie misure nel settore della formazione professionale ma anche misure di accompagnamento che aiutino ad acquisire sicurezza e forniscano qualifiche sociali, politiche e commerciali,
I. considerando nel contempo che l'attuale divisione di funzioni e anche, in numerosi casi, gli orari scolastici in vigore rendono difficile l'inserimento della donna sul mercato del lavoro e che bisogna prestare una maggiore attenzione alle condizioni sociali per una partecipazione alla vita lavorativa, predisponendo, per esempio, servizi di accoglienza per l'infanzia;
J. considerando la continua femminilizzazione della povertà nella Comunità europea e la minaccia che rappresenta per gran parte delle categorie più svantaggiate nella nostra società,
K. considerando la situazione particolare delle donne appartenenti a minoranze etniche immigrate nei paesi comunitari, che devono affrontare ulteriori problemi oltre a quelli connessi alla diversità di lingue e di cultura nonché a fenomeni di razzismo,
L. considerando la maggiore efficacia dei programmi d'azione allorché sono accompagnati da altri analoghi negli Stati membri ovvero in ambito regionale e locale,
M. considerando il ruolo che gli agenti sociali debbono svolgere nella gestione dei programmi,
N. considerando i problemi di accesso all'informazione che persistono a tutt'oggi per la maggioranza delle donne e che rendono difficile sia l'accesso alle misure a esse dirette, sia la possibilità di denunciare la violazione dei loro diritti,
O. considerando che non è ancora rappresentativo il numero delle donne che rivestono cariche decisionali in grado di modificare il corso della vita sociale,
P. considerando l'importanza dei mezzi di comunicazione, sia per informare i cittadini dei loro diritti e possibilità sia per trasmettere una determinata immagine dei ruoli che i singoli individui possono assumere nella società,
Q. considerando che, nonostante le evidenti differenze tra i paesi comunitari con riguardo alla situazione della donna, persistono importanti problemi comuni la cui soluzione esige l'attuazione di politiche nel quadro comunitario,
R. considerando la necessità di solidarietà tra le donne della Comunità e quelle che vivono in altri paesi in cui la sensibilizzazione ai problemi della donna è significativamente inferiore, come, per esempio, i paesi del Terzo Mondo,
1. sottolinea l'importanza del Terzo programma d'azione per le donne che vivono in Europa al momento della realizzazione del mercato interno;
2. si rallegra che il Consiglio abbia deciso di deliberare in merito al Terzo programma d'azione e abbia adottato una risoluzione con cui approva tale programma;
3. deplora tuttavia il ritardo e le modalità di adozione della risoluzione relativa al Terzo programma di azione da parte del Consiglio e critica che tale risoluzione non comporti un impegno per un sufficiente finanziamento nè una procedura vincolante di esecuzione tanto per le istituzioni comunitarie quanto per gli Stati membri;
4. chiede che ogni Stato membro elabori un programma nazionale e/o regionale concernente l'applicazione di questo terzo programma in concertazione con le parti sociali;
5. chiede che nel bilancio comunitario siano previsti fondi adeguati per finanziare in modo appropriato il Terzo programma d'azione;
6. sollecita la definizione di un programma di azione specifico per affrontare le cause della femminilizzazione della povertà, in particolare per quanto concerne le madri sole, le giovani donne e le donne straniere;
7. chiede che si definisca al più presto un programma per l'elaborazione e l'approvazione delle direttive in materia di parità uomo-donna, più volte chiesto dal Parlamento europeo, e nella fattispecie quelle relative alla custodia dei figli e alla tutela della dignità di uomini e donne sul posto di lavoro;
8. ritiene che l'articolo 119 del Trattato debba essere modificato per comprendere nell'azione comunitaria la parità tra uomini e donne in tutti i campi;
9. ritiene che la formazione professionale debba essere accompagnata da corsi di motivazione e di formazione integrale, mettendo a disposizione sul piano strutturale a titolo aggiuntivo rispetto alle risorse provenienti dal Fondo sociale i finanziamenti relativi al programma NOW;
10. sollecita, al fine di adempiere alla funzione centrale assegnata al programma NOW nel Terzo programma d'azione
- l'estensione a cinque anni della durata del programma NOW,
- l'aumento del finanziamento aggiuntivo rispetto ai Fondi strutturali,
- un più ampio accesso alle risorse del programma NOW;
11. auspica che la Commissione, all'atto dell'assegnazione delle risorse finanziarie provenienti dai fondi strutturali, faccia in modo che alle donne spetti una partecipazione finanziaria proporzionata a dette risorse;
12. vede nel rilancio della formazione professionale e del suo particolare ruolo un elemento decisivo per la parità di opportunità e chiede che si possa disporre di maggiori risorse finanziarie e di altri programmi comunitari, oltre al Terzo programma d'azione, ai fini della promozione e della creazione di nuovi sbocchi professionali per le donne;
13. chiede alla Commissione di elaborare, nell'ambito di una relazione interlocutoria sull'applicazione del Terzo programma d'azione, una analisi dell'azione delle imprese a favore della parità professionale;
14. invita il Consiglio e la Commissione a prendere iniziative atte a rafforzare il loro ruolo di "promotori dell'uguaglianza" dando il buon esempio col loro atteggiamento nei confronti delle donne e nelle trattative con i massimi esponenti dell'industria e del commercio;
15. chiede l'integrazione nella politica della donna della lotta contro il razzismo e per il rispetto di lingue e culture diverse;
16. chiede l'attuazione di programmi e corsi appositamente studiati per le donne appartenenti a minoranze etniche che consentano loro di superare difficoltà specifiche nel settore della formazione e dell'occupazione;
17. ricorda la necessità di prevedere programmi specifici destinati ai responsabili della formazione e delle assunzioni ("azioni di sensibilizzazione") al fine di eliminare qualsiasi discriminazione indiretta nei confronti delle donne in sede di formazione e di assunzione e invita la Commissione a elaborare un codice di buona condotta in cui figuri una chiara definizione del concetto di discriminazione indiretta alla luce della giurisprudenza in materia;
18. deplora che il Terzo programma d'azione non preveda alcuna ulteriore e specifica offensiva comunitaria in relazione al mercato interno e chiede iniziative supplementari in questo settore;
19. sollecita inoltre una campagna pubblica della CE, connessa con il Terzo programma d'azione, per preparare alla realizzazione del mercato interno in particolar modo le donne svantaggiate sotto il profilo sociale e dell'istruzione nonchè le donne delle regioni periferiche;
20. chiede, sulla base di un'analisi delle relazioni sull'occupazione della Commissione, altri programmi innovativi a favore delle donne nonchè un più generoso sostegno a programmi per la creazione di cooperative e di nuove forme di iniziativa privata;
21. ricorda inoltre l'esigenza di una più equa divisione tra uomini e donne del lavoro, delle incombenze familiari e domestiche e del tempo libero e ribadisce pertanto l'invito ad approvare i progetti di direttiva sulla riorganizzazione del tempo di lavoro, il lavoro a tempo parziale su base volontaria, il congedo parentale e la protezione delle gestanti sul luogo di lavoro; chiede inoltre alla Commissione di presentare proposte di direttiva sulla custodia dei bambini;
22. chiede agli Stati membri, sulla falsariga della politica di "mainstreaming" (integrazione della politica in materia di parità di opportunità nei programmi comunitari) perseguita dalle istituzioni comunitarie, che si utilizzino le risorse finanziarie e umane per una effettiva integrazione di questa dimensione nelle politiche, nelle azioni e nei programmi intrapresi a livello nazionale, regionale e locale nei settori dell'occupazione, dell'istruzione e della formazione;
23. chiede ancora una volta che tutti i progetti comunitari finanziati dai fondi strutturali tengano conto di aspetti inerenti alla parità di opportunità e che i fondi siano equamente ripartiti tra uomini e donne;
24. sottolinea l'importanza delle reti incentrate sulla sensibilizzazione e la diffusione dell'informazione presso varie organizzazioni femminili degli Stati membri, affinchè queste possano partecipare maggiormente all'attuazione del Terzo programma d'azione della Comunità;
25. invita gli Stati membri a incoraggiare e sostenere attivamente la presentazione di domande relative al finanziamento a carico dei fondi strutturali di progetti destinati alle donne nell'ambito degli obiettivi del Terzo programma d'azione;
26. invita la Commissione a far sì che i suoi servizi competenti dispongano di personale e risorse finanziarie sufficienti per garantire un'efficace e concreta attuazione del Terzo programma d'azione;
27. chiede alla Commissione di presentargli entro il 31 ottobre 1994 una relazione provvisoria sull'applicazione del nuovo programma d'azione;
28. invita la Commissione e il Consiglio a convocare nel 1992, prima dell'effettivo completamento del mercato interno, una conferenza comuinitaria della donne cui partecipino ministri di sesso femminile, organismi per la parità, organizzazioni e gruppi femminili, per esaminare il Terzo programma d'azione e altre iniziative in materia di parità nella CE facendo riferimento alle opportunità e ai rischi per le donne dopo il 1 gennaio 1993;
29. invita la Commissione a tradurre in pratica in maniera esemplare il principio della discriminazione positiva nell'ambito della sua politica di assunzione e promozione e a riferirgli in merito entro il 31 dicembre 1992;
30. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio e ai governi degli Stati membri.