Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
mar 22 lug. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Archivio PE
Parlamento Europeo - 11 settembre 1991
Situazione in Jugoslavia

Il Parlamento europeo,

A. profondamente costernato per i recenti eventi in Jugoslavia,

B. considerando che spetti alla Comunità svolgere un ruolo fondamentale nella soluzione dei problemi che mettono a repentaglio il mantenimento della pace o il rispetto dei diritti dell'uomo sul continente europeo, applicando i principi e le procedure dell'Atto finale di Helsinki e della Carta di Parigi,

C. accogliendo con favore gli sforzi compiuti dai Ministri degli esteri degli Stati membri della Comunità, sostenuti dalla CSCE, cui la Jugoslavia ha aderito, miranti a svolgere una funzione costruttiva malgrado le difficoltà contingenti,

D. ritenendo che la mediazione della Comunità europea rappresenti la principale speranza di dare soluzione pacifica ai problemi dei popoli jugoslavi,

E. considerando il persistere del conflitto fra le popolazioni serba e croata nonché il rischio che altre repubbliche possano venir coinvolte nel conflitto, in particolare la Bosnia-Erzegovina,

F. considerando che i popoli di Croazia, Slovenia e Macedonia hanno manifestato a stragrande maggioranza la loro volontà di autodeterminazione con le votazioni svoltesi nei loro parlamenti democraticamente eletti e con i successivi referendum,

G. considerando il permanere di una situazione di violazione della legalità democratica nel Kossovo e altrove nonché il diffondersi dei conflitti interetnici in Jugoslavia,

H. considerando i rischi per la sicurezza e la coesistenza pacifica che una crisi irreversibile avrebbe per la regione balcanica, per i paesi confinanti e per il processo di democratizzazione in corso nei paesi dell'Europa centrale e orientale,

I. richiamandosi alle sue precedenti risoluzioni, fra cui la più recente è quella del 10 luglio 1991 sulla situazione in Jugoslavia Processo verbale della seduta in tale data, parte seconda, punto 12.

1. condanna le violenze verificatesi in Jugoslavia e in particolare il ruolo svolto da importanti settori dell'esercito federale, che sono stati impegnati in azioni militari fuori dal controllo delle autorità federali;

2. condanna inoltre le attività di gruppi paramilitari di entrambe le parti in conflitto nel territorio croato;

3. dà il suo pieno sostegno all'iniziativa della Comunità europea di convocare una Conferenza di pace;

4. esige che tutte le repubbliche jugoslave e la presidenza federale mantengano l'impegno, preso con la dichiarazione dell'Aja, di un cessate il fuoco; chiede inoltre che agli osservatori della Comunità venga concessa ogni assistenza e libertà di movimento su tutto il territorio jugoslavo;

5. chiede che alla Conferenza di pace possa partecipare una legittima rappresentanza dei parlamenti del Kossovo e della Vojvodina, democraticamente eletti;

6. ribadisce la convinzione che il diritto all'autodeterminazione democratica di tutte le repubbliche e province autonome che compongono la Federazione è inalienabile e ritiene che le frontiere interne possano essere modificate solo in seguito a pacifici negoziati e, vista la tremenda esplosione di violenza delle ultime settimane, con l'aiuto della mediazione internazionale;

7. sottolinea con vigore che, qualunque sia il futuro dell'attuale Jugoslavia, la prima condizione per il ritorno alla fiducia reciproca tra i popoli interessati è la garanzia dei diritti dell'uomo e delle minoranze in ciascuna delle Repubbliche;

8. è del parere che la protezione dei diritti delle minoranze debba essere rafforzata dall'istituzione, per iniziativa della Comunità, di un Tribunale che operi secondo i principi e le procedure stabiliti dal Consiglio d'Europa;

9. sottolinea l'importanza che, nell'affrontare la crisi jugoslava, tutti i firmatari della Carta di Parigi nel quadro della CSCE si attengano rigidamente ai principi ivi stabiliti;

10. ritiene che ogni composizione politica delle controversie non possa basarsi esclusivamente su un approccio etnocentrico e rifiuta ogni tentativo di allontanare la gente dai luoghi in cui vive;

11. ritiene auspicabile che il processo di autodeterminazione sia affiancato da nuove forme di cooperazione fra le repubbliche e le province autonome ai fini dell'esercizio in comune di quegli aspetti della sovranità più idonei a una concentrazione di questo tipo, evitando che popolazioni accomunate dalle stesse origini si ritengano separate da nuove barriere;

12. considera che il processo in atto di dissoluzione dello Stato jugoslavo debba essere accompagnato da proposte di misure tese a reinserire le repubbliche in un nuovo aggregato regionale ed eventualmente istituzionale su base rigorsamente volontaria;

13. è del parere che la futura cooperazione, ivi compresa l'assistenza finanziaria della Comunità alle autorità federali e alle singole repubbliche, debba continuare a essere determinata in funzione del rispetto delle esigenze sopra delineate; ribadisce la sua opinione che occorra applicare le sanzioni più dure contro quanti ostacolano gli sforzi tesi a raggiungere un pace generalizzata;

14. ricorda le speranze, espresse dagli Stati della Comunità nella dichiarazione dell'Aja del 3 settembre, che la normalizzazione della situazione consenta loro di sbloccare appena possibile i cospicui aiuti previsti dai protocolli finanziari;

15. appoggia fermamente la promessa degli Stati membri di prendere in considerazione un aiuto d'urgenza alle vittime delle violenze;

16. giudica necessario mantenere o ripristinare la libertà e la pluralità d'informazione in tutte le repubbliche;

17. esprime la convinzione che i partiti politici, le chiese e le organizzazioni sociali, servendosi di propri contatti ed esperti, potranno dare un prezioso contributo alla promozione della pace e della

riconciliazione in Jugoslavia, avvalendosi di canali diversi da quelli politici;

18. esprime il suo sostegno alle iniziative di pace in Jugoslavia, come le proteste delle madri dei soldati e la "Carovana europea della pace" che attraverserà la Jugoslavia nei prossimi giorni;

19. ritiene fondamentale che l'iniziativa della Comunità si sviluppi in modo coordinato e che la posizione nei confronti della Jugoslavia venga stabilita in comune dagli Stati membri;

20. ritiene che l'Unione politica europea abbia urgente necessità di assumere competenze in materia di affari esteri, sicurezza e difesa, per conferire maggior peso e coerenza alla politica della futura Unione;

21. ribadisce la sua preoccupazione che il Consiglio elabori urgentemente un piano d'azione che garantisca il mantenimento di una viabilità adeguata fra la Grecia e il resto della Comunità, se necessario negoziando itinerari alternativi;

22. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, alla Cooperazione politica europea, ai parlamenti degli Stati membri, al governo federale jugoslavo e ai governi e parlamenti delle Repubbliche federate nonché ai partecipanti della Conferenza di pace dell'Aja.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail