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Parlamento Europeo - 12 luglio 1991
UN NUOVO PROFILO PER LA POLITICA MEDITERRANEA

Il Parlamento europeo,

- vista la comunicazione della Commissione al Consiglio intitolata "Un nuovo profilo per la politica mediterranea" (SEC (89) 1961),

- vista la comunicazione della Commissione al Consiglio intitolata "Un nuovo profilo per la politica mediterranea - Proposte per il periodo 1992-1996" (SEC (90) 812),

- vista la proposta di risoluzione dell'on. Izquierdo Rojo e altri su un nuovo profilo per la politica mediterranea (B3-1153/90),

- visti i protocolli finanziari bilaterali conclusi dalla CEE con i paesi terzi mediterranei, che saranno in vigore fino al 31 ottobre 1991,

- viste le conclusioni del Consiglio europeo di Strasburgo dell'8 e 9 dicembre 1989 sulle future relazioni tra la CEE e i paesi terzi mediterranei (PTM),

- vista la decisione del Consiglio del 18 dicembre 1990, che stabilisce l'importo globale delle dotazioni finanziarie che la CEE destinerà ai PTM nei prossimi cinque anni,

- vista la relazione della commissione per le relazioni economiche esterne (A3-121/91),

A. considerando che nel corso del 1991 dovranno essere firmati i prossimi protocolli con i paesi terzi mediterranei per il periodo 1992-1996,

B. considerando che i PTM sono il terzo partner commerciale della CEE e che la regione mediterranea riveste un'importanza capitale per l'approvvigionamento energetico della Comunità,

C. tenendo conto delle particolari circostanze di instabilità politica e sociale che affliggono la maggior parte dei PTM in conseguenza della guerra del Golfo e delle sue ripercussioni, con la possibilità che il conflitto si allarghi e le già precarie relazioni interregionali si complichino ulteriormente,

D. considerando che la stabilità politica, sociale ed economica della CEE è in larga misura condizionata dalla pacificazione definitiva e dallo sviluppo armonico e progressivo di tale regione limitrofa e che, per vederla realizzata, occorre che nella regione si instaurino una cooperazione e un clima di sicurezza basati sul dialogo e sul rispetto di tutti i popoli e di tutti gli Stati ivi presenti,

E. considerando che la guerra nel Golfo ha fortemente accentuato la necessità di pacificare politicamente questa regione attraverso la ricerca di soluzioni giuste ed eque basate sul rispetto del quadro giuridico delineato dalle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU,

F. considerando che la nuova geografia europea disegnata a Parigi dalla CSCE deve essere accompagnata da un parallelo impegno a dare un sostanziale impulso alla cooperazione europea con i PTM, affinché il clima di distensione e dialogo in Europa possa tradursi in iniziative concrete a favore della pace nell'area mediterranea,

G. tenendo conto delle relazioni storiche della Comunità con i PTM, dei mutui influssi culturali e della convivenza pacifica delle loro rispettive civiltà in un regime di tolleranza e rispetto reciproco,

H. considerando che l'ampiezza del flusso migratorio di origine mediterranea verso la Comunità, causato dalle insoddisfacenti condizioni economiche dei PTM, dall'instabilità politica e sociale che vi si registra e dall'incontrollata crescita demografica nella regione, impone alla Comunità di attuare una politica di cooperazione coerente con il soddisfacimento dei bisogni della popolazione della regione, anche al fine di potenziare le economie locali, rendendole così capaci di assorbire la manodopera regionale,

I. considerando che la pressione migratoria risulterà tanto più massiccia e incontrollabile se la CEE non stabilirà nuovi e più equi rapporti di scambio con i PTM e non coopererà in maniera quantitativamente e qualitativamente diversa dal passato, per contribuire allo sviluppo e alla crescita di questi paesi,

1. dichiara che lo sviluppo equilibrato del Bacino mediterraneo e la cooperazione a tutti i livelli costituiscono l'obiettivo principale della politica mediterranea della CEE, il che si riflette anche negli attuali programmi comunitari per il Mediterraneo, dotati di notevoli fondi;

2. ritiene che i dodici Accordi-base (di associazione e/o cooperazione) con i PTM e i rispettivi protocolli abbiano rappresentato finora un quadro giuridico accettabile per le relazioni bilaterali ma che, a causa dei mutamenti in corso nella regione nonché dei rischi potenziali e della sempre maggiore interdipendenza tra la CEE e i PTM, sia necessario realizzare un salto quantitativo e qualitativo nelle reciproche relazioni commisurato alle esigenze attuali;

3. stima che il quadro attuale delle relazioni multilaterali della CEE con i PTM sia politicamente inadeguato ed esorta la Commissione e il Consiglio a elaborare un progetto globale e strutturato per la regione mediterranea, esaminando anche la possibilità di riattivare il Consiglio di cooperazione del Mediterraneo (CCM);

4. sollecita il Consiglio a dare nuovo impulso operativo alla politica mediterranea mediante strumenti legislativi adeguati, nonché a raggiungere il necessario accordo con le altre istituzioni comunitarie sulle misure da applicare per mettere a punto il nuovo profilo della politica mediterranea;

5. rileva che, dati gli squilibri esistenti in campo economico, politico e sociale e nel grado di sviluppo tra i quattordici paesi terzi mediterranei, è auspicabile definire un quadro di relazioni stabili e flessibili con i PTM;

6. ritiene che un rinnovamento profondo della politica mediterranea della CEE debba perseguire principalmente l'obiettivo della stabilità regionale e debba altresì definire un'autentica politica di buon vicinato che faccia dei paesi di questa regione degli associati, come impongono le relazioni storiche tradizionali e la vicinanza geografica, a condizione che siano rispettati i diritti sovrani degli Stati e le frontiere nazionali esterne di tutte le parti contraenti e associate;

7. sottolinea l'importanza strategica dei PTM nonché il loro contributo all'approvvigionamento energetico della Comunità, esortando pertanto a intensificare la cooperazione finanziaria e tecnica con tali paesi e a trasformare gli scambi commerciali in vere e proprie relazioni commerciali;

8. ritiene che il regime commerciale e il sistema di cooperazione con i PTM debbano prevedere meccanismi adatti a evitare situazioni di discriminazione nei confronti degli Stati membri in fase di adattamento o a cui si applicano regimi transitori;

9. invita pressantemente il Consiglio e la Commissione ad attuare profonde riforme della politica agricola comune tali da permettere ai prodotti provenienti anche dall'area mediterranea un migliore accesso al mercato comunitario, che per questi paesi rappresenta il principale fattore in grado di consentire l'espansione delle loro economie;

10. ritiene che le sei proposte di base incluse nell'Allegato II della comunicazione della Commissione al Consiglio dal titolo "Un nuovo profilo per la politica mediterranea" rappresentino un primo punto di partenza, anche se insufficiente, per il rilancio della cooperazione finanziaria, economica e tecnica con i PTM, che si dovrebbe concretare in primo luogo in accordi commerciali;

11. rileva che l'impulso volto a dare un nuovo profilo alla politica mediterranea deve riflettersi opportunamente nei nuovi protocolli per i prossimi cinque anni e auspica che in essi venga potenziata la cooperazione finanziaria, economica e tecnica;

12. ritiene che la CEE debba porsi come fattore di equilibrio tra i gruppi di paesi limitrofi e che a tale fine sia imprescindibile intensificare il dialogo individuale e collettivo con i PTM, particolarmente in merito a questioni come la sicurezza, la cooperazione economica, l'immigrazione e i problemi demografici; a tal fine ritiene necessario istituzionalizzare il dialogo con i PTM istituendo opportune sedi di dibattito in cui si individui e si aggiorni nel tempo il senso della cooperazione CEE-PTM;

13. sottolinea l'importanza della cooperazione finanziaria e tecnica, specialmente in settori come l'ambiente, i trasporti, l'energia, la cooperazione regionale e lo sviluppo imprenditoriale, per i quali si potrebbero elaborare progetti di interesse comune, sulla base dei relativi prestiti della BEI;

14. constata che il deterioramento della situazione economica verificatosi nel corso degli ultimi anni in numerosi PTM non è dovuto esclusivamente ad aspetti congiunturali di crescita demografica, al disavanzo della bilancia dei pagamenti e al debito estero, ma anche a fattori derivanti dalle strutture economiche e dalla configurazione politica e sociale di tali paesi;

15. esprime la propria preoccupazione nei confronti del deterioramento ambientale praticamente irreversibile del Mare Mediterraneo e dei paesi rivieraschi, dovuto principalmente allo scarico di acque industriali e idrocarburi, alla gestione inadeguata dei rifiuti solidi, al turismo di massa e ai fenomeni di erosione e desertificazione, le quali avanzano a ritmo serrato; in considerazione di ciò, ritiene indispensabile e urgente elaborare e attuare una politica ambientale rigorosa e coordinata a livello internazionale, soprattutto sulla base delle proposte e delle indicazioni contenute nel piano Blu dell'ONU, volta a tradursi in progetti concreti di vasta portata, non soltanto correttivi dello stato attuale di degrado ecologico, ma anche preventivi, ai quali la CEE potrebbe partecipare soprattutto con l'apporto di mezzi tecnici;

16. si compiace dei risultati della Conferenza svoltasi nel mese di settembre 1990 a Palma di Maiorca, esprimendo altresì l'auspicio di una sua nuova convocazione nel più breve tempo possibile; d'altra parte, ritiene interessante l'idea di associare i PTM ad alcuni programmi settoriali comunitari;

17. propone che si aumentino in misura considerevole gli stanziamenti destinati a programmi orizzontali di interesse regionale, tenendo conto delle attuali esigenze in materia di sostegno alla cooperazione regionale e tenendo presente che una maggiore coesione tra la Comunità e i suoi partner mediterranei rappresenta un obiettivo di interesse reciproco;

18. ritiene che non sia tanto importante attivare una struttura finanziaria specifica per il Mediterraneo quanto aumentare la dotazione finanziaria e il credito per progetti che favoriscano lo sviluppo di quest'area; appoggia inoltre la creazione di un Fondo euro-arabo inteso a ridistribuire più equamente la ricchezza regionale, al quale la Comunità concorrerebbe soprattutto fornendo le sue risorse tecniche e il suo know-how in materia di gestione;

19. esorta il Consiglio e la Commissione ad avviare programmi di relazioni interuniversitarie allo scopo di promuovere la comprensione e la tolleranza culturale, visto il crescente pericolo di incomprensioni posto in evidenza dalla crisi del Golfo;

20. per quanto riguarda i due paesi mediterranei con i quali la Comunità non ha accordi di alcun tipo

a) invita il Consiglio e la Commissione a migliorare quanto prima i rapporti reciproci tra l'Albania e la Comunità al fine anche di sviluppare e potenziare relazioni politiche, culturali, economiche, commerciali e scientifiche nell'ambito di un accordo di cooperazione economica e commerciale, sostenendo in tal modo il processo di democratizzazione in atto in quel paese;

b) auspica che quanto prima la Libia si unisca al gruppo dei PTM in seguito alla riforma del proprio sistema politico ed economico;

21. apprezza gli sforzi operati da alcuni paesi terzi mediterranei in direzione di una democrazia pluralista, mentre deplora che in altri esistano situazioni di violazione dei diritti dell'uomo; raccomanda pertanto che nei prossimi protocolli finanziari vengano inserite disposizioni riguardanti i diritti dell'uomo; sottolinea inoltre la necessità di introdurre nei sistemi economici di alcuni PTM le opportune riforme volte a conseguire una più equa distribuzione della ricchezza, uno sviluppo armonioso e la stabilità politica;

22. esprime la propria preoccupazione per la situazione di crisi economica che affligge diversi PTM, caratterizzata da gravi squilibri interni ed esterni, un debito estero di oltre 200 miliardi di dollari, il disavanzo cronico della bilancia dei pagamenti, un risparmio insufficiente per finanziare lo sviluppo e un alto livello di disoccupazione;

23. appoggia i processi d'integrazione regionale attualmente in corso e sostiene in particolare l'Unione del Magreb arabo e il Consiglio di cooperazione arabo, strumenti politici e istituzionali che contribuiscono alla soluzione dei conflitti regionali e al consolidamento dell'identità storica;

24. fa rilevare al Consiglio l'urgente necessità di stabilire particolari relazioni preferenziali con il Magreb all'interno dell'area mediterranea, per assicurare tra l'altro la promozione di progetti a esso finalizzati o di interesse reciproco, date le dirette ripercussioni della crisi del Golfo su questa zona sotto il profilo economico, sociale e politico e viste anche la sua prossimità geografica e la sua specificità;

25. sollecita il Consiglio a instaurare un partenariato migliore con i PTM, in particolare con il Magreb arabo, al fine di attuare concretamente gli accordi di associazione esistenti;

26. esprime la propria preoccupazione per la graduale crescita del fondamentalismo religioso in alcuni PTM, fenomeno che nasce da cause complesse ma che si sviluppa preferibilmente in circostanze di grave crisi sociale e di sfruttamento economico; è per tale motivo che occorre contribuire in maniera appropriata alla trasformazione del contesto socio-economico, al fine di impedire che tale fenomeno degeneri in una crisi politica, nella destabilizzazione delle relazioni internazionali nell'area mediterranea o addirittura dia luogo a conflitti tra civiltà diverse;

27. esprime la propria preoccupazione per l'instabilità economica di alcuni PTM, nonché per la proliferazione periodica di conflitti regionali; per tali motivi ritiene necessario e urgente elaborare un nuovo modello relazionale globale per il Mediterraneo in un contesto di convivenza stabile, così come delineato dalle pertinenti risoluzioni dell'ONU, che, mediante il dialogo politico e la cooperazione, crei un clima di distensione e di sicurezza per tutti basato sulla fiducia reciproca;

28. ritiene necessario che, nell'ambito di una strategia globale mediterranea, si consolidino le sedi di dialogo democratico, soprattutto per pervenire alla reciproca comprensione di culture e valori diversi; considera perciò necessario promuovere i contatti tra le rappresentanze del Parlamento europeo e i parlamenti dei PTM;

29. reputa necessaria l'intensificazione del dialogo con i PTM su temi politici di interesse comune, su questioni economiche e settoriali nonché sui problemi sociali e culturali;

30. appoggia incondizionatamente la convocazione a breve termine della Conferenza per la sicurezza e la cooperazione nel Mediterraneo (CSCM), che la CEE e in particolare gli organi comunitari devono promuovere con tutti i mezzi a loro disposizione, al fine di sostituire la strategia del confronto diretto con quella della collaborazione e della convergenza dei sistemi;

31. ritiene che la filosofia alla base del Decalogo di Helsinki, adattata alle peculiarità regionali del Mediterraneo, possa essere un buon punto di partenza e un modello adeguato per la CSCM, cui parteciperanno tutti i paesi della regione e la Comunità nonché le rappresentanze del popolo palestinese, gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica; la CSCM cercherà di instaurare nel Bacino mediterraneo e nei paesi limitrofi un ordine nuovo, fondato sulla pace e sulla stabilità, che sostituisca la semplice coesistenza con l'autentica convivenza tra i paesi e i popoli;

32. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi degli Stati membri e ai governi dei quattordici paesi terzi mediterranei.

 
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