Il Parlamento europeo,
- vista la risposta della Commissione all'interrogazione orale in materia,
- vista la proposta di risoluzione dell'on. Vittinghoff sulla riconversione degli armamenti e dei loro siti (B3-1146/90),
- vista la proposta di risoluzione dell'on. Köhler sulla riconversione delle basi militari della CE (B3-0518/91),
- visto l'articolo 19 (clausola di riesame) del regolamento CEE n. 2052/88 del Consiglio del 24 giugno 1988 sulle missioni e l'efficacia dei Fondi strutturali,
A. considerando il programma PERIFRA, per il momento approvato per l'esercizio 1991 (linea di bilancio B2-61), nel quale le conseguenze delle misure di disarmo sono state riconosciute quale tema di interesse comunitario,
B. attendendo che il programma PERIFRA venga prorogato all'esercizio 1992 affinchè vi sia il tempo di creare la relativa regolamentazione di base,
C. considerando che la riconversione delle regioni particolarmente colpite dalle misure di disarmo va effettuata applicando in ultima analisi gli stessi criteri cui si era ricorso per le regioni colpite dal declino industriale conformemente all'obiettivo n. 2 del regolamento,
1. constata che la fine della guerra fredda e i recenti accordi internazionali sul disarmo comportano una netta riduzione delle spese effettive per gli armamenti nei vari Stati membri della Comunità ed esprime vivo compiacimento al riguardo (secondo il SIPRI nel 1990 le spese per gli armamenti sono diminuite del 5% a livello mondiale);
2. fa presente il rischio che le industrie operanti grazie alle commesse di armi tentino di compensare la riduzione degli acquisti statali con un'offensiva sul piano delle esportazioni;
3. invita pertanto il Consiglio e la Commissione, nel corso dell'esame del regolamento CEE n. 2052/88, a norma dell'art. 19:
a) a completare l'art. 1, punto 2, nel modo seguente:
"riconvertire le regioni, regioni frontaliere o parti di regioni (compresi i bacini di occupazione e le comunità urbane) gravemente colpite dal declino industriale o dallo smantellamento delle basi militari e dalla riduzione delle truppe in seguito alle misure di disarmo (obiettivo n. 2)"
b) ad adeguare di conseguenza l'art. 9;
4. rileva tuttavia che da parte delle industrie degli Stati membri che dipendono dalle commesse di armi si segnalano sforzi di riconversione e di ridimensionamento che nei prossimi anni possono provocare la perdita di circa mezzo milione di posti di lavoro;
5. richiama l'attenzione sul fatto che questa situazione colpisce soprattutto il potenziale di produzione e di ricerca nel campo dell'alta tecnologia - potenziale che potrebbe essere sfruttato a fini civili;
6. rileva che una parte considerevole di queste prevedibili perdite occupazionali si concentra nelle regioni della Comunità che già adesso lamentano un tasso di disoccupazione superiore alla media e sottolinea la complessità del settore della produzione di armi nella Comunità, che impiega l'1,1% della manodopera attiva nel suo complesso; ricorda, in particolare
- la concentrazione di grandi imprese in singole regioni;
- la loro specializzazione estrema, soprattutto nel campo della produzione di armi convenzionali a bassa tecnologia;
- le differenze che non oppongono solo i grandi paesi produttori ai medi e ai piccoli, ma anche quelli in cui si producono armi tecnologicamente avanzate a quelli in cui si trovano soprattutto grandi imprese produttrici di armi tradizionali;
7.fa presente che la riduzione dei posti di lavoro non è determinata solo dai recenti sviluppi politici e militari ma anche dalla compenetrazione dei mercati europei, dalla minore severità delle procedure pubbliche d'appalto nel caso di "dual use", da una più alta intensità di capitali e dalla concentrazione su programmi specifici nel campo dell'alta tecnologia;
8.ricorda il ruolo svolto finora dalle commesse di armi per stabilizzare il residuo potenziale comunitario nel settore della cantieristica e chiede un massiccio sostegno, nel quadro dei fondi strutturali, a regioni in cui sono concentrate imprese attive nella produzione di armamenti tradizionali a bassa tecnologia (cantieri navali, produzione di armi pesanti, ecc.);
9.giunge alla conclusione che sul settore incombe una nuova crisi occupazionale di proporzioni pari alla passata crisi del settore siderurgico e cantieristico;
10.ritiene urgentemente necessario che la Comunità si occupi per tempo della crisi strutturale regionale che si sta delineando e predisponga un particolare contributo per il suo superamento;
11.invita le parti sociali a mettere a punto programmi concernenti modi in cui poter fornire garanzie sociali a coloro che hanno perso il lavoro in seguito al ritiro delle truppe e si aspetta dalla Commissione la messa a disposizione di fondi per la riqualificazione, il perfezionamento e la preparazione professionale degli interessati;
12.raccomanda alla Commissione di moltiplicare i propri sforzi ai fini dell'abolizione dell'articolo 223 del Trattato CEE, in modo da estendere alle armi, munizioni e altro materiale bellico le regole di trasparenza e di concorrenza applicabili agli altri prodotti industriali;
13.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione e al Consiglio.